TFR ai fondi pensione: no grazie !
Anche per i lavoratori bancari ed assicurativi si pone, entro il 30 giugno 2007, la questione di scegliere la destinazione del TFR di futura maturazione.
L'importanza della decisione rende necessario informarsi attentamente e decidere con calma, non lasciandosi influenzare dalla propaganda, troppo spesso interessata, di un ampio arco di forze (gran parte dei partiti di governo ed opposizione, i sindacati concertativi, le banche e le assicurazioni, opinionisti e mezzi di dis-informazione) che hanno costituito un fronte compatto per pubblicizzare la bontà della scelta in favore dei fondi pensione.
Ricordiamo che, se il lavoratore non dà l'indicazione contraria per iscritto entro il 30 giugno, il TFR in maturazione in base al "silenzio assenso" verrà trasferito ai fondi pensione. Infatti, il Governo, anche su richiesta di cgil-cisl-uil, ha anticipato di un anno lo "scippo".
Il TFR ai fondi pensione è per sempre e non può essere revocato.
Il rendimento del TFR è sicuro, quello dei Fondi Pensione non è prevedibile.
Ricordiamo che il TFR (la "liquidazione") è rivalutato annualmente nella misura fissa del 1,5% più 0,75% per ogni punto di aumento dei prezzi. Per esempio, a fronte di un aumento del 2% dell'inflazione "ufficiale" è rivalutato del 3%.
Nelle aziende con più di 50 dipendenti, il TFR dei lavoratori che avranno comunicato la loro contrarietà al trasferimento al fondo pensione, sarà accantonato presso un fondo della tesoreria statale istituito presso l'INPS. E' questo un passaggio che va analizzato bene perché, ci pare, rappresenta il frutto velenoso del "governo amico", una trovata molto furbesca per insinuare, nei lavoratori, nuove paure od incertezze ed indurli a versare "spontaneamente" il loro TFR nei fondi.
In realtà, il TFR di futura maturazione transita solamente all'Inps, che crea una posizione individuale che verrà aggiornata con i versamenti successivi e la rivalutazione prevista per legge. Nulla cambia quindi per il lavoratore in termini di rendimento, possibilità di anticipazione e erogazione finale.
E' chiaro che i soldi dei lavoratori finiranno transitoriamente allo stato che li potrà utilizzerà per le opere pubbliche (alcune molto discutibili) ma la stessa cosa (o peggio) può dirsi per gli investimenti dei Fondi sui mercati finanziari globali.
Inoltre, sostenere che il TFR, finito nelle mani dello Stato, è a rischio di non restituzione, significa che si ritiene a rischio un qualsiasi investimento in Bot o altri titoli di stato.
Naturalmente nessuno può garantire che lo stato italiano non fallisca, ma è difficile sostenere che la stessa cosa non possa (e più probabilmente) capitare ad una banca o assicurazione che promuove un Fondo (è già capitato proprio nel nostro settore, vedi vicenda Sicilcassa…).
Per il resto, la storia è nota. Da un oltre un decennio, i Governi di vario colore hanno imposto pesanti controriforme previdenziali (puntualmente avallate da cgil-cisl-uil) che hanno drasticamente ridotto il grado di copertura delle pensioni pubbliche. Oggi "ci si rende conto" che esse sono diventate del tutto insufficienti, in particolare per le attuali giovani generazioni e allora si richiede ai lavoratori di destinare il loro TFR (che ripetiamo è salario differito) per "tappare il buco". Naturalmente, per questo ennesimo sacrificio, sono previsti milioni di euro di compensazione…. che però, incredibilmente, andranno alle imprese, private di una fonte di finanziamento a basso costo sulla quale hanno lucrato per anni….
Un'operazione vergognosa, per spiegare la bontà della quale verranno impiegati in propaganda altre palate di milioni di euro da parte di Governo, banche ed assicurazioni ed anche sindacati concertativi. E' per questo che consigliamo i lavoratori di diffidare dalle informazioni troppo semplicistiche ed affrettate che vengono fornite in questi giorni. Inoltre, massima attenzione va prestata al pressing dei tanti sindacalisti-piazzisti che caldeggeranno l'adesione a quei fondi nei cui Consigli d'Amministrazione siedono i rappresentanti delle loro organizzazioni: un'edificante esempio di flagrante conflitto d'interesse!
Al di là delle questioni politiche e sindacali di carattere generale (il successo dell'operazione significa il definitivo affossamento della previdenza pubblica), ad oggi rimane indimostrata la convenienza economica del trasferimento del TFR ai Fondi Pensione (non a caso sono pochissimi i fondi che garantiscono un tasso minimo di rivalutazione paragonabile a quello del TFR). Al contrario, si rinuncia ad un rendimento modesto ma sicuro per alimentare uno strumento per sua natura incerto ed esposto ai rischi dei mercati finanziari.
Il Sallca-Cub si batte:
- per il rilancio della previdenza pubblica;
- contro lo "scippo del Tfr" ed il meccanismo del silenzio assenso;
- per una piena disponibilità del TFR da parte dei lavoratori e per una sua eventuale, consapevole, destinazione a finalità previdenziali solo nel quadro di un rilancio della previdenza pubblica e non per consegnarlo alla borsa, alla speculazione e agli affaristi;
- per la parità di trattamento degli assunti tra il 28 aprile '93 ed il 31 dicembre '06 ai quali, se hanno già conferito il TFR ad un Fondo per beneficiare del contributo aziendale, viene oggi sottratta ogni ulteriore possibilità di scelta.
Ricordiamo ancora che, mentre la scelta di mantenere il TFR è modificabile in ogni momento, la scelta di versarlo nei fondi è irreversibile e che chi, assunto a tempo indeterminato, non opera una scelta entro il 30 giugno si vedrà versare d'ufficio il TFR in uno dei fondi aziendali o di categoria.
Per ogni chiarimento "tecnico" contattate i nostri delegati o inviateci una mail.
C.U.B. – S.A.L.L.C.A.
www.sallcacub.org – sallca.cub@libero.it
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