Come dopo la sentenza della Corte "Incostituzionale" sull'art. 8 quinques, i funzionari d'allora, di concerto con i rappresentanti sindacali più "accreditati", si adoperarono per impedire la trasformazione del ns. Fondo in direzione di una maggior equità, come avvenuto in tutte le altre banche con regolamenti similari, anche in questi giorni, con altrettanto opportunismo, alcuni personaggi appartenenti alla categoria dei quadri "super" si stanno dannando, in combutta con i sindacati "tappetino", con argomentazioni tese a convincere che non ci siano soluzioni possibili migliori, per far passare un accordo favorevole solo per loro stessi e per l'azienda mentre è molto dannoso per la stragrande maggioranza dei lavoratori ex CRR.

Ricordiamo il passato,    per non farci prendere in giro e mettere in mezzo un'altra volta!

L'alternativa a questa ipotesi d'accordo non sono le cause legali, come cercano di farci credere, ma una trattativa vera, seria e trasparente che tenga conto di tutti gli interessi in gioco, soprattutto quelli della Banca che, come abbiamo già elencato nel nostro precedente scritto, sono tanti!

Facendo leva su quest'ultimi la trattativa può essere ripresa sulla base della volontà espressa dalla maggioranza degli intervenuti alle assemblee e si possono ottenere delle condizioni migliorative che comunque, considerata la valenza della vertenza, dovranno essere sottoposte al vaglio dei lavoratori in forme di consultazione certe e democratiche.

Ribadiamo che la conseguenza più grave che deriverebbe dalla firma dell'accordo proposto è costituito, come afferma il prof. Alleva ( il loro legale! ), dal grave pregiudizio che verrebbe arrecato "de facto" al prosieguo delle azioni legali di tutti coloro che non intendessero o potessero aderirvi, differentemente da quanto ripetuto ingannevolmente, trattarsi di un accordo facoltativo che lascierebbe aperta la possibilità di continuare, come prima, le cause legali.

I sindacati firmatari che non volessero macchiarsi di questa grave colpa dovrebbero quindi  esimersi di fare questo regalo alla Banca, lasciandole, in alternativa, l'onere di fare un'offerta  unilaterale, non avallata dalla loro controfirma!

Solo così potrebbero dimostrare che le illazioni che si fanno sul loro conto sono prive di fondamento; altrimenti se, al contrario, confermassero quel prè-accordo senza avere avuto mandato ed approvazione da parte dei lavoratori interessati avallerebbero l'atto di accusa nei loro confronti.

CERCHIAMO DI RIMANERE UNITI E CONSAPEVOLI !

                                                Comitato Fondo Pensioni Cassa Risparmio Roma

P.S.  Solo quest'oggi ci è pervenuto lo squallido comunicato a sei firme datato

        19 c.m.:   Noi deploriamo il solito uso strumentale di un fatto marginale, 

        per coprire la sostanza delle cose,  episodio accaduto dopo più di due ore 

        di assemblea e che, per quanto censurabile, è scaturito da un comprensibile

        scatto di rabbia di un pensionato, escluso da ogni suo diritto.

Roma, 25 gennaio 2010

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