I dati della Covip confermano che è fallita l'operazione di trasferire il Tfr ai fondi pensione e l'obiettivo di sostituire con i fondi privati la previdenza pubblica.

Nonostante le ingente risorse economiche e il sostegno di larga parte dei mezzi di Informazione e di Cgil/Cisl/Uil in una campagna a senso unico, le adesioni sul numero dei lavoratori interessati sono state circa il 5% ai fondi chiusi e circa il 2,5% ad altre forme.

Anche questi dati confermano l'esigenza e l'urgenza del rilancio della previdenza pubblica.

Secondo i dati diffusi ieri dalla Covip (commissione di vigilanza sui fondi pensione) è fallita l'operazione di trasferimento del Tfr ai fondi pensione sui circa 12.500.000 lavoratori interessati hanno aderito circa il 5% ai fondi negoziali e circa il 2,5% alle altre forme, essi segnano la sconfitta del disegno liberista di ridimensionare la previdenza pubblica e sostituirla con quella privata, scippando il Tfr ai lavoratori.

Allorché saranno scomposte le adesioni sulla base dell'età degli aderenti, il progetto di previdenza complementare risulterà ancor più affossato in quanto alla Cub risulta che le adesioni sono venute non dai giovani ma prevalentemente dai lavoratori più anziani.

Ora sperano di arricchire il dato puntando sullo scippo operato ai danni dei lavoratori silenti con la truffaldina e di dubbia costituzionalità norma del silenzio assenso.

Cub chiama i lavoratori a continuare nella mobilitazione per:

  1. il rilancio della previdenza pubblica, l'unica per il suo carattere di universalità in grado di assicurare a tutti un trattamento pensionistico che assicuri il mantenimento del tenore di vita preesistente. E con il calcolo, per i giovani e per chi ha iniziato a lavorare negli ultimi 10 anni, della pensione al 2% annuo sulle ultime retribuzioni, come avviene già oggi per tutti gli altri lavoratori
  2. la cancellazione del meccanismo del silenzio assenso
  3. la possibilità di recedere dalla adesione ai fondi
  4. una informazione capillare ad ogni nuovo assunto perché sappia che entro 6 mesi deve esplicitare la propria volontà, in assenza della quale il tfr finirà automaticamente ai fondi.

La turbolenza finanziaria originata dalla crisi dei mutui sub prime che è destinata a durare per mesi con effetti negativi sui rendimenti degli investimenti operati dai fondi, rappresenta un ulteriore elemento di valutazione di quali sono i rischi che si corrono allorquando si sceglie di giocarsi il tfr alla roulette della borsa.

Confederazione Unitaria di Base

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