Cosa dovrebbe fare un "sindacato vero"?                                   

Come si conviene ad ogni giallo d'autore, è bene cominciare dall'inizio: il 18/04/08 la filiale 21 di Torino viene rapinata. Fin qui, nulla di nuovo: le rapine sono ormai tristemente all'ordine del giorno, salvo semmai per le modalità particolarmente violente con cui la stessa si è verificata (cosa anche questa che sta diventando altrettanto frequente: vedi gli episodi verificatisi all'Agenzia Stadio (ex Intesa) per esempio, con maltrattamenti più o meno gravi  a carico dei lavoratori presenti. Un dato accomuna la quasi totalità degli ultimi episodi e caratterizza l'aumento esponenziale del fenomeno: la mancanza del servizio di guardia.

A seguito dell'episodio, su sollecitazione dei colleghi ai Rappresentanti Sindacali Aziendali presenti in Agenzia (Fabi,Uilca, Fiba), nonché al militante della Cub-Sallca, veniva indetta un'assemblea dalla Rappresentante Fiba-Cisl, con il nostro pieno appoggio.

L'assemblea, dopo il dibattito ed il contributo attivo di tutti i presenti, delibera all'unanimità  di dare mandato a  TUTTE  le OO.SS  su precise richieste:

  1. inoltrare all'azienda una richiesta scritta per ottenere il presidio fisso della guardia, e l'adeguamento dell'impianto di video-sorveglianza/registrazione.
  2. contattare i colleghi delle altre realtà operative, ultimamente vittime di rapine, per estendere a loro la richiesta della guardia fissa ed agire in sintonia.

In caso di diniego aziendale:

  • predisporre un volantino alla clientela che spieghi i rischi comuni di chi stazioni nei locali delle banche, lavoratori e clienti.
  • iniziare una vertenza che preveda prime astensioni dal lavoro.

A questo punto, anziché eseguire il mandato dei lavoratori, i sindacati "firmatari" avviano una sterile polemica, iniziata dalla Fisac-Cgil (che si lamenta di non essere stata invitata all'assemblea) e proseguita con un volantino, firmato da sette sigle (escluse Falcri e Silcea), gonfio di sdegno e disapprovazione: "Sicurezza: un bene primario di tutti". Parole di biasimo vengono rivolte ai delegati FIBA dell'ag. 21 e della FALCRI Torinese (tutta insieme) rei di avere posto in essere un'iniziativa "sbagliata e pericolosa", in particolare, scrivendo all'azienda per chiedere la guardia fissa alla 21 (come chiesto dall'assemblea).

Già: "la sicurezza è un bene di tutti" e quindi la si persegue con azioni coordinate su tutto il territorio di Area e non con estemporanee iniziative di una singola filiale …solo perché questa è stata rapinata! E che diamine! Come dire: solo quello che ha il nostro marchio di qualità è fatto nell'interesse dei colleghi, vedi le Commissioni e gli Osservatori sulla sicurezza, (ricchi di comode, appisolose, poltrone) i questionari, i colloqui con gli "psicologi" per valutare le ricadute degli episodi criminosi sui colleghi, i "Protocolli sulla sicurezza" in accordo con le Prefetture…; tutto il resto è pura demagogia!

Ecco così che i delegati FABI e UILCA, pur attivi e votanti all'assemblea, vengono "convinti" all'abiura, (forse durante il dibattito si erano distratti, oppure non si erano resi conto di quanto veniva deliberato o forse ancora si trovavano ai servizi in quel preciso  momento…) e che la FIBA-CISL si vede costretta ad uscire il 27 maggio con un "comunicato agli iscritti" a firma dei suoi Coordinatori di Torino,  in cui si dice che si, la delegata della 21 ha fatto bene a "promuovere iniziative per tutelare la sicurezza dei colleghi", che "le altre sigle non erano presenti all'assemblea per loro scelta", ma che, naturalmente, sarebbe stato meglio agire tutti insieme e su tutta l'area Torino…Insomma un bel pasticcio!

Degna conclusione di tale vicenda è stato il documento ufficiale con cui le sigle sindacali "DOC" (rimaste a questo punto in otto) comunicavano alla FALCRI la sua esclusione dal cosiddetto "tavolo unitario" di trattativa con l'Azienda. Come a dire: o con noi o contro di noi.

Con questa sceneggiata patetica siamo, forse, in presenza dell'applicazione dell'accordo sottoscritto nel maggio 2006 dalle nove sigle sindacali (tutte meno la nostra), definito "Regolamento per stabili relazioni unitarie", che esclude qualsiasi iniziativa sindacale non condivisa dalle altre sigle aderenti al patto. Questo patto, oltre a prevedere l'espulsione del sindacato o del delegato "dissidente" dal "tavolo unitario", scavalca assolutamente le richieste dei lavoratori di cui il sindacato dovrebbe essere portavoce.

Ma lasciamo ai sindacati "concertanti" le loro beghe e ricatti.

Sta ai lavoratori pronunciarsi su che cosa dovrebbe fare un "sindacato"vero". Farsi portatore delle istanze del lavoratori e sostenerle, indipendentemente che le stesse possano essere comuni ad altri punti operativi od oggetto di iniziative successive più estese ed articolate, oppure assecondare il menefreghismo aziendale in tema di sicurezza e continuare nel ruolo, ormai collaudato, di "muro di gomma" nei confronti delle richieste dei colleghi: fare finta di occuparsi dei problemi, impadronirsi ed incanalare le proteste, fare passare del tempo…e tutto si insabbia da solo?

A voi l'ardua sentenza. Per noi della C.U.B. S.A.L.L.C.A. la risposta è scontata. Noi daremo seguito a tutte le richieste espresse nell'o.d.g. votato dai lavoratori:

  • abbiamo chiesto all'azienda il ripristino della guardia fissa
  • abbiamo avviato la campagna di sensibilizzazione della clientela
  • stiamo cercando di coinvolgere anche altre filiali rapinate che intendono intraprendere delle iniziative.
  • siamo disponibili a proclamare lo sciopero se i lavoratori ce lo chiederanno.

Sul nostro sito documenti e cronologia completa della vicenda, nonché nostro volantino alla clientela.

C.U.B.- S.A.L.L.C.A.
Intesa Sanpaolo – RSA Torino

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