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L'assemblea svoltasi il 26/2, a Torino, al Teatro Colosseo, con la partecipazione di oltre 3.000 lavoratori Intesa Sanpaolo, ha avuto ampia risonanza nazionale e locale. Tuttavia la grande partecipazione dei lavoratori e la voglia di mobilitarsi per ottenere garanzie concrete nel processo di fusione non sembra avere per nulla cambiato la linea attendista dei nove sindacati che gestiscono la trattativa. Nei vari interventi dei lavoratori saliti sul palco è emersa con forza la voglia di fare qualcosa subito e, soprattutto, di cominciare a discutere democraticamente di una piattaforma comune che unifichi gli interessi di tutti gli addetti coinvolti dalla costituzione della superbanca.

L'intervento fatto a nome della nostra organizzazione ha in particolare evidenziato la necessità di iniziare subito una mobilitazione unitaria, che parta da un capillare giro di assemblee sul tema specifico, che prosegua attraverso l'apertura di una vertenza generale, pronta ad utilizzare tutti gli strumenti disponibili (rapporti con l'utenza, con i mass media, ricorsi legali), in grado di pesare su una trattativa serrata e trasparente, condotta su una piattaforma chiara, costruita insieme da sindacato e lavoratori, su obiettivi ben individuati, condivisibili, aggreganti. Questa piattaforma deve essere in grado di coinvolgere tutte le aziende del gruppo, così come l'insieme dei lavoratori (ceduti, in servizio, neoassunti, esodati, ecc.).

Ci sembrava anche che questo fosse l'intendimento dei vari delegati di base delle altre organizzazioni, che hanno premuto perché si arrivasse a questa assemblea, anche sotto la forte pressione proveniente dalla propria base di iscritti e di simpatizzanti (sotto forma di proteste, mail, dimissioni, inviti a resistere, a mobilitarsi e così via).  

La gestione dell'assemblea da parte dei vertici delle nove sigle trattanti è stata quanto di più deludente si potesse immaginare. Già la relazione iniziale aveva chiaramente lasciato intendere che occorreva attendere il piano industriale della superbanca, atteso per metà aprile, per capire quale tipo di reazione sia conveniente mettere in campo. Inutile quindi disperdere le proprie energie per rintuzzare attacchi marginali, come l'assegno funerario, il circolo ricreativo, le buste paghe sbagliate, l'azzeramento dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Salute e Sicurezza, l'esternalizzazione delle procedure di assunzione. Secondo questa impostazione, nulla si può fare prima del piano industriale. Quindi lasciamo lavorare in pace Bazoli e Passera…

Gli effetti di questo "proficuo" lavoro sono stati illustrati all'assemblea da una nostra militante ex-Comit, che ha ripercorso il processo di distruzione sistematica di dignità e identità professionale a loro riservato dalla dirigenza passeriana dopo l'acquisizione della banca, con annessa cancellazione di diritti contrattuali e consuetudinari.

Dopo una serie di interventi "preconfezionati" da parte di funzionari sindacali a bassa intensità, si è infine arrivati alle conclusioni ufficiali dell'assemblea, svolte da uno dei segretari nazionali protagonisti della trattativa. Il filo conduttore del ragionamento del dirigente si può riassumere nell'esigenza di affrontare e gestire tutti i problemi che via via si presentano nell'ambito di una trattativa centralizzata che deve tenere conto di tutti gli interessi coinvolti, senza farsi "distrarre" né dalle pressioni della piazza, né da fattori emotivi o passionali. Si tratta di gestire un processo di fusione complesso, che non è però diverso da quelli che nei 15 anni precedenti hanno portato alla formazione delle due attuali banche capogruppo. La sintesi è dunque: lasciateci lavorare e fidatevi di noi; la mobilitazione non serve, una piattaforma rivendicativa neanche, è meglio un mandato in bianco, da utilizzare in ogni circostanza, a nostra discrezione.

E' evidente che tale esito è molto distante dalle nostre aspettative e da quelle espresse dai lavoratori.

La mobilitazione deve iniziare subito e le assemblee sul CCNL devono essere utilizzate per affrontare con urgenza e priorità le problematiche connesse alla fusione.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. – INTESA SANPAOLO

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