ASSEMBLEA GENERALE DEL 26/2: INTERVENTO EX-COMIT
Mi chiamo Raffaella Amicucci sono una sindacalista della CUB/SALLCA, ex dipendente COMIT.
Intervengo per raccontarvi dal mio punto di vista, sicuramente condiviso da molti altri lavoratori e lavoratrici, il nostro vissuto di sei anni, da quando fu incorporata la Comit in INTESA
Il mio intervento, pur riferendosi a esperienze micidiali per i diritti e la dignità dei colleghi, non è certo fatto per accrescere le vostre giustificatissime preoccupazioni, ma -al contrario- per sostenere che l'unità di tutti lavoratori e di tutte le OOSS presenti in INTESA SANPAOLO, senza discriminazioni, può far capire subito a Passera, Bazzoli e MICHELI che questa grande banca non possono costruirla solo per rimettersi in tasca favolose stock option, ma devono rispettare la dignità e i diritti di chi lavora e le esigenze della clientela.
Credo che voi tutti sappiate che questi diritti e queste esigenze vennero completamente azzerati in occasione della incorporazione della COMIT in INTESA, e pertanto su questo non mi dilungo.
Vi ricordo soltanto che (tra Italia e estero) furono 20.000 i lavoratori esodati, e in INTESA si ebbe il primo caso nel settore del credito di un accordo sindacati/azienda che ha consentito il licenziamento di chi non era disposto all'uscita volontaria senza alcun incentivo.
Vi ricordo anche che , già prima del piano Industriale 2003/05, Passera impose di vendere decine e decine di sportelli delle ex reti (Bav-Cariplo e Comit). I colleghi coinvolti appresero la notizia dal tam tam interno , come oggi i colleghi venduti al Crédit Agricole l'hanno appreso via fax. Persone vendute come suppellettili, senza che nessuna OO.SS. concertante si sia mai preoccupata (allora come adesso) di informare sulla possibilità di esercitare il diritto di opzione, vale a dire il diritto di ogni singolo lavoratore di accettare o meno la cessione del proprio contratto di lavoro.
L'uscita di queste migliaia di colleghi ha ridotto l'organico al lastrico, con ritmi di lavoro pesanti e impossibilità di fornire un servizio adeguato alla clientela (con perdita programmata di clientela, soprattutto ditte).
La strategia di Bazoli, che ha programmato e ottenuto la distruzione della COMIT, prevedeva volutamente che tutto ciò avvenisse con palese acrimonia e disprezzo, per ottenere che decine e decine di lavoratori si licenziassero per fuggire verso altre banche. E per molti che sono rimasti il pensiero corrente è che questa sia una scelta ineluttabile.
Hanno distrutto in tanti di noi quella voglia sana del lavoro, e in molti hanno distrutto l'animo. Passera e Bazoli praticano la tattica dell'uno contro l'altro e sono riusciti a indebolirci.
Per Passera, "fare squadra" significa che ognuno deve saper combattere contro tutti gli altri del gruppo.
A tutt'oggi, per nessuno, non esiste assolutamente uno spirito di appartenenza a Banca Intesa: ogni collega ha conservato soltanto i riferimenti alla sua ex rete, perché le condizioni di lavoro sono peggiorate per tutti.
Non ho tempo per entrare nel merito degli accordi sottoscritti senza battere ciglio per peggiorare vari aspetti del CCNL e/o per eludere diritti previsti dalla legge.
Vi dico soltanto che in Banca Intesa non è mai stato firmato un CIA, non sono stati ancora eletti gli RLS, ecc. ecc. ecc.
L'opinione diffusa fra i colleghi di Banca Intesa è che il peggioramento delle nostre condizioni si è potuto realizzare anche a causa dell''atteggiamento di accondiscendenza e di sudditanza delle OOSS concertanti
Io ed altri colleghi pensiamo che cambiare rotta si può: sarebbe pazzesco rassegnarsi a questa deriva; bisogna esigere i nostri diritti e non farceli calpestare.
Bisogna che le OOSS rappresentino le istanze di lavoratrici e lavoratori; bisogna che li ascoltino, che siano propositive e non siano il megafono di Passera e Bazoli .
L'arroganza di questi signori si può sconfiggere. Siamo qui in tanti e sono sicura che ce la possiamo fare, a condizione di non dar retta a chi ci vuole dividere. Tutti insieme possiamo costruire una sana banca Intesa Sanpaolo.
GRAZIE.
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