I ruffiani,  il piatto di lenticchie preparato con la ricetta della nouvelle cuisine di Profumo e i suoi ingredienti nascosti  

Come precedentemente avevamo previsto, l’azienda, ha approfittato della scandalosa sentenza di primo grado emessa in ordine alla richiesta di ricostituzione del patrimonio, solo apparentemente negativa e poi spiegheremo perchè, per proporre, con l’intento di bloccare le diverse cause legali in corso, un’ipotesi di soluzione dell’annoso problema della previdenza complementare degli ex CRR che definire indecente è un mero eufemismo.                           

La cosa che più ci irrita e maggiormente ci scandalizza è che, nel silenzio assordante di qualsiasi presa di posizione ufficiale, i soliti ruffiani, sotto le mentite spoglie di sindacalisti a tempo pieno, si diano da fare alacremente seppur alla chetichella per convincere i colleghi ad accettare il piatto di lenticchie offerto in cambio dei propri diritti.

Solo la CGIL, dopo ben 18 giorni, ha fatto circolare un volantino, più incentrato sulle  diatribe con gli altri compari che sul merito della questione, talmente farisiaco e pilatesco da arrivare ad astenersi da qualsiasi giudizio: fortunatamente quello scritto esprime solo una parte delle posizioni presenti in quel sindacato eppure non possiamo esimerci dal sottolineare e dolerci dell'ennesimo esercizio di reticenza ed ipocrisia, giunto a livelli ineguagliabili, teso a confondere i lavoratori.

Sappiamo benissimo che i colleghi sono esausti, ben più di Esaù che alla fine di una faticosissima giornata non seppe rinunciare, in cambio dei propri diritti di successione, ad un piatto della zuppa di lenticchie che il fratello minore, Giacobbe, stava preparando, ma nessuno si illuda, questa volta essi sapranno, a differenza di Esaù, rinunciare a questo misero piatto e rifiutare questa offerta lesiva dei propri diritti e della propria dignità ma che nello stesso tempo implicitamente riconosce ed avalla la legittimità delle proprie rivendicazioni.

Sebbene tentati dalle varie sirene resisteranno perché i motivi di rifiuto di tale proposta sono tanti e molti di più di quelli che si vedono a prima vista, molti dei quali sottaciuti a belle posta.

Primo motivo di rifiuto è l'esclusione da ogni beneficio dei colleghi già andati in pensione!     Viviamo un'epoca che sta calpestando i principi dell'etica e della solidarietà ma accettare di discutere sulla base di questa impostazione è veramente infamante.      

Secondo motivo di rifiuto è la pochezza irrisoria di quanto offerto, pari a circa un quinto di quanto spettante se si rispettasse il regolamento del Fondo, e a circa un terzo di quanto fruiscono i colleghi ex BSS ed ex Banco Roma, con i quali si è lavorato fianco a fianco per una vita intera e che avevano dei Fondi pensioni agli inizi degli anni novanta i cui patrimoni erano di gran lunga inferiori a quello della CRR.

Terzo motivo di rifiuto sono le considerazioni derivanti dall'analisi delle sentenze di primo grado, negative sì ma con motivazioni assenti o del tutto carenti tali che, a giudizio degli avvocati, verranno ribaltate con estrema probabilità nei gradi successivi di giudizio;   in particolare quella pronunciata in ordine alla richiesta di ricostituzione del patrimonio recita alle prime due righe della motivazione: "la materia del contendere dev'essere circoscritta alle allegazioni e richieste formulate da entrambe le parti nei rispettivi atti introduttivi" come se non fosse stata la stessa giudice ad autorizzare le note di replica che contenevano dimostrazioni, supportate da prove documentali, schiaccianti e concludenti a favore della nostra tesi.

Quarto motivo di rifiuto è la poca trasparenza e la scarsa certezza della proposta aziendale: perché l'azienda, diversamente da tutte le altre contrattazioni, non ha formulato la sua proposta attraverso tabelle universali per ogni grado e livello e soprattutto perché si è dapprima rifiutata di fornire i dati relativi alle rendite e solo poi, dopo parecchi giorni, ha fatto uscire, in merito, degli elaborati privi di riscontro e che ci risulterebbero sovradimensionati?

Noi abbiamo effettuato delle verifiche e dei confronti con i coefficienti di conversione del capitale in rendita di altri fondi pensione e le rendite conseguenti sono tutte risultate inferiori, con differenze che variano tra un minimo del 4% ad un massimo dell'11% rispetto quelle indicate, mentre le tabelle dei coefficienti in questione del Fondo Pensione di Gruppo, che per legge dovrebbero essere pubbliche, richieste all'ufficio preposto, ci sono state finora negate.

Quinto motivo di rifiuto, qualora si optasse per la soluzione unica, è la percentuale molto elevata di tassazione sul capitale accumulato, essendo minimo il periodo di accumulo, il che comporta la riduzione di circa un quarto degli importi indicati e ricordiamo per i gradi più elevati che la liquidazione in capitale non può superare il 50% della posizione maturata e comunque non può superare l'importo massimo di circa 43.000 euro.

Sesto motivo di rifiuto: in questi giorni (vedi volantino allegato) nel gruppo Intesa per gli ex CR Firenze si è addivenuti ad un accordo per il quale i lavoratori fruiscono oltre al vecchio Fondo esonerato che continua ad assicurare una integrazione pari all'85%, dico 85, dell'ultimo stipendio una seconda componente, FIP, che malgrado gli squilibri denunciati assicura ai lavoratori degli zainetti suppletivi, terza componente, pressoché di uguale misura a quelli offerti a noi, arrivando così ad una posizione complessiva più che doppia di quella propostaci.           Come vedete, anche in questo periodo di vacche magre ed a dispetto di quanto ripetuto da certi "terroristi",  le grandi banche, se vogliono, trovano i soldi nei loro bilanci!

Settimo motivo di rifiuto: come ex CRR siamo gli unici dipendenti dei più di duecento istituti bancari esistenti negli anni settanta, prima che iniziassero i vari accorpamenti, che fruiscono nella stragrande maggioranza di una pensione complementare pressoché nulla e quindi, prima o dopo, il nostro diritto dovrà essere affermato e sancito!

Ottavo motivo di rifiuto: i soldi che reclamiamo, nonostante ci siano stati sottratti con destrezza, erano e rimangono soldi nostri!

Nono motivo di rifiuto: i colleghi resi edotti e più consapevoli dall'esperienza passata, dopo il nostro resistere resistere resistere, invocato in risposta agli accordi di agosto del 2007 e purtroppo non da tutti ascoltato, raccolto appieno, si fa per dire, solo dai sindacalisti (nessuno di loro aderì agli esodi ed ai prepensionamenti), questa volta sapranno resistere TUTTI!

In conclusione, pur ribadendo che l'arma più efficace per ridurre l'azienda alla ragione, in mano ai sindacati firmatari del contratto integrativo, è quella del ricorso all'art. 28 per mancato adempimento contrattuale, ricordiamo che noi siamo stati e siamo sempre disponibili ad abbandonare le vie legali ma solo in cambio di un accordo onorevole, che ci avvicini se non equipari agli altri colleghi ex Capitalia il che vuol dire rimuovere completamente i primi due motivi di rifiuto: riconoscere i diritti di tutti gli aventi causa ed aumentare i montanti , con criteri uguali per tutti i gradi, di modo che ogni lavoratore possa fruire di condizioni similari ai pari grado degli altri rami di confluenza di quel "lago di Roma", ormai svanito.    

                                                  Comitato Fondo Pensioni Cassa di Risparmio di Roma

Roma, 13.11.2009

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