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Siamo all'ennesima puntata della vicenda relativa alle Tesorerie Enti Pubblici.

La normativa italiana prevede che comuni, province e regioni debbano avere un Tesoriere, che maneggi il denaro dell'ente per consentire l'espletamento delle funzioni istituzionali.

Per legge questo servizio di Tesoreria deve essere svolto da una banca.

Nonostante la norma sia ben chiara, UniCredit  Banca Spa nel 2003, decideva -unica in Italia- di effettuare una disinvolta operazione: scindere in due il servizio Tesoreria Enti Pubblici, mantenendo alla banca un presunto ruolo commerciale (ritenendo così di ottemperare formalmente all'obbligo di legge) e cedendo la presunta  parte operativa (e 239 lavoratori) ad una società di servizi (pur appartenente al gruppo Unicredito), denominata UPA,  che non è una banca e che, nel proprio oggetto sociale, non ha affatto il servizio di Tesoreria enti locali.

Il nostro sindacato fu l'unico ad opporsi al progetto, mobilitando i lavoratori, in particolare quelli della Tesoreria comunale di Torino.

Anche a seguito di uno sciopero indetto dal nostro sindacato, il Comune di Torino riuniva la III°Commissione consiliare il 16.12.2003. In quella sede, non solo il nostro sindacato, ma anche tutte le altre sigle sindacali, non potevano fare altro che confermare la nostra tesi: non fattibilità giuridica ed operativa del progetto UniCredit Banca Spa.

Nonostante questa presa di posizione, l'UniCredit Banca, nel gennaio del 2004, firmava a Milano con le OO.SS (ad esclusione dela FABI e della nostra sigla) l'Accordo di cessione della parte operativa delle Tesorerie Enti Pubblici e dei 239 addetti, ai quali nessuno aveva mai chiesto il consenso.

Sebbene l'esperienza quotidiana abbia dimostrato come la scelta operata dal Gruppo Unicredito sia stata fallimentare dal punto di vista operativo, l'azienda ha continuato a percorrere una strada senza uscita e oggi siamo in presenza di una nuova sconcertante decisione: lo spostamento dei lavoratori e delle lavorazioni della Tesoreria del Comune di Torino dalla sede naturale di Via Bellezia (sede storica) al palazzo di Via.Nizza 150.

Anche a seguito dell'immediata segnalazione del provvedimento ai vertici del comune di Torino, da parte della nostra organizzazione, il 26 gennaio c.a. il comune di Torino convocava i rappresentanti di UniCredit Banca Spa  per capire cosa stava accadendo.

I lavoratori di Via Bellezia nel frattempo venivano lasciati nella più profonda incertezza, con un continuo slittamento delle date fissate per il trasloco, e notizie contraddittorie e in continuo mutamento sui nomi di chi deve rimanere in Via Bellezia e chi trasferirsi in Via Nizza, fino all'epilogo finale (con ancora qualche appendice).

Il 28 gennaio appariva su La Repubblica una lettera di un cittadino che protestava per il trasloco della Tesoreria di Via Bellezia, a dimostrazione di come anche l'utenza venga penalizzata da questa scelta.

Da parte nostra non possiamo che confermare la netta opposizione alle scelte aziendali.

Abbiamo già avviato una causa pilota per il rientro in banca di un lavoratore ceduto (17 aprile la prima udienza), perché per noi esiste solo una strada praticabile: fare rientrare il servizio Tesoreria Enti Pubblici in banca e fare rientrare tutti i lavoratori ceduti che ne facciano richiesta.

 C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni
GRUPPO UNICREDITO 

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