Lettera aperta ad Alessandro Magno, pardon, … Profumo
e p.c. alla Casta dei Sindacalisti
dal nostro agente speciale, inviato all' "integration day" in una missione impossibile
Fondo ex Cassa di Risparmio di Roma
Dopo le gravi inadempienze del "Circolo Geronzi", culminate con il tradimento anche dell'ultima solenne promessa formulata all'assemblea di Capitalia del 30.7 u.s. dal protagonista principale e non mantenuta, come ben temevamo, l'obbligazione è passata nelle sue mani, dr. Profumo, e tutti speravamo che, conformemente ai principi tanto sbandierati dal management di Unicredit e riassunti nella "carta di integrità", l'approccio al problema del nostro fondo pensioni non sarebbe stato più quello del passato.
Di contro dobbiamo rilevare, con desolato rammarico, che tutti i primi atti, in generale, dei nostri nuovi dirigenti si sono materializzati nel solco della ben triste e conosciuta tradizione. Stanno entrando a gamba tesa in tutte le situazioni del ns. vecchio istituto, ricordate ? …dove passavano gli Unni l'erba non cresceva più, hanno ordinato ai sindacati concertativi ( d'ora in poi li chiameremo I 9 KAPO' ) di firmare un protocollo di gestione illegittimo, perverso, ricattatorio, irrispettoso delle legittime aspettative di persone che hanno lavorato tutta una vita e, dulcis in fundo, per noi ex CRR, hanno fatto formulare da parte del ns. già ben conosciuto "vecchio stregone" una nuova proposta indecente e provocatoria: come si potrebbe definire altrimenti un'offerta del 2% ad un creditore che vanta un credito del 16% ?
Solo con la spudoratezza e con la sfacciataggine dei sindacalisti abusivi tale offerta poteva essere commentata come fatto nel volantino del 15 c.m. o, ancor peggio, definita "una buona base di partenza" come fatto dalla FALCRI in una circolare ai suoi galoppini.
Con riferimento alle risposte da Lei fornite in merito alle obiezioni da noi sollevate alla Fiera di Roma, ci ha molto amareggiato il sentire sancito il principio che, per quanto avesse dovuto prendere atto dell'insoddisfazione dei lavoratori, rimarcata dal lungo applauso della platea alla fine del ns. intervento, le firme dei rappresentanti sindacali omologati facevano assumere agli accordi sottoscritti una valenza di qualità e di soddisfazione assoluta, a priori ed a prescindere da ogni altra considerazione.
Ci rivolgiamo a Lei, dr. Profumo, che ha dimostrato nel passato di vedere all'orizzonte prima degli altri il nuovo che avanzava: come fa a non avvertire la richiesta che sale da tutte le parti della società civile di voltare pagina in ordine alla cosiddetta democrazia rappresentativa e come fa a non considerare l'esigenza ormai consolidata che, per restare competitivi, tutti i componenti di una squadra debbano essere realmente ed effettivamente motivati e soddisfatti ?
Come può quindi pensare di risolvere i vari problemi e, segnatamente quello del ns. fondo, facendosi scudo di personaggi che, ormai da lungo tempo, non rappresentano che i loro "piccoli" interessi di bottega? (da lunghissimi anni si sta attendendo in Italia, invano, la normazione delle rappresentanze dei lavoratori, sempre osteggiata e rimandata dalle vecchie confederazioni e dalla collaterale casta dei partiti) Come fa a non riconoscere il Comitato che riunisce in assoluto, il maggior numero di lavoratori interessati ed in proporzione, è lungamente maggioritario?
Per quale recondita motivazione non considera che si discute di un diritto soggettivo e non tiene conto che tutta la giurisprudenza sin qui pronunciata si è espressa a favore delle nostre richieste di principio senza che ancora si sia potuto ricorrere ai dettami della legge 252/2005, da poco entrata in vigore ed ancora più favorevole alle nostre posizioni?
Sinceramente non sappiamo quale risposta darci: speriamo che la molteplicità e l'onerosità degli impegni che la vedono quotidianamente coinvolto le abbiano impedito finora di affrontare con le giuste considerazioni il problema perché ben più grave sarebbe, se si volesse continuare a confidare nei mancati interventi dei poteri di controllo o nella lentezza delle procedure legali e delle inchieste della magistratura.
Le possiamo assicurare con certezza che le azioni da noi intraprese, in tutte le opportune direzioni, dopo la formazione del Comitato, non permetteranno più che si ripeta quanto avvenuto nel passato!
Noi confidiamo nelle sue proverbiali capacità, da tutti riconosciute e conclamate, ed auspichiamo che al più presto ce ne dia dimostrazione, confrontandosi con coloro che effettivamente rappresentano gli interessi degli aventi causa con il fine di raggiungere delle eque soluzioni; da parte nostra Le possiamo assicurare, come del resto già offerta precedentemente, tutta la disponibilità affinché, pur salvaguardando le nostre irrinunciabili aspettative di equiparazione, il bilancio della società possa avere le minori ripercussioni possibili.
Ci sentiamo comunque in dovere di avvertirla che, qualora ciò non si avverasse in tempi sufficientemente brevi, noi continueremo le nostre azioni legali per il riconoscimento dell'intero ammontare dei nostri crediti e saremo costretti a dare anche ad Alessandro Magno, come abbiamo già dato e continueremo a dare, a Cesare quel che è di Cesare.
Roma, 16 ottobre 2007
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