BREVE RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA
CON LE LAVORATRICI ED I LAVORATORI DELLE FILIALI "CEDUTE" DI TORINO E PROVINCIA

Mercoledì 23 maggio si è svolta la prevista assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori delle filiali cedute di Torino e provincia organizzata dalla Cub-Sallca. 

Nella relazione introduttiva abbiamo presentato le nostre proposte, già riassunte nel volantino "Filiali cedute, è ora di mobilitarsi".

In rapida sintesi, noi riteniamo di dover affermare il principio di volontarietà dei lavoratori che devono poter scegliere se restare nell'azienda d'origine o trasferirsi in quella che acquista la filiale, ottenendo adeguate tutele ed incentivi anche economici.
Naturalmente non sarà agevole imporre questa posizione all'azienda, ma riteniamo di dover percorrere questa strada usando due strumenti: quello della lotta sindacale e quello legale.

Riguardo al primo punto, è evidente che le trattative di fusione, finora, non hanno prodotto altri risultati che l'accordo sugli esuberi, con conseguente taglio degli organici (le assunzioni tanto decantate saranno in ragione di una per ogni dieci esodati) e l'accordo sulla cessione a Friuladria, probabilmente il peggiore in materia mai siglato nel settore e che è destinato ad incidere negativamente anche sugli accordi relativi alle altre filiali in vendita.

Riteniamo sia giunto il momento di mobilitare tutti i lavoratori come forma di pressione su una trattativa di fusione che non sta portando risultati e per ottenere un accordo ben più avanzato sulla vendita degli sportelli, che deve costituire una garanzia per tutto il gruppo, per le cessioni in essere e per le eventuali future.

Per la parte legale, noi riteniamo praticabili le cause per contestare la cessione di ramo d'azienda e ottenerne l'annullamento se non c'è il consenso del lavoratore. Esiste un precedente favorevole, insufficiente a farci dire che la vittoria è scontata, ma sufficiente a farci dire che è il caso di provarci.

In ogni caso, sarà importante che tutti i lavoratori coinvolti facciano partire la lettera (che il nostro legale sta preparando) per la contestazione della cessione. Questa lettera non ha altre controindicazioni, oltre il costo della raccomandata, perché si limita a garantire il diritto per 5 anni a fare la causa, se e quando il lavoratore lo riterrà opportuno, evitando che la prescrizione lo cancelli.

La discussione con i lavoratori è stata piuttosto animata e ricca di spunti di riflessione. La posizione che abbiamo illustrato ha trovato l'interesse e, ci pare, il consenso della trentina di colleghi presenti, in rappresentanza di quasi altrettanti punti operativi.

E' la posizione che stiamo discutendo con tutti i lavoratori che ci hanno contattato, di varie città del nord e del sud, nelle quali siamo andati o andremo a tenere riunioni analoghe a quella di Torino.

In particolare si sono già svolti incontri ad Imperia e Napoli (di quest'ultimo alleghiamo l'articolo uscito il 31 maggio sul quotidiano Il Mattino), mentre sono in corso di preparazione quelli di Bergamo e di Alessandria. 

L'allargamento della rete di contatti tra lavoratori delle filiali cedute, tra i quali vi sono rappresentanti sindacali anche di altre sigle sindacali che stanno collaborando con noi, ci induce ad un moderato ottimismo sul prosieguo della vicenda, sui cui sviluppi non mancheremo di informarvi.

C.U.B. – S.A.L.L.C.A.
Intesa Sanpaolo

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