CASSA DI PREVIDENZA ?SAN PAOLO? – ELEZIONI DAL 12 AL 23 MAGGIO 2008
Consiglio di Amministrazione – Quadri Direttivi e Aree Professionali | ||
5 | REY CINZIA (titolare) |
PICCININO AMALIA (supplente) |
E NESSUNA PREFERENZA AL BLOCCO (PER QUANTO MONCO),
ESPRESSIONE DI QUEI SINDACATI CHE COSI' BENE CI STANNO RAPPRESENTANDO.
Le "sette sorelle" cadono nel ridicolo
L'antico mondo dei sanpaolini, si sa, non esiste più e le loro certezze si sgretolano una dopo l'altra. In questo caso, però, la notizia è sicuramente positiva.
Per la prima volta, nel Consiglio di Amministrazione della Cassa di Previdenza (il residuo "gioiello di famiglia", eredità del vecchio Istituto di Diritto Pubblico) siederanno degli "indipendenti" e cioè dei lavoratori (o meglio, in questo caso, delle lavoratrici) che si sono candidati al di fuori del famigerato "blocco" imposto dai vertici delle sigle sindacali, contro cui il sindacato di base si è sempre ferocemente battuto.
Ma cosa diavolo è successo, ancor prima del voto?
Prima di rispondere, occorre fare un passo indietro per ricordare (soprattutto ai più giovani ed ai sempre troppi disattenti) come funzionano i meccanismi antidemocratici attraverso cui i sindacati "firmatari" (con la tacita complicità dell'Azienda) hanno sempre potuto controllare, a loro piacimento, l'integrale composizione dei CdA (per la parte che spetta ai lavoratori) non solo della Cassa di Previdenza, ma anche del Fondo Pensioni e della Cassa di Assistenza.
In sostanza, i vertici delle sigle decidono "a tavolino" quali devono essere gli "eletti dei lavoratori" (!!!!): uno a me, uno a te, uno a lui ecc. L'importante è che se i posti da occupare sono 5, i nomi presentati siano 5 (non uno di meno, non uno di più) e che al momento opportuno ci si impegni reciprocamente a sostenerli, mettendo in campo un compatto esercito di zelanti funzionari sindacali e sfruttando un truffaldino e perverso meccanismo di voto (ovviamente da loro ideato) che consente all'elettore un numero di preferenze di nuovo pari ai posti da assegnare.
Insomma, un sistema ultramaggioritario, più unico che raro, che umilia i lavoratori, privati di qualsiasi possibilità di scelta e che rende pressoché impossibile il successo di eventuali candidature "alternative".
Come noto, in questi anni, noi del Sallca-Cub ci abbiamo provato più volte (o direttamente o sostenendo colleghe/i indipendenti dei quali condividevamo il programma) ma nonostante lo straordinario consenso ricevuto dalle nostre liste (con percentuali di voto anche superiori al 30-35% su base nazionale) non siamo mai riusciti ad eleggere un solo rappresentante. Per avere la conferma dell'importanza decisiva del meccanismo elettorale, basta guardare all'andamento delle ultime votazioni per l'Assemblea dei Delegati del Fondo Pensioni, un organismo il cui regolamento elettorale è indirizzato dalla legge, dove il Sallca-Cub ha eletto 4 rappresentanti ed è ormai uno dei sindacati di maggioranza relativa.
Negli ultimi anni, tuttavia, la tenuta del "blocco" si è fatta più difficile non solo per il rafforzamento del Sindacato di base. Le sigle "firmatarie" da accontentare sono ormai 9 e non sempre il gioco è facile. Cresce, per fortuna, anche il dissenso interno verso simili pratiche e il Sinfub, ad esempio, si è fatto da parte sia nelle ultime elezioni per il Fondo Pensioni e per la Cassa Assistenza sia in questa occasione. Ma il blocco non ha perso per queste ragioni.
