INTESA SANPAOLO – CHISSA’ PERCHE’ I LAVORATORI NON SI FIDANO DEI DIRIGENTI
La vicenda della società consortile ha evidenziato, più che in passato, la totale sfiducia dei lavoratori verso le promesse e le garanzie dei dirigenti aziendali. Le rassicurazioni espresse dalle segreterie delle sigle del primo tavolo non hanno certo tranquillizzato i colleghi.
D'altronde gli esempi di mancato rispetto degli accordi è piuttosto lungo e, talvolta, fornito dagli stessi sindacati firmatari.
Proviamo a ricordare qualche episodio, dai più banali ai più "seri" (dimenticando sicuramente molte cose).
- 29 ottobre 2008: le otto sigle del primo tavolo scrivono ai vertici aziendali lamentando, accanto a critiche sulle modalità di valutazione del potenziale dei lavoratori, scarsa trasparenza e poche informazioni sulle procedure di selezione per le assunzioni. Si sono però dimenticate che, nel "vecchio" Sanpaolo, esisteva un comitato sindacale di verifica delle assunzioni, spazzato via senza colpo ferire e senza tentare di estendere il meccanismo alla nuova banca.
- 16 febbraio 2009: i coordinatori di 7 sigle (manca il Silcea) del primo tavolo delle sedi centrali di Torino fanno uscire un volantino che lamenta il malfunzionamento di Intesap (ci sarebbe da scrivere un libro sulla materia), che provoca errori e ritardi nella rilevazione di turni, straordinari e lavoro festivo per i lavoratori della Centrale Allarmi.
- 3 aprile 2009: le otto sigle scrivono ai responsabili aziendali per contestare la procedura on line per le ferie, che prevede l'indicazione obbligatoria della fruizione dei giorni di ex festività.
- 15 aprile 2009: le otto sigle scrivono ai responsabili aziendali perché, per la fruizione dei permessi del DM n. 278/2000 (permessi retribuiti per infermità grave di congiunti), l'azienda richiede, con un'interpretazione arbitraria, l'esibizione di una dichiarazione dell'ospedale sulla presenza fisica del lavoratore a fianco del congiunto.
- 5 maggio 2009: quasi comico, se non fosse molto serio l'argomento, è il comunicato con il piagnisteo sulla mancata consegna di dati sulle rapine in Area Torino, Piemonte Nord, Valle d'Aosta agli RLS; in mancanza di questi ultimi i dati devono essere forniti alle RSA. Ma si sono dimenticati che l'accordo per votare gli RLS risale a dicembre 2007 e che questo prevedeva che l'elezione dovesse avvenire entro giugno 2008? Si sono pure fatti l'accordo su misura per escludere la possibilità di candidare chi è stato escluso dalla firma dello stesso (cioè la Cub-Sallca) e non possono raccontarci la storiella che le elezioni non si sono fatte perché "i continui passaggi di filiali fra la capogruppo ed alcune banche reti locali fanno variare continuamente il perimetro dei dipendenti e quindi rendono impossibile identificare la platea dei votanti". Ma ci prendono in giro???
- Il comunicato poi "scopre" oggi che le "deportazioni" verso il Lingotto avvengono senza il benché minimo rispetto delle esigenze personali e familiari dei lavoratori. Sono due anni, in ben 4 comunicati, che noi denunciamo il problema. Ma gli otto sindacati si dicono "fortemente contrariati" per questa situazione ed immaginiamo che i vertici aziendali tremeranno come gelatine di fronte a questa affermazione.
- Tremano talmente che si sono presi nuovamente gioco dei lavoratori con i nuovi buoni pasto distribuiti in molte realtà, che vengono rifiutati dai negozianti, che sovente lamentano commissioni troppo alte. Quello delle commissioni troppo elevate è un elemento che vorremmo sapere se viene tenuto in considerazione da chi deve occuparsi di queste convenzioni, visto che, in passato, vi furono già episodi simili. C'è qualche interesse inconfessabile dietro tutto questo?
- Possiamo, infine, ricordare che l'accordo sul Vap relativo all'anno 2008 prevedeva la possibilità di trasformare parte del premio in azioni. Non che la questione fosse così rilevante, ma non se ne è fatto nulla perché gli "organi deliberanti competenti" non hanno fatto in tempo…a deliberare.
Mentre scrivevamo queste note è uscito un volantino delle otto sigle dal titolo "gli accordi vanno rispettati e applicati. Basta ritardi ed errori".
A parte il fatto che l'Azienda ha subito provveduto ad interpretare a suo modo l'invito alla celerità tagliando drasticamente il tasso d'interesse sui depositi dei colleghi, ci pare di poter dire alle otto sigle firmatarie, che sentono il bisogno di denunciare le inadempienze aziendali, che c'è un filo rosso che lega tutti questi episodi, di natura diversa: l'arroganza aziendale, che si manifesta impunemente grazie alla certezza che chi firma gli accordi farà di tutto per mantenere i lavoratori buoni e tranquilli.
Crediamo che questo calcolo possa dimostrarsi sbagliato, ma solo se lavoratori e lavoratrici capiranno che esiste un'unica strada per obbligare l'azienda a rispettare gli impegni: il conflitto e la mobilitazione ogni volta che sono necessari.
Con il sindacalismo di base si può riaffermare la dignità dei lavoratori e costruire una condizione lavorativa accettabile. Aderisci alla Cub-Sallca, organizzati con noi.
C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Intesa Sanpaolo
Area Torino, Piemonte Nord, Valle d'Aosta
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