Intervento di Riccardo Dobrilla esponente del "Comitato per la tutela degli iscritti al Fondo Pensioni della Cassa di Risparmio di Roma" e Dirigente Provinciale della CUB-SALLCA.

Per coloro che non avessero partecipato alla precedente assemblea ripeto che più che azionista sono il Presidente del Comitato sorto per la tutela del Fondo Pensioni della Cassa di Risparmio di Roma. I piccoli azionisti ormai contano meno del due a briscola, lo strapotere di coloro che conducono il patto di sindacato esautora questa assemblea, che dovrebbe essere sovrana, da ogni significato pro-prio, anche nei confronti di coloro che detengono significativi pacchetti d'azioni, come, ad esempio, la storica Fondazione della Cassa di Risparmio, per cui, dopo aver udito le risposte che il nostro  Presidente e l'allora Amm.re Delegato, Matteo Arpe, diedero alla fine della passata assemblea a me ed agli altri sei colleghi intervenuti in ordine al ns. problema previdenziale, assicurandoci che in breve tempo gli avrebbero trovato una positiva soluzione, allora pensai che mai più sarei intervenuto ad un'altra assemblea.
Invece eccomi qua, dopo aver dovuto rinunciare al consueto periodo di ferie, al caldo torrido di que- sto 30 luglio 2007, a riprendere la parola nuovamente in questo consesso:  come mai ?
E' possibile che ancora esista il problema del ns. povero Fondo Pensioni ? 
E' possibile che si dia avvio all'unificazione, la chiamano così con un mero eufemismo, con l' Uni- credito, con un buco di bilancio di circa 600 milioni di euro ?
E' possibile che persone autorevoli che rispondono al nome di Geronzi ed Arpe che ricoprivano ca- riche di elevatissima importanza non abbiano mantenuto la parola data ?
E' con profondo rammarico che a quest' ultima domanda devo rispondere con un'accusa gravissima ed articolata in conseguenza del fatto che il mio ruolo mi ha portato ad avere contatti diretti con queste  persone o con i loro collaboratori.
Ebbene sì !           
Questi signori  non solo hanno mancato alla parola data ma si sono comportati in modo strumentale e mistificatorio con il solo fine di procrastinare nel tempo le soluzioni, sicuri di poter contare ancora sull'assenza dei controllori, Banca d'Italia, Covip e Collegio Sindacale, sul silenzio dei mezzi d'in- formazione e sulla compiacenza dei sindacati omologati.   
Già nella stesura del verbale ufficiale le parole pronunciate in assemblea sono state, alcune omesse altre modificate ad hoc, Le assicuro, signor Presidente, che abbiamo conservato la registrazione.
Il dr. Arpe, dopo due settimane che reclamavo l'incontro promesso, mi convocò il giorno 8 maggio per l'indomani mattina;  successivamente si seppe che proprio in quel giorno si concretizzò la decisione della sua uscita di scena, al modico prezzo, così si dice, di circa 40 milioni di euro.
Con abile mossa manifestò nuovamente la volontà risolutoria ponendo come scadenza la metà di giugno, ci chiese in cambio una "tregua" nel frattempo e, dichiarandosi struttura non preposta per la determinazione del "quantum", ci indirizzò al Responsabile delle relazioni industriali, con il quale si iniziò una lunga ed improduttiva relazione che purtroppo, da quasi subito, lasciò intravedere il  suo  chiaro intento dilatorio, per altro ripetuto in questi ultimi giorni con i sindacati, servitori, con manifestato  compiacimento degli stessi.
Lei, poi, signor Presidente, è stato così irrispettoso nei nostri confronti da far dire alle persone della sua segreteria che l'incontro da me richiesto mi sarebbe stato concesso non appena possibile: questo ritornello l'ho dovuto sentire per più di un mese, alla fine ho preferito desistere.
Riprendendo ancora dalla passata assemblea e dalla negata concessione della mia richiesta di replica, vorrei ricordare che il Presidente del Collegio sindacale, chiamato a rispondere dei mancati controlli sul rispetto del Regolamento da parte del consigliere Galeota, rimase muto come un pesce e parimenti non si rispose sull'adeguamento alla legge in vigore degli statuti dei Fondi Pensione presenti in azienda.
L'istituto, a tale merito, scrisse una lettera a tutti gli ex CRR qualche giorno prima del fatidico 30 giugno con una tempestività e con un contenuto che, per brevità, preferisco non richiamare ed ag- gettivare come meriterebbero, con il risultato che a noi è stato negato ancora una volta il diritto alla previdenza complementare, come fruito dagli altri  ns. colleghi.
Per concludere sull'etica dei comportamenti aziendali vorrei dire due parole in merito allo sciopero proclamato per la giornata odierna grazie alla CUB Sallca: dapprima, per intimidire ed omettere le prescritte comunicazioni, si è fatta circolare la voce che un sindacato non firmatario di contratto non potesse proclamarlo, alla fine, vista l'impossibilità di sostenere ufficialmente tale tesi, alle ore 18,15 di venerdì 27 ha pubblicato una notizia interna che, richiamando l'intestazione del sito della  Commissione di garanzia, naturalmente sintetico ma corretto, e pur avendo regolarmente ricevuto il testo della dichiarazione di sciopero che recitava " tutte le banche e le società del gruppo Capitalia spa" aveva la spudoratezza di affermare che lo sciopero era stato indetto solo per Capitalia holding.
