La dirigenza di questa banca non perde occasione per confermare il suo totale disinteresse per i lavoratori e l' indifferenza per la qualità del servizio.

Dopo mesi e mesi di incertezza sul loro destino, una parte dei lavoratori del Centro Domus di Torino è stata improvvisamente convocata dal responsabile e messa di fronte ad una drastica scelta: tornare in filiale o essere destinata ai  back office (consorzio ISGS). Non solo: i colleghi devono operare una scelta al buio, dando una generica disponibilità a tornare in filiale, senza sapere dove, quando, a fare che cosa. Si presume a fare i fantasmi, visto che l'accordo sulle figure professionali ha "dimenticato" chi si occupa dei mutui. Già oggi, nelle filiali, il ruolo è occupato da generici assistenti alla clientela e da  gestori famiglie con portafogli fittizi.

Ancora una volta un servizio viene smantellato senza programmare l'operazione (non si conoscono nemmeno i tempi precisi) e lasciando i lavoratori nel limbo: ci auguriamo che, almeno per una volta, ci sia la volontà di provare ad ascoltare veramente i colleghi e di conoscere le loro problematiche, attraverso colloqui degni di questo nome.

Oltre a non dimostrare la minima considerazione per i lavoratori, questa dirigenza mostra una pericolosa sottovalutazione dei problemi legati al lavoro dei mutui.

In tutti questi anni il Centro Domus ha rappresentato un prezioso strumento di filtro per le pratiche provenienti dalle filiali, sia per quel che riguarda la valutazione del merito delle operazioni, sia rispetto alla verifica degli aspetti tecnici delle pratiche stesse.

Quella dei mutui è materia specialistica che non può essere trattata, come invece accadrà, come un prodotto da bancone.

Elevato è il rischio che le pratiche, lavorate solo dalle filiali, almeno quelle medio-grandi, possano presentare errori tecnici o risentire delle pressioni commerciali di qualche direttore troppo "aggressivo" (ricordiamo che la responsabilità del credito è del proponente e che nessuno può costringervi a proporre una pratica che non vi convince).

E' costume di questa dirigenza aziendale mettere i lavoratori in condizione di operare in situazioni critiche, salvo poi presentare il conto se qualcosa va storto (leggi provvedimenti disciplinari). Invitiamo, pertanto, i lavoratori che si occuperanno di mutui nelle filiali ad operare con il massimo della cautela.

Le cose che stiamo dicendo sono di ordinario buon senso, ma è evidente che questo non è il parametro che guida le azioni dei nostri top manager. Tutti sanno che l'esperienza pilota di Napoli è stata negativa, di quella di Padova non si sa più nulla, ma, nella riunione con i dirigenti al Lingotto, in primavera, i nostri massimi dirigenti avevano ribadito pubblicamente che i Centri Domus dovevano sparire: e quindi spariranno, costi quel che costi!

Non importa che poi i programmi vengano stravolti dai fatti, che hanno la testa molto più dura: ad esempio, era stato deciso che tutte le pratiche con problemi (quelle per cui non si accende il "semaforo verde") dovessero essere accentrate sulla Direzione Centrale Decisioni Creditizie per la valutazione. Adesso contrordine: le pratiche torneranno ad essere visionate dall'Ufficio Concessione Banca dei Territori di Torino.

Nessuna spiegazione ufficiale: possiamo supporre che sia stata sottovalutata la mole di pratiche problematiche e che l'ufficio di Milano sia stato travolto dalla quantità di operazioni? Ancora una volta il lavoro viene (dis)organizzato da chi comanda senza sapere cosa sta facendo. Verrebbe da ridere, se non fosse che la gestione di questa banca è sempre più devastante: solo i semplici lavoratori sono chiamati a rispondere sempre dei propri atti quando sbagliano?

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Intesa Sanpaolo
Area Torino, Piemonte Nord, Valle d'Aosta

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