Semplicemente, dopo che sono stati lottizzati i posti e presentate le candidature ci si è accorti che uno dei "predestinati" non aveva i requisiti necessari per concorrere !!
Si potrebbe dire, ironizzando, che è proprio un segno dei tempi. Questi sindacati incapaci di contrapporsi all'azienda con un minimo di dignità e sempre più assenti dai luoghi di lavoro non riescono più nemmeno a fare con cura i loro consueti giochetti.
Il fatto, tuttavia, è grave proprio alla luce dei comportamenti sopra descritti e ne conferma, una volta per tutte, l'insostenibilità democratica. Se, infatti, le sigle avessero presentato liste aperte alla scelta dei lavoratori, la mancanza di un candidato sarebbe stato un guaio limitato. Ma in presenza del "blocco" (5 candidati per 5 posti), se non ci fossero state le candidature "indipendenti" avremmo avuto una delegazione dei lavoratori in Consiglio menomata, che avrebbe alterato la pariteticità dell'organismo nei confronti della parte aziendale.
Così, per fortuna, non sarà.
Ma chi sono le candidature "indipendenti" ?
Sono Cinzia Rey ed Amalia Piccinino, due colleghe che lavorano in Sede a Torino e che da anni, professionalmente, si occupano di prodotti d'investimento e fondi pensione. Da tempo avevano espresso la loro disponibilità ad impegnarsi direttamente negli Enti di Previdenza Aziendale, e in primo luogo proprio nella Cassa, anche in considerazione della rilevanza per il suo futuro delle decisioni che verranno prese nel prossimo triennio e, di conseguenza, dell'importanza di riuscire ad avere informazioni per gli iscritti chiare e non "filtrate" (come sino ad oggi) dalla concertazione tra gli interessi aziendali e dei vertici sindacali.
Sono bastati un paio di incontri, sollecitati da chi di noi le conosceva direttamente, per confermare che la loro candidatura era quella giusta per il sindacato di base.
Competenza, indipendenza di giudizio dai vertici aziendali e sindacali, voglia di impegnarsi, garanzia a sviluppare un rapporto informativo diretto con lavoratrici e lavoratori in linea con quanto stanno facendo da anni i delegati del Sallca al Fondo Pensioni.
Abbiamo così deciso di appoggiare la loro candidatura contribuendo alla raccolta firme a loro sostegno (cosa autonomamente decisa anche dal Sinfub) ed il fatto che, per la dabbenaggine altrui, siamo già certi della loro nomina ci riempie di soddisfazione.
Siamo già al lavoro per aumentare le nostre e loro competenze specifiche e presentarci preparati all'appuntamento. Il lavoro da fare è tanto e i nostri obiettivi ambiziosi.
Un'elezione comunque molto importante
Per quanto, per quadri e aree professionali, l'esito sia scontato (salutare bagarre, invece, per pensionati e dirigenti), continuiamo a ritenere questa un'elezione molto importante.
La scomparsa del Sanpaolo, le conseguenze della fusione sugli equilibri di potere interni (aziendali e sindacali), il prepensionamento di migliaia di iscritti sono fatti epocali che rendono il prossimo triennio probabilmente decisivo per ridisegnare il futuro della Cassa.
Sino ad oggi la sua gestione è stata molto "sorvegliata" dalla Banca sulla quale "grava" la famosa fideiussione a vantaggio degli iscritti. Sarà ancora così? Il probabile ingresso in CdA di esponenti aziendali provenienti da Intesa muterà qualcosa? Quali saranno i criteri-guida della prevista revisione della asset allocation? Sono davvero tramontate le ipotesi di "zainettizzazione" che circolavano nel recente passato? E, a questo proposito, esistono o no dei conti attendibili sui quali ragionare per tutelare gli interessi degli iscritti senza fare alcuno sconto alla banca (né per l'oggi, né per il domani) o dover subire qualche scambio improprio tra Azienda e sindacati?
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