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L'assemblea cui sono chiamati i lavoratori della provincia di Torino della "Superbanca" il 26/2 è a metà tra uno sciopero ed una manifestazione pubblica. Ci sembra arduo convocare 6000 persone in uno spazio che ne può contenere al massimo 1500 e poi pensare di aprire un confronto reale. Tuttavia occorre partire anche da qui per riflettere, agire, spronare. La fusione è stata annunciata 6 mesi fa. I primi tre mesi hanno visto la totale latitanza dei nove sindacati raggruppati nel blocco, mentre Intesa annunciava la vendita a Credit Agricole di 193 sportelli, insieme a Cariparma e Friuladria (7000 lavoratori totali).

Poi è arrivato l'accordo sul fondo esuberi, che mira a mettere fuori altre 6500 persone. E' stato fatto approvare in alcune rarissime assemblee, concentrate solo al Sanpaolo, a Torino e dintorni, insieme ad una generica "piattaforma" che dava mandato ai sindacati di difendere l'integrativo (quello Sanpaolo, perché quello Intesa non esiste). Prima di Natale l'Antitrust ha chiesto la cessione di altre centinaia di sportelli. I nove sindacati hanno firmato un accordo per prorogare di un anno la validità dell'integrativo Sanpaolo. L'accordo è stato disatteso, a partire da pochi giorni dopo, su una serie di punti importanti, che ormai tutti conoscono.

Nel suo primo mese di vita, la Superbanca ha stabilito modello organizzativo ed organigrammi, con una forte concentrazione del potere nelle mani della dirigenza passeriana e tagli sanguinosi nel management, soprattutto (ma non solo) Sanpaolo. E' di questi giorni la scelta sui sistemi tecnologici dell'intero gruppo, con la salvaguardia di Moncalieri (peraltro parziale: del resto occorre tutelare anche  i centri contabili di Intesa).

Lo sconcerto dei lavoratori è ampio e diffuso, l'incertezza sul proprio futuro molto profonda. I nove sindacati mandano messaggi confusi, incerti tra rassicurazioni formali e rassegnazione all'impotenza. I problemi più urgenti sono sotto gli occhi di tutti: la mobilità, la cessione di lavoratori, la riconversione professionale, la difesa dei diritti  preesistenti. Sono problemi che non aspettano la faticosa ricerca di appropriati equilibri nella formazione delle delegazioni sindacali invitate a trattare. Eppure altri due mesi sono passati invano e  l'accordo del 14/2 è solo in grado di stilare l'elenco delle priorità ed il percorso previsto per discuterle.

Non abbiamo in mano nessuna piattaforma comune dei lavoratori di Intesa Sanpaolo. Il significato è chiaro: tratteremo sulla piattaforma dell'azienda. L'obiettivo è fare sì che le delegazioni decidano, nel chiuso delle loro stanze, quale destino riservare ai lavoratori coinvolti nel processo che porterà, magari in pochi mesi,  alla formazione della prima banca dell'Eurozona. In questo scenario, sarebbero i nove sindacati a decidere cosa merita di essere salvato e cosa deve essere sacrificato sull'altare della produttività, della redditività e delle "sinergie".

Noi pensiamo che non debba finire così, perché un percorso del genere comporterebbe la rinuncia irreversibile a diritti e tutele conquistate negli anni a caro prezzo dai lavoratori tutti.

Noi pensiamo che occorra imprimere una grande svolta a questa vicenda, recuperando il protagonismo dei lavoratori, la loro voglia di difendere le proprie conquiste, il rapporto democratico tra rappresentanti e rappresentati, la vertenzialità ed il conflitto come strumenti di pressione sulla trattativa. Gli scioperi e le lotte non sono residui di un passato di cui vergognarsi: sono il motore dell'avanzamento sociale, perché nessuno ci ha mai regalato niente!

Noi pensiamo che il disincanto e la rassegnazione non debbano prevalere, che si possa ancora recuperare il terreno perduto e che l'esito della fusione possa cambiare di segno. Anziché subire un progressivo svuotamento delle garanzie contrattuali, dobbiamo batterci per l'allargamento a tutte le società del gruppo delle migliori tutele presenti in ognuna di esse. Aprendo un dibattito serio e capillare in tutta la categoria, è possibile capovolgere la disillusione generale in forza collettiva organizzata, per costruire una vertenza vincente, su obiettivi chiari e condivisi. Se dall'assemblea di oggi sarà possibile cogliere questo segnale, noi continueremo a fare la nostra parte. Sperando di essere in buona compagnia!

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni
INTESA SANPAOLO

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