Lo scorso 11 gennaio si è svolta l'Assemblea straordinaria dei Delegati del Fondo Pensioni Gruppo Sanpaolo Imi per approvare le modifiche statutarie necessarie per adeguarsi alla nuova normativa prevista dalla L. 252/05 (Legge Maroni). L'assemblea ha visto una scarsa partecipazione dei delegati espressione delle principali sigle, che evidentemente considerano questa sede un elemento di secondaria importanza nella distribuzione del potere e quindi non garantiscono né partecipazione né interessamento.

   Noi invece pensiamo che l'Assemblea debba conquistarsi un ruolo significativo e sostanziale, anziché limitarsi al controllo formale su atti e delibere prese in altra sede. Lo abbiamo scritto in un documento e lo abbiamo ribadito nel nostro intervento: la corretta gestione dei fondi previdenziali dei colleghi è garantita solo da una costante attenzione dal basso e da un sistema trasparente di regole e responsabilità, che la nuova normativa rafforza.

   Illustrando le modifiche previste, il Presidente si è soffermato sugli aspetti di più stretto interesse per gli iscritti al Fondo:

1)      l'ampliamento della platea degli aderenti, con possibilità di restare iscritti al Fondo anche per i lavoratori ceduti, gli iscritti silenti sul TFR, i familiari fiscalmente a carico di iscritti, i pensionati che decidono volontariamente di restare iscritti;

2)      la possibilità di aderire ad almeno due comparti, differenziando i canali di contribuzione, già introdotta a partire dall'ottobre scorso;

3)      maggiore libertà di portabilità e trasferimento della posizione;

4)      nuove flessibilità nella gestione delle anticipazioni, con il 30% anticipabile senza motivazione. 

   Il voto positivo che anche noi abbiamo espresso sulle modifiche statutarie e le importanti innovazioni che hanno migliorato servizi e prestazioni del Fondo negli ultimi anni non devono peraltro farci dimenticare che persistono elementi di criticità nella gestione, su cui la nostra pressione deve rimanere elevata.

   Due mesi prima di questa assemblea, ben 10 delegati (quattro della nostra sigla e sei di altre sigle, che qui vogliamo ringraziare) avevano richiesto una convocazione urgente dell'Assemblea per ottenere dal Consiglio di Amministrazione chiarimenti su tre specifiche questioni che ritenevamo particolarmente importanti ed urgenti:

 a) la cessione degli immobili avvenuta a Marzo 2007 (con rapide e consistenti plusvalenze realizzate dall'acquirente Est Capital);

 b) la mancata copertura del rischio di cambio nella gestione tattica degli attivi (in una fase di forte svalutazione delle divise extra-euro);

c) lo scarso rendimento della gestione residuale.

 

   Il Consiglio di Amministrazione deliberava, a termini di Statuto, di rifiutare la convocazione dell'Assemblea, con una decisione formalmente difendibile, ma sostanzialmente inopportuna.

   L'assemblea del 11/01 ha così rappresentato una buona occasione per ottenere i chiarimenti richiesti ed anche per esprimere dubbi e perplessità sull'operazione principale riguardante l'esercizio 2007: l'alienazione del patrimonio immobiliare e la costituzione di una Sicav lussemburghese destinataria del ricavato. Secondo quanto dice la prima newsletter trimestrale del Fondo (varata anche su insistita richiesta dei Delegati della nostra sigla), la Sicav Emera è stata costituita "per realizzare investimenti nella più vasta asset class immobiliare ossia acquisto di quote di fondi immobiliari oppure partecipazione a specifiche iniziative di investimento immobiliare (cosiddetti "club deals", iniziative di realizzazione diretta di complessi immobiliari con precise caratteristiche commerciali, da effettuare mediante partnership con altri operatori del settore)".

    Nel nostro intervento abbiamo annunciato di voler tenere alta la guardia, ammonendo amministratori e sindaci a non consentire operazioni improprie, tendenti ad utilizzare il cospicuo ricavato della vendita (160 milioni di euro) per favorire magari qualche rientro problematico dei tanti operatori immobiliari esposti verso la banca e versanti in situazioni di crisi.

   Il Presidente ha sostenuto la validità della scelta di vendere gli immobili, in funzione di una maggiore liquidità dell'investimento, una migliore diversificazione geografica ed una ottimizzazione fiscale del patrimonio, ricordando la scelta di un advisor qualificato come Colliers, che propende per un reinvestimento graduale del ricavato nell'arco dei prossimi 6/12 mesi, scegliendo una ampia diversificazione geografica e di destinazione d'uso.

   Sul rischio di cambio, è stato sottolineato che la copertura delle posizioni è iniziata fin dal mese di agosto con buoni risultati, tenendo conto delle scelte tattiche suggerite e monitorate dalla Commissione Mobiliare del Fondo.

   Sulla gestione residuale, è stata ammessa una criticità di gestione, che dovrebbe però essere superata con il graduale spostamento delle posizioni dei colleghi verso gli altri sette comparti oggi presenti nella gestione del Fondo. Non è escluso che venga rivolto un invito esplicito ai colleghi per una scelta da effettuare entro una certa data, con trasferimento automatico verso il comparto Garantito in assenza di indicazioni, come per i silenti del TFR.

 

   Nel complesso va riconosciuto un netto miglioramento nei meccanismi di funzionamento del Fondo, con maggiore trasparenza, informativa più puntuale e completa, strumenti consultabili e accessibili. La gamma dei sette comparti presenti oggi consente di colmare le lacune del passato e di fornire un'ampia possibilità di scelta, in funzione degli orientamenti e della situazione di ogni collega. Tutto questo non è stato facile ed è stato anche il frutto delle lotte che abbiamo portato avanti negli anni, per dare riposte concrete al disagio ed all'impotenza di tanti colleghi insoddisfatti della gestione del Fondo.

   Tuttavia, come si suol dire, esistono ancora importanti spazi di miglioramento. Le performance lasciano spesso a desiderare, anche se i dati di fine novembre rimarcano finalmente un po' di ripresa per i comparti "difensivo" e "prudenziale", i più scadenti nelle annate passate, mentre l'andamento dei mercati punisce stavolta i comparti "equilibrato" e "aggressivo", per non parlare di "etico" e di "gestione residuale".

   La turbolenza finanziaria di queste ultime settimane non può che rafforzarci nella convinzione di essere nel giusto, quando rifiutiamo di legare la previdenza al mercato, come fanno gli acritici sostenitori dei Fondi Pensione ad oltranza. Tenersi la pensione pubblica ed il TFR sono scelte di campo che dimostrano la loro piena validità quando si vede all'opera l'instabilità dei mercati finanziari e l'immane distruzione di capitale che essi provocano sotto la spinta della speculazione e della sete di profitto immediato.

   Non per questo smetteremo di batterci per una previdenza integrativa gestita in modo trasparente e partecipato, ampliando i poteri e gli strumenti di controllo a disposizione degli organi rappresentativi come l'Assemblea dei Delegati e cercando di modificare un sistema elettorale che consegna tutto il potere ad un Consiglio di Amministrazione votato attraverso meccanismi di scambio dal sapore arcaico e inadeguato all'attuale contesto.

Torino, 18/01/2008                                                                 

I delegati CUB-SALLCA:
LAURA CIPOLLONE
LAURA RANDO
RENATO STRUMIA

MAURO VERNERO

                                                                              

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.  Intesa Sanpaolo

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