Con questo comunicato vogliamo affrontare un argomento non più rinviabile e non meno importante di altri affrontati da noi quest'anno in Intesa Sanpaolo,  che  vede coinvolti migliaia di lavoratori /trici e i loro famigliari.

Alcuni interventi micidiali effettuati dalle "Fonti Istitutive", dalle OOSS concertanti e dall'azienda,  a partire dal momento della costituzione della CASSA SANITARIA INTESA (anno 2002),  hanno l'evidente obiettivo di portare questa struttura alla sua fine, come auspicato da Passera: riteniamo sia nostro dovere sensibilizzare i colleghi su questo tema, per verificare se e come sia possibile opporci a questo progetto. Come ben sappiamo la CASSA INTESA nasce come conseguenza della fusione di tre banche (Bav-Cariplo-Comit),  ognuna della quali aveva una Cassa propria con differenze notevoli rispetto alle altre.

Nella Cassa Comit non esistevano convenzioni con privati,  che erano invece abbondantemente presenti nella C.A.M. Cariplo.

Questo modello strutturale, e soprattutto questa filosofia alternativa al Servizio Sanitario Nazionale,  sono stati trasferiti nella nuova Cassa,  e per la realizzazione di questo modello tutte le OO.SS. trattanti si sono impegnate allo spasimo.

In quest'ottica, i dirigenti sindacali periferici di tutto il territorio nazionale  (e a Torino lo abbiamo verificato con particolare stupore…)  si sono scatenati per mesi e mesi  "con grande impegno ed entusiasmo"  alla ricerca spasmodica della realizzazione del maggior numero possibile di convenzioni,  coinvolgendo in questo progetto alternativo al S.S.N. anche molte cliniche private.

A nostro avviso,  questa Cassa Sanitaria aziendale,  il cui scopo primario è quello di incentivare l'utilizzo  -da parte di soci e familiari-  di prestazioni sostitutive rispetto a quelle offerte dal S.S.N.,   ha vita breve perché questa impostazione provoca inevitabilmente un deficit strutturale in continua crescita.

Tutti i colleghi hanno potuto verificare che ogni intervento deliberato dal CdA della Cassa Sanitaria Intesa  (cfr. riduzione delle prestazioni e aumento della contribuzione per i famigliari non a carico…) non ha nessun interesse a creare nuove condizioni che vadano nella direzione di ridurre l'attuale prospettiva di un deficit costantemente e inevitabilmente in aumento. 

Perché i poteri forti non vogliono che si faccia nulla per cambiare rotta, mentre invece sappiamo tutti benissimo che l'unico modo per ridurre il deficit sarebbe quello di incentivare il ritorno all'utilizzo delle prestazione del S.S.N.

Ma il deficit deve continuare ad aumentare, perché l'obiettivo di Passera & C. è quello di "sanare la situazione", eliminando la Cassa e passando alla  POLIZZA ???

Guardiamo insieme alcuni fatti successi, che probabilmente parecchi colleghi non hanno notato o hanno sottovalutato:

  • l'esercizio del 2003 ha chiuso con un utile di €  1.853.000
  • nell'esercizio 2004 sono iniziati i problemi, con un disavanzo di € 140.408,20  (per pareggiarlo si è parzialmente utilizzato l'utile del 2003)
  • il 2005 si ripresenta con un disavanzo di €  9.483.164,79  (per pareggiarlo si è utilizzato il rimanente utile del "03 più gli interessi maturati sulle riserve accantonate dalle 3 ex Casse Bav-Cariplo-Comit)
  • il 2006 chiude con un risultato negativo di € 12.363.255,00.

Il CdA decide, su disposizione delle Fonti Istitutive,  di ripianarlo mediante il ricorso al patrimonio delle riserve delle ex Casse.

L'appropriazione di queste riserve  (importi al 31/12/2005:   Cassa Comit € 33.615.366,   Bav € 1.999.954,     Cariplo € 27.684.452)   si è potuta realizzare grazie all'accordo alquanto discutibile  -del 7 maggio 2007-  che forza in maniera straordinaria l'interpretazione dell'art.12 dello Statuto della Cassa.  (cfr. comma 2:   "La Cassa integra le prestazioni……"). A confortarci su questa nostra posizione è la "Relazione  del collegio dei Revisori" sul bilancio 2006  (cfr. pag. 24, dove si dice testualmente  "……la proposta di deliberazione formulata dal CdA non appare conforme al tenore letterale del 2° comma dell'art. 12 dello Statuto sociale"….…).

Fra ottobre e dicembre 2006,  al fine di contenere l'andamento del deficit strutturale della Cassa, il CdA adotta  -con decorrenza 1/1/2007-  alcune delibere che peggiorano alcune prestazioni (quelle più diffuse,  fra cui dentarie e ottiche)  e aumentano il contributo per i familiari non a carico.

Anche in quest'occasione,  come in altre precedenti situazioni di bilanci negativi, le OOSS permettono a Passera e Bazzoli di starne fuori, pur in presenza di loro gravi responsabilità nella scelta di non farsi carico di alcun costo di gestione.    (chissà come mai ???!!!   siamo figli di un dio minore o c'è dell'altro!!!!!)

Una timidissima richiesta fatta qualche mese fa dalle OO.SS. (cfr: il volantino  "La Cassa….muta", maggio '07 )   è stata respinta al mittente e loro si sentono con la coscienza a posto e vanno avanti con la loro complicità in tutte le scelte sciagurate.

In questa situazione catastrofica,  per coprire disavanzi strutturali che sono conseguenza di scelte delle Fonti Istitutive,  noi non siamo assolutamente disposti a farci scippare le riserve accumulate,  che spettano di diritto a coloro che hanno contribuito a crearle.

Chiederemo ai nostri legali la legittimità delle scelte effettuate dal CdA della Cassa Intesa e procederemo di conseguenza, e ciò anche alla luce del fatto che di recente sono accaduti altri episodi preoccupanti:

  • Ott./07:  la Banca ha fatto dimettere i suoi rappresentanti nella Cassa
  • la banca ha presentato una sua proposta di Cassa Sanitaria che, a suo dire, è "l'armonizzazione" fra le due casse di Intesa e San Paolo (traduciamo, invece, come  "omologazione al ribasso"):
    1°) la RAPPRESENTANZA passerebbe alla banca con poteri assoluti;
    2°) la nuova GESTIONE sarebbe suddivisa in 3 sezioni  (attivi / pensionati Intesa / pensionati San Paolo)  per meglio discriminare e penalizzare gli utenti.

Tutto ciò alla faccia della solidarietà generazionale!!!   

 Facendo finta di dimenticarsi che chi è attivo oggi, domani sarà pensionato….


Torneremo in argomento al più presto, per verificare con i colleghi attivi e in pensione

se è possibile attivarci per porre un freno a questo progetto di distruzione della Cassa Sanitaria Intesa.  
Cercheremo altresì di coinvolgere

quei pochi sindacalisti delle altre  OO.SS. che condividono le nostre posizioni.
 

C.U.B. -S.A.L.L.C.A.   – Intesa Sanpaolo

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