UNICREDITO – NUMERO UNO NELLE SCORRETTEZZE
Da tempo il gruppo Unicredito si è messo in luce per azioni di disturbo in occasione degli scioperi indetti dalla Cub-Sallca.
L'ultimo, clamoroso, episodio era avvenuto durante lo sciopero di aprile, indetto per i problemi del Fondo Pensioni dei lavoratori dell'ex Cassa di Risparmio di Roma.
In quell'occasione l'azienda aveva avuto la sfrontatezza di scrivere alla Commissione di Garanzia per la Legge 146 (relativa al diritto di sciopero), lamentando presunte irregolarità nell'indizione dello sciopero, nonostante lo stesso campeggiasse in bella vista sul sito della Commissione, a dimostrazione di una proclamazione inequivocabilmente regolare.
Infatti la Commissione ha ignorato la denuncia, ma l'atteggiamento aziendale, nel frattempo, avevo indotto qualche lavoratore timoroso a farsi caricare la causale di ferie in luogo di quella di sciopero. Solo i lavoratori più determinati, e che hanno preso atto delle nostre rassicurazioni, si sono visti caricare la causale di sciopero dopo alcuni giorni.
In occasione dello sciopero generale del 17 ottobre sembrava fosse andato tutto liscio e, in particolare, nessuna segnalazione di problemi ci era giunta da Unicredit Banca e Unicredit Banca di Roma, dove i lavoratori che hanno scioperato si sono trovati regolarmente caricata la causale di assenza per sciopero.
Invece, questa volta, è in UPA che qualcuno ha pensato bene di fare il "fenomeno", lasciando circolare la notizia che lo sciopero fosse irregolare. Questo atteggiamento aziendale è stato supportato dall'azione di qualche sindacalista delle sigle concertative che, non sappiamo se per malafede o ignoranza, ha informato i lavoratori di aver "intercesso" con l'azienda per evitargli non si sa quali conseguenze disciplinari.
Atteggiamento ridicolo e grottesco, visto che lo sciopero, se era regolare nelle altre società del gruppo, non poteva che esserlo anche in Upa.
Peccato che questa storia, a noi, non abbia fatto ridere per nulla: informiamo questi signori che, nel caso pensassero di ripetere questa ignobile impresa, li denunceremo pubblicamente ai lavoratori per il loro comportamento scioccamente servile verso l'azienda.
Azienda, dal canto suo, che ha completato la commedia caricando, alla fine, ai lavoratori in sciopero la causale di "permesso non retribuito".
Non capiamo il motivo per cui il primo gruppo bancario italiano continui a tenere un comportamento indegno rispetto al mantenimento di corretti e civili rapporti sindacali.
A meno che non sia così preoccupato che, anche in Unicredito, cresca la forza del sindacalismo di base da ricorrere a questi meschini mezzucci.
Però lo avvisiamo: se dovessero persistere questi comportamenti scorretti non esiteremo a portare anche all'esterno la denuncia di questi episodi.
Ai lavoratori vogliamo mandare due messaggi.
Il primo è che gli scioperi della Cub-Sallca sono sempre stati regolari, prova ne sia che mai nessun lavoratore ha subito sanzioni per avervi aderito.
Il secondo è che i timori aziendali sulla crescita del sindacalismo di base dovrebbero rafforzare la convinzione che questa crescita può portare benefici a tutta la categoria.
Per cui l'invito finale è a conoscerci meglio, a parlare con noi, ad aderire alle nostre iniziative, a lavorare insieme per difendere e rilanciare i diritti dei lavoratori.
Gruppo Unicredito
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