Siamo piuttosto sorpresi che un'azienda come Intesa Sanpaolo, sempre molto attenta al contenimento dei costi, abbia deciso di spendere soldi con una società esterna per svolgere un'indagine sul clima aziendale (la mail che tutti avrete ricevuto).Ma bastava chiederlo a noi, gratis! Cosa volevano mai sapere?

Come sono contenti i colleghi delle filiali cedute con scarso rispetto e con accordi che garantiscono ben poco?

Come sono contenti i colleghi pendolari che per fare il loro vecchio lavoro (anche di una certa professionalità) devono viaggiare tutti i giorni (e devono anche pretendere il rispetto della normativa sul pendolarismo)? O i colleghi deportati nei poli di back office?

Ricordiamo l'entusiasmo dei colleghi che fanno consulenza e che sono sottoposti a budget sempre più irrangiungibili. 

Non parliamo del brivido di piacere che provano i cassieri delle filiali più volte rapinate.

In generale siamo tutti estasiati di lavorare in molte filiali e uffici di sede sotto organico (con la complicità dei vertici sindacali trattanti, che hanno firmato l'accordo sugli esodi volontari di cui vediamo oggi il risultato: 4.000 esodati a fronte di 460 assunzioni).

D'altronde lo sciopero del 28 giugno ha mandato un segnale preciso sul "clima aziendale", senza dimenticare che c'è anche qualcuno, tra gli stessi sindacati trattanti, che prova ancora a combattere (vedi sciopero in Carive del 15 giugno) e in questi casi i lavoratori rispondono.

A meno che per clima aziendale non si intendano i continui guasti agli impianti di climatizzazione, troppo vecchi ed usurati, di numerosi punti operativi ….

In attesa di dare nuovamente risposte appropriate sul piano sindacale ai problemi ricordati, riteniamo, al momento, di poter suggerire ai colleghi di rispondere con un "gelido" silenzio al questionario sul clima aziendale. Se poi qualcuno volesse proprio rispondere, tanto vale farlo esternando fino in fondo il proprio pensiero.

C.U.B. – S.A.L.L.C.A.     Intesa Sanpaolo

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