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Una brutta partenza, all'insegna del "si salvi chi può"

Da quando la notizia della fusione Intesa-Sanpaolo è uscita sui mezzi d'informazione, i lavoratori delle due banche hanno vissuto in uno stato di perenne incertezza, in balia di voci e di notizie provenienti, per lo più, dai mezzi di stampa .

In questa fase, la Cub-Sallca ha cercato di sopperire all'assoluta carenza di informazioni, comunicando tempestivamente ai lavoratori le notizie di cui veniva in possesso. La frequente citazione della nostra sigla su vari mezzi di stampa è stata la conseguenza del fatto che i nostri comunicati erano, in pratica, gli unici disponibili.

Da quando uscimmo con un commento critico sulla notizia della fusione, la sequenza degli avvenimenti ha, purtroppo, confermato il materializzarsi di molte nostre preoccupazioni.

Il primo fatto grave è stata la cessione degli (iniziali) 193 sportelli di Banca Intesa, insieme a Cariparma e Friuladria, a Credit Agricole.

L'evento spiacevole è stato conosciuto dagli interessati (i ceduti) attraverso un fax contenente l'elenco delle filiali vendute: così ognuno poteva verificare se era o meno tra i fortunati.

Per mantenere la suspence, Banca Intesa ha provveduto, nel frattempo, a modificare l'elenco, facendo rientrare una trentina di filiali e cedendone altre quaranta.

Questa volta, perlomeno, i responsabili dei punti operativi coinvolti sono stati convocati e resi edotti a voce dei nuovi sviluppi.

Nel frattempo, cominciava a circolare la voce che, forse per far capire a tutti che aria tirava, Banca Intesa aveva rivolto un "invito" alle dimissioni ad una sessantina di dirigenti. Fatte le opportune verifiche, la Cub-Sallca decideva di rendere pubbliche queste indiscrezioni, pubblicate anche dai giornali e mai smentite dalla banca.

Intanto qualcosa cambiava nei delicati "equilibri" che dovevano essere mantenuti tra Intesa e Sanpaolo. La nomina dell'amministratore delegato del Sanpaolo, Iozzo, alla Cassa Depositi e Prestiti, determinava l'improvvisa e clamorosa uscita di scena di un punto di riferimento fondamentale per il management Sanpaolo.

A questo si univa il fatto che, nei cosiddetti cantieri di lavoro, per l'integrazione di vari settori delle banche, i dirigenti di Intesa operavano in modo metodico, seguendo un piano preciso, mentre quelli del Sanpaolo davano l'idea di improvvisazione e dell'assenza di coordinamento.

Tutte queste informazioni le abbiamo portate anche nell'audizione della Cub-Sallca con la commissione del Comune di Torino .

Vorremmo essere molto chiari su questo punto: la Cub-Sallca non si fa portavoce di interessi localistici o aziendali. La Cub-Sallca è il sindacato di tutti i lavoratori e, proprio per questo, ritiene che l'equilibrio tra le banche e tra i territori, tutti, sia nell'interesse di tutti i dipendenti.

Oggi assistiamo a un netto sbilanciamento a favore di Intesa, o, meglio, di chi sta alla sua guida, Passera e Micheli, i cui precedenti, in Banca Intesa e fuori, non ci inducono certo alla serenità.

Veniamo ora all'altro pezzo forte della vicenda, la trattativa sul fondo esuberi. Una trattativa partita nel più assoluto silenzio, senza consultare i lavoratori, con pochissime informazioni (sono due mesi che invochiamo le assemblee), e condotta parallelamente e separatamente al Sanpaolo ed in Intesa.

Il punto di partenza era l'attivazione del fondo per tutti coloro che avevano i requisiti per andare in pensione entro il 2011, e che avrebbero dovuto uscire, su base volontaria, entro la fine del 2006. Gli incentivi offerti dalle banche dovevano essere di una mensilità in Intesa e di circa otto medie per il Sanpaolo.

Dopo varie evoluzioni della trattativa, di cui, per quanto possibile, abbiamo cercato di dare conto ai lavoratori, nella notte tra 30 novembre e 1 dicembre si è giunti alla firma dell'accordo.

Rispetto alla partenza della trattativa, è certo positivo che sia stata accantonata la vergogna di incentivi differenti e discriminanti tra le due aziende. L'importo è uguale per tutti, anche se, complessivamente, l'esborso complessivo per la nuova banca non cambia, con l'incentivo comune collocato appena sopra una media, a metà strada, tra le due proposte aziendali.

Meglio anche la dilazione delle uscite nel corso del 2007 e temperate da qualche assunzione in apprendistato e dall'attivazione delle liste di trasferimento, ma la domanda è: perché attivare il fondo esuberi, ancorché su base volontaria, prima che sia stato presentato un piano industriale e siano stati verificati gli effetti dei processi di integrazione? Oltretutto parliamo di due banche che, con modalità diverse, hanno già attivato il Fondo in anni recenti, e gli organici non ci paiono proprio sovrabbondanti.

Non possiamo negare che, nella fusione tra due banche di queste dimensioni, sia inevitabile che si determinino eccedenze di personale, ma perché agire in via preventiva? Che di questo si tratti lo conferma la lettura dell'accordo, che, in premessa, recita: "le parti, pertanto, al fine di prevenire (sic!!!) per quanto possibile almeno parte delle probabili tensioni occupazionali e le relative eccedenze quali/quantitative derivanti dalle necessarie sinergie, pur nelle more della definizione del relativo Piano industriale […..] hanno condiviso l'intento di attivare il Fondo di Solidarietà […] in forma esclusivamente volontaria.

Riteniamo non sia estremista e velleitario, ma solo razionale, sostenere che un eventuale uso del Fondo sarebbe dovuto avvenire solo dopo la presentazione del Piano Industriale e la verifica delle sua credibilità.

Ci pare, invece, che questo modo di procedere sia un invito al "si salvi chi può", per cui i fortunati che hanno i requisiti possono fuggire, mentre gli altri resteranno in un contesto di organici sempre più ridotti e di condizioni lavorative sempre più deteriorate.

Non cambieremo la nostra valutazione per qualche aumento, magari in azioni, sul Vap. Il disagio lavorativo non si monetizza.

La Cub-Sallca intende seguire un'altra strada e continuerà a lavorare per l'unità di tutti i lavoratori e a sollecitare la loro mobilitazione per contrastare la crescente arroganza dei manager della nuova banca.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A

Banca Intesa                    SanpaoloIMI

www.sallcacub.org

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