CONTRATTO NAZIONALE: CHI HA BUONA MEMORIA PREDICE ANCHE IL FUTURO
Sono passati circa due anni dalla firma dell'ultimo contratto nazionale: era il febbraio del 2005 e, dopo pochi mesi, il contratto appena rinnovato sarebbe nuovamente scaduto.
In quell'occasione ci ritrovammo a criticare la firma del contratto con l'insolita compagnia della Fabi, che, con argomenti non coincidenti con i nostri, si schierò contro.
Sapevamo già che l'opposizione della Fabi era "tattica", dovuta a litigi con le altre sigle e non a scelte di fondo alternative.
Subito dopo, infatti, il sindacato autonomo (che si sarebbe successivamente federato alla Cisl) firmava il contratto (prima criticato) per adesione, adducendo a motivo di tale scelta la possibilità di disdirlo, subito dopo la scadenza di dicembre 2005, presentando una nuova piattaforma e acquisendo così, per i lavoratori, l'indennità di vacanza contrattuale.
Lo scenario delineatosi nel 2006 è stato completamente diverso.
La Fabi è rientrata nei ranghi, le sigle sindacali si sono ricompattate, anzi si è costituito il mitico tavolo a nove (l'ennagono), con dentro tutte le sigle (esclusa la nostra) confederali e autonome, di destra e di sinistra, di sopra e di sotto.
A dire il vero, noi abbiamo provato ad interloquire con gli altri sindacati, nella fase di costruzione del tavolo, pur sapendo che le distanze erano notevoli, ma almeno sulle regole democratiche si poteva tentare un approccio. Ricordiamo che siamo l'unico settore a non avere mai eletto le Rappresentanze Sindacali Unitarie – RSU.
Alla nostra lettera le altre sigle sindacali non hanno mai risposto, dimostrando così di essere meno educati delle aziende che, in genere, ci comunicano almeno di non poter trattare con noi in quanto non firmatari di contratto.
Resta il fatto che "l'unità sindacale più grande mai realizzatasi nel settore", ha partorito, un anno e tre mesi dopo la scadenza del contratto precedente, l'agognata piattaforma di rinnovo.
Una piattaforma che, in premessa, riconosce che, a partire dal contratto del '99, le banche hanno fatto tanti utili e i lavoratori magri affari. Affermazione che condividiamo in pieno, solo che i sindacati firmatari anziché vergognarsene se ne vantano anche.
Perlomeno da questa constatazione ha conseguito una richiesta di aumenti salariali che, mascherata da revisione della scala parametrale (le differenze tra i vari livelli retributivi), oggettivamente esce dai limiti del famigerato accordo di luglio '93 (che vincola gli aumenti ai soli recuperi dell'inflazione "ufficiale").
Riteniamo questi aumenti insufficienti in termini assoluti e relativi, perché l'elevata inflazione (quella vera) degli ultimi anni ha colpito, in proporzione, maggiormente i livelli retributivi più bassi, che andrebbero più tutelati.
Prendiamo comunque atto di una richiesta economica che rompe con i vincoli consueti.
Fatta questa osservazione, riteniamo che il resto della piattaforma sia costituito solo dall'enunciazione di affermazioni di principio, alcune anche condivisibili, ma senza traccia di rivendicazioni definite.
Ci pare di rivedere un film già proiettato, dove si fanno bei proclami sapendo che si raggiungeranno risultati scarsi (vedi il Protocollo etico del contratto precedente) e al massimo la creazione di qualche commissione mista in più, condita da tanti bei permessi sindacali. Non vorremmo che per qualche aumento economico ci si preparasse nuovamente a concessioni sulla parte normativa.
La Cub-Sallca sta predisponendo la sua piattaforma, che sarà quanto prima presentata ai lavoratori e successivamente inviata all'Abi.
Noi proveremo a dare indicazioni precise e chiare sui temi principali del contratto:
- Aumenti salariali consistenti per tutti.
- Rafforzamento dell'area contrattuale e vincoli precisi alle delocalizzazioni di attività.
- Controllo sugli orari di fatto, in particolare per le prestazioni dei quadri.
- Lotta intransigente alla precarietà.
- Modifica radicale dei sistemi incentivanti e del loro legame con le politiche commerciali.
Quella presentata dalle nove sigle è una piattaforma insufficiente e indeterminata che rischia, ancora una volta, di tramutarsi in un mandato in bianco ad una delegazione trattante sempre più numerosa, che continua a decidere per i lavoratori senza mai verificare il proprio mandato.
Abbiamo inoltre l'impressione che si stia "prendendo tempo" in attesa dell'esito delle tante trattative di fusione in corso, prima fra tutte quella Intesa Sanpaolo che coinvolge quasi un terzo dei lavoratori del settore.
Per questo la Cub-Sallca dà ai lavoratori un'indicazione di astensione sulla piattaforma presentata dalle 9 sigle.
Un'altra piattaforma è possibile. Costruiscila insieme al sindacato di base.
C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni
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