Una premessa necessaria. Sono Claudio Bettarello ed il mio è un intervento di carattere collettivo a nome del Sallca-Cub, il sindacato di base.
Abbiamo scelto questa modalità (al posto di prenotare 4 o 5 interventi) perché riteniamo di avere il diritto/dovere di dire la nostra anche in questa occasione ma condividiamo l'obiettivo di lasciare ampio spazio ai lavoratori ed al dibattito. Quindi sforerò solo di qualche minuto.

Non c'e' tempo e comunque non riteniamo nemmeno utile in questa occasione entrare nel merito delle cose dette nella relazione.
Così come non riteniamo utile sottolineare ancora una volta le differenze, vistose peraltro, che ci sono state fin dall'inizio di questa vicenda (fin dalla firma che continuiamo a ritenere affrettata del Fondo Esuberi) tra le posizioni del sindacato di base e quelle delle 9 sigle (l'ennagono).
Crediamo che le lavoratrici ed i lavoratori, soprattutto di Torino e provincia, abbiano tutti gli elementi di giudizio necessari e comunque restano i nostri volantini e le tante iniziative che abbiamo fatto e delle quali siamo molto orgogliosi.

Ma oggi è oggi, e vogliamo soffermarci su un unico punto, perché lo riteniamo di importanza decisiva in questo momento. Vogliamo con voi provare a rispondere a questa domanda: che cos'è e a che cosa serve questa assemblea?
Francamente non lo abbiamo capito benissimo e anche la relazione da questo punto di vista non ci ha certo aiutato.

Noi pensiamo che questa possa essere o un'assemblea di informazione-rassicurazione o un'assemblea di informazione-mobilitazione.
Nel primo caso (l'informazione-rassicurazione) siamo evidentemente all'interno di un percorso che ben conosciamo (soprattutto al sanpaolo) e che prevede una forte centralizzazione della trattativa nelle mani delle impermeabili segreterie dell'ennagono (e badate bene che in questo caso il rischio è che la trattativa centralizzata non voglia dire Torino o Milano, ma Roma, le segreterie nazionali). In questo modello la categoria è sì chiamata ogni tanto alla lotta ma attraverso quella che io ho sempre definito la teoria dell"'interruttore".
Si fa uno sciopero o due nei momenti in cui serve a rafforzare "il tavolo" ma quanto qualcuno ritiene che sia sufficiente, basta, si va in assemblea e si fa alzare la mano.
E' questo un modello che noi abbiamo sempre contestato ma che questa volta ci pare addirittura suicida! E' chiaro che se questa è la scelta non ci interessa.

Oppure questa può essere un'assemblea di informazione-mobilitazione il che non vuol dire, ovviamente, che si debba chiudere la banca per una settimana da domani ma che occorre mettere in campo da subito delle iniziative decise, rispondere colpo su colpo, mantenere alto il coinvolgimento dei lavoratori e soprattutto, lo dirò in conclusione, definire i contenuti, gli obiettivi della mobilitazione.  
Guardate sembrerebbe scontato che così debba essere, ma in realtà il dibattito interno alle sigle sindacali è molto duro ed articolato e noi qui vogliamo segnalare due questioni.

La prima è che se davvero quest'assemblea non deve essere di rassicurazione ma di preparazione alla mobilitazione essa va replicata al più presto su tutto il territorio nazionale (a partire dalle grandi piazze) e per tutte le aziende del gruppo. Non può essere come il precedente giro di assemblee che è stato fatto solo a Torino e da poche altre parti…

La seconda (ed è l'unico accenno polemico che mi permetto) è il segnale che è stato dato da una trattativa indecentemente ferma per settimane in attesa che si definisse il numero dei sindacalisti della delegazione trattante: 90, 99, 108…oltre a tutte le altre disgrazie della fusione abbiamo pure dovuto ripassare la tabellina del 9….
Guardate io non sottovaluto la difficoltà di queste cose ma mi sembra evidente che questa lotta per far parte della delegazione trattante evidenzi come sia ancora troppo diffusa tra i vertici dell'ennagono l'idea che quella sia la stanza che conta, quella delle decisioni. Altrimenti, basterebbe che la delegazione trattante fosse composta da qualche portavoce e dai sindacalisti migliori dal punto di vista tecnico.

Quale modello prevarrà? Vedremo ma davvero, e senza retorica, noi crediamo che un ruolo decisivo spetti a voi. Lo sappiamo tutti, l'assemblea di oggi è già un frutto non tanto delle pressioni del sindacato di base ma delle vostre, delle mail collettive, delle dimissioni praticate o minacciate, del vostro protagonismo. Continuate così.    

Per quanto ci riguarda, se dall'assemblea di oggi usciranno segnali precisi nella direzione che auspichiamo, quella di un maggior coinvolgimento dei lavoratori e dell'apertura di una fase di vertenzialità e di conflitto come strumento di pressione sulla trattativa, noi faremo la nostra parte.
E alle sigle diciamo: se questa sarà la vostra scelta siamo destinati ad incontrarci più facilmente. E allora parliamoci: troviamo un tempo, un luogo, una modalità con cui confrontarci su contenuti e forme di lotta

Se volete tornare ad essere percepiti come portatori di un sistema di valori davvero alternativo a quello dei top manager aziendali, non comportatevi mai come loro.
Il fatto che le aziende non ci riconoscono e che infatti Intesa Sanpaolo, benché da noi sollecitata, non abbia accettato di incontrarci non dovrebbe avere per voi alcuna importanza!!

In ogni caso, in ogni caso, e quindi anche se tra di noi non ci sarà alcun confronto preventivo, il SALLCA-CUB aderirà unilateralmente e si impegnerà sino in fondo per il successo di tutte le iniziative di mobilitazione e lotta che voi autonomamente deciderete. Se le deciderete.
Insomma, se voi state fermi per noi è difficile, la banca è enorme, ma se voi vi muovete almeno un po' noi soffieremo nello stesso momento e nella stessa direzione. Purché, naturalmente, la strada sia quella giusta e per noi, da questo punto di vista, le questioni fondamentali continuano ad essere:

  1. un rapporto democratico e trasparente tra delegazione trattante e categoria (comprendendo anche in questa i delegati sindacali di base di tutte le sigle);
  2. la predisposizione ad una lotta dura e di lungo periodo che sappia mettere in campo, in modo intelligente, tutti gli strumenti a nostra disposizione sia quelli classicamente sindacali (nelle varie modalità), sia i rapporti con l'utenza, i mass media e…gli uffici legali.  
  3. la costruzione di una nostra piattaforma rivendicativa, con contenuti e obiettivi chiari, condivisi e verificabili dai lavoratori. Non era una piattaforma quel documento che avete presentato al voto nell'ultimo parzialissimo giro di assemblee. Non è una piattaforma nemmeno "la difesa dell'integrativo sanpaolo": uno slogan che è troppo e troppo poco nello stesso tempo e comunque non parla ai colleghi di Intesa, non parla ai futuri assunti della superbanca, non parla ai colleghi ceduti, non parla a chi rifiuterà lo scivolo e verrà mobbizzato, non parla ai due giovani cassieri a tempo determinato licenziati a Roma, non parla ai lavoratori di sede centrale cui questi giorni viene concesso il trasferimento a Milano in punta di fatto e non di diritto !!

Voi date l'impressione di aspettare che l'azienda vi dica cosa vuole tagliare e poi provare a difenderlo.. e' sbagliato.

Guardate, io non credo che oggi i lavoratori vi chiedano garanzie di successo, e comunque non ve le chiede il sindacato di base perché, per nostra impostazione ideale, noi crediamo che il successo in una trattativa così difficile sia nelle mani del protagonismo dei lavoratori. Ma questo protagonismo va alimentato e guidato, non soffocato!!

Ci vogliono democrazia, trasparenza, idee ed un po' di coraggio.

Grazie!! 

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