Un consiglio per i nuovi "padroni" dell'Unicredito: credo sia inutile che perdiate tempo per leggere i dossiers di questi dirigenti!                             
I fatti si commentano da soli.
Prima di dovermi rivolgere ai nuovi dirigenti, io spero ancora, che una qualche forza "sana" , non è possibile che non ce ne sia proprio nessuna, possa, almeno in extremis, porre fine all'ingiustizia che ci colpisce;  in particolare mi rivolgo a Voi rappresentanti di ABN-Ambro che in patria ed in Euro- pa, quella con la E maiuscola, siete così corretti ed osservanti delle leggi e delle norme e che anche in Italia avete dato prova di ciò nell'analogo problema dell'Antonveneta:  come potete permettere che qui, invece, avvengano queste cose ?
Quale oscura manovra Vi impedisce di agire ?
Saremmo lieti che alla fine riusciste a distruggerla o per lo meno ci aiutaste a comprendere quali so-no i veri ostacoli.
A Voi, futuri dirigenti dell'Unicredito, chiedo che, se ancora dovesse permanere, analizziate il ns. problema in modo autonomo senza dare credito agli azzeccagarbugli presenti nelle ns. strutture e Vi confrontiate con vero spirito democratico con tutte le forze presenti in campo senza tenere troppo in conto le posizioni dei sindacati "ufficiali" che da un lato sono in conflitto d'interessi e dall'altro so- no corresponsabili di questa maledettissima faccenda.
Tenete ben presente che fin tanto non sarà trovata soluzione per un'equa pensione integrativa ed aggiuntiva anche per noi, nessuno tra gli ex CRR aderirà alle vostre proposte di esodi incentivati!
Noi, dal canto nostro, certi dei ns. diritti e confortati dalla giurisprudenza, dopo aver già più volte dichiarato di essere disponibili a trovare dei punti d'incontro che, soddisfacendo le nostre richieste minimali, permettano di sanare anzitempo le questioni e di pesare meno sul bilancio della società, preavvertiamo che tale nostra disponibilità non è un sintomo di debolezza e non è nemmeno infini- ta; continueremo la nostra azione con certosina pazienza e con la tenacia con cui la goccia scava la pietra sino al raggiungimento di quanto ci spetta.
Nei prossimi giorni presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica per i fatti più volte illustrati e per tutti i mancati controlli; credo che presto, vista la diretta e soggettiva responsabilità pe- nale prevista dall'ultima legge in materia, fischieranno le orecchie anche a Draghi e Scimia., visto che sono rimasti sordi alle diffide presentate dai nostri avvocati.
Avanziamo l'auspicio che, diversamente dalla precedente assemblea, i nostri interventi ma soprattutto la nostra denuncia venga portata a conoscenza della collettività con la giusta rilevanza da parte di tutti i mezzi d'informazione e diciamo ciò con particolare sottolineatura per l'agenzia ANSA, il cui caporedattore economico è riuscito ad affermare, in un colloquio con il sottoscritto, che è opina- bile che una dettagliata denuncia per un ammanco di circa 600 milioni di euro in una assemblea per l'approvazione del bilancio di una società per azioni tra le principali della nazione sia degna di ap- parire tra le loro notizie.
Si capisce amaramente perche per l'Organizzazione mondiale delle Nazioni, ha posto l'Italia, nella specifica classifica relativa alla libertà di stampa, in una posizione più arretrata di molte nazioni facenti parte del terzo mondo!
E già, si ritorna sempre sul più grande problema che attanaglia il nostro paese: quello morale.
Vorrei concludere manzonianamente, rivolgendomi a Lei , signor Presidente, si ricorda …basta una buona azione per  ecc ecc…….
E' superfluo ribadire che Lei ci ha enormemente deluso e la svendita del Personale del ns. Istituto nella cosiddetta fusione è solo l'ultima grande delusione in ordine di tempo.
Lei è ora in procinto di andare ad occupare la poltrona più importante della Finanza italiana: inizi questo viatico facendoci riconoscere i nostri diritti, vedrà che non se ne pentirà, cominciando in modo diverso questo nuovo cammino, forse, finiranno anche le sue traversie giudiziali.
Termino chiedendo ancora una volta che venga rivalutata la voce di bilancio relativa al Patrimonio del Fondo Pensioni della Cassa di Risparmio di Roma, secondo i dettati del Regolamento.
Annuncio il mio voto contrario per la progettata fusione, dettata da mere esigenze finanziarie a favore di po- chissimi ed a danno di tutti gli altri, per le ricadute occupazionali e per il formarsi di oligarchie do- minanti che, per loro natura, tengono gli interessi della collettività sempre in secondo piano rispetto ai propri profitti.

 

Roma, 30 luglio 2007

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