Cub, Cobas e SdL hanno indetto uno sciopero generale di 24 ore di tutti i lavoratori pubblici e privati per il 23 ottobre per contrastare il tentativo di far pagare ai lavoratori e dare una forte risposta alla valanga di licenziamenti in corso, che farà salire a 500.000 il numero di coloro che avranno perso il lavoro prima della fine dell'anno.

Anni di politiche economiche condotte in continuità dai governi di diverso colore che ci sono succeduti hanno fatto crescere i profitti, favorito la finanza speculativa, ridotto il potere d'acquisto degli stipendi, fatto dilagare precarietà ed insicurezza: oggi vengono riproposte come risposta alla crisi, ma queste politiche sono la malattia, non la cura.

Anche nei nostri settori abbiamo visto i risultati di politiche volte ad inseguire profitti facili e nel breve periodo: politiche commerciali molto aggressive per "vendere" prodotti di dubbia qualità e creazione di grandi gruppi attraverso fusioni imposte dai grandi manager con forti agganci politici.

E mentre i manager si garantivano bonus scandalosi i lavoratori sono stati ceduti come oggetti (vendite delle filiali), hanno affrontato vari disagi e disservizi, 20.000 dipendenti  sono usciti dalle banche con un uso disinvolto del Fondo Esuberi finalizzato a tagliare gli organici e sostituire parzialmente il personale esodato con lavoratori precari.

Gli effetti di queste politiche dissennate cominciano a vedersi: le banche italiane dichiarano di essere solide, ma certamente gli utili sono lontani dal Roe al 20% ed i nostri manager cominciano a lamentarsi che il Fondo Esuberi costa troppo, ricorrono sempre più spesso a politiche di delocalizzazione di lavorazioni in paesi a basso costo del lavoro, iniziano a tagliare quote salariali (vedi Vap di gruppi come Unicredito e Intesa Sanpaolo). Una novità poco conosciuta è che anche nel settore bancario cominciano ad esserci rischi di licenziamenti. Sono in genere banche relativamente piccole, ma i posti di lavoro in gioco sono  centinaia ed il Fondo Esuberi (che doveva garantire il settore dai licenziamenti e che venne scambiato con il catastrofico contratto nazionale del '99) serve poco o nulla in questi casi.
Quindi nelle banche e nelle assicurazioni questo sciopero significa anche:

  • difesa dell'occupazione, conferma degli apprendisti e di tutti i lavoratori con contratto atipico;
  • mantenimento dell'area contrattuale del settore credito per tutte le attività complementari e ausiliarie e contrasto alle politiche di delocalizzazione all'estero ;
  • utilizzo di strumenti di gestione degli esuberi a carico delle banche, e non della fiscalità generale, con salvaguardia della volontarietà dei lavoratori e verifica di reali situazioni di eccedenza di personale; creazione di un meccanismo per riassorbire all'interno del settore situazioni di crisi occupazionale non gestibili con altri strumenti.
  • tagli dei bonus e delle prebende per i banchieri, corresponsabili della grave crisi economica, innescata dalