WELFARE: UNA RISPOSTA ALLA CONSULTAZIONE FARSA
La consultazione di Cgil-Cisl-Uil su pensioni e stato sociale si è conclusa con la vittoria dei sì.
Persino in un settore come quello bancario, dove alcune verifiche e controlli potevano essere effettuati, ci arrivano segnalazioni indignate, da parte di molti lavoratori, sulla scarsa trasparenza (usiamo un pietoso eufemismo) delle operazioni di voto.
La Cub non ha certo atteso i dati per denunciare la truffa di questa consultazione, prendendo una posizione pubblica per il boicottaggio (anche se, come abbiamo scritto, non c'erano impedimenti a votare no, per chi voleva farlo) di una consultazione truccata nelle modalità assembleari (relatori solo a favore, per cui, nelle assemblee dove non vi era qualcuno in grado di articolare un intervento contrario, i lavoratori non potevano ascoltare un contraddittorio) e nelle procedure di voto (urne gestite solo dagli apparati a favore e l'incredibile dato, ancor meno controllabile, dei pensionati, che hanno votato a favore al 99,50%!!!! Una volta si sarebbe detto percentuale bulgara, se non fosse che oggi i bulgari votano in modo sicuramente più democratico).
La beffa finale è che l'hanno chiamata "consultazione certificata", anche se avrebbero dovuto chiamarla autocertificata.
Persino sul numero dei votanti vi sono contestazioni. Secondo i sindacati concertativi hanno votato 5 milioni di persone (di cui 4 milioni di lavoratori in attività e un milione di pensionati), mentre per i dissidenti della Cgil i lavoratori in attività non hanno superato i due milioni e seicentomila. Ricordiamo solo che la platea teorica di votanti (lavoratori e pensionati) era di circa 30 milioni.
Ne consegue che la Cub e il sindacalismo di base non riconoscono la legittimità di questa consultazione e continueranno a portare avanti le proprie rivendicazioni su stato sociale e stipendi europei, contro la precarietà.
Sarà quello il nostro referendum e la nostra risposta
al sorriso ironico e strafottente di Epifani, Bonanni ed Angeletti.
C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
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