Ci avevano detto che sarebbe stato un contratto di svolta; ne hanno solo allungato la scadenza a 5 anni (un fatto grave e senza precedenti).

AUMENTI SALARIALI IN LINEA CON TASSI DI INFLAZIONE DA OPERETTA
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QUALCHE SOLDO IN PIU' AGLI APPRENDISTI MA LA PRECARIETA' RIMANE DI 4 ANNI
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NULLA DI FATTO SU TUTTE LE PARTI NORMATIVE
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E' UN PAREGGIO? PER NIENTE. LE BANCHE MANTENGONO MANO LIBERA SUI TANTI TAVOLI DI FUSIONE

Avevano richiesto un aumento salariale medio di 188€ per 2 anni; portiamo a casa 282€ per 5 anni, per la maggior parte della categoria poco più del 10%, suddiviso oltre tutto in 8 tranche, l'ultima delle quali va a regime solo a fine 2010.

Per gli apprendisti vengono lievemente migliorate le condizioni economiche (abbattute con il contratto precedente !!!), riducendone il sottoinquadramento, ma restano i 4 anni di contratto in una situazione di precarietà e ricatto. Nelle aziende sotto i 1500 addetti sale all'8% la percentuale dei contratti di inserimento e di somministrazione a tempo determinato.

Sulla parte normativa, non c'e' praticamente nulla di significativo. Prendete la piattaforma approvata dai lavoratori e dotatevi di un paio di forbici per sottolineare cosa è rimasto…

Su appalti, esternalizzazioni e trasferimento di lavorazioni all'estero vengono estese informativa e contrattazione di gruppo, ma le norme continuano a lasciare alle aziende libertà di manovra dopo l'espletamento delle procedure di rito. Naturalmente, nulla sul problema più importante: la cessione degli sportelli con annessi lavoratori-suppellettili. Su rapine e sicurezza, le aziende dovranno fornire ai sindacati maggiori dettagli, ma non sono previsti impegni in nuove misure di prevenzione. Sui sistemi incentivanti, qualora non siano accolte le osservazioni sindacali, si può chiedere la mediazione in sede Abi; anche qui però alla fine la decisione dell'azienda diventa operativa in ogni caso. Sulla questione decisiva delle pressioni commerciali, restata tale anche dopo la firma nel 2004 del cosiddetto protocollo etico, il risultato ottenuto si traduce in questo caso nell'invito alle banche a…rispettare la normativa Mifid sul collocamento dei prodotti. Niente poi su lavoro supplementare dei quadri, diarie e rimborsi, mobilità e pendolarismo, inquadramenti e così via… E neppure questa volta si prevede l'elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie, perpetuando una situazione di grave carenza democratica che esiste solo nel nostro settore. In compenso, nuove Commissioni Miste (delle quali, nel migliore dei casi, poi non si sente più parlare) con inevitabile corollario di permessi sindacali.

Neanche i banchieri ottengono nulla da questo rinnovo contrattuale? Beh, insomma. A livello nazionale si assicurano fino al 2010 pace sociale ed un quadro di riferimento normativo e salariale a loro molto favorevole; nelle aziende coinvolte nei processi di fusione (quasi tutte…) mantengono mano libera per proseguire nell'abbatti-mento del costo del lavoro, riducendo l'occupazione, accelerando il ricambio generazionale, sbriciolando gli integrativi più ricchi, frutto di decenni di contrattazione articolata.

Nessuna svolta, quindi, un'altra occasione persa. I sindacalisti firmatari gioiscono
per non aver subito l'ennesima disfatta. I lavoratori non sono mai stati coinvolti.
Votare NO è sacrosanto ma non basta. Costruiamo le condizioni per non arretrare all'infinito.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.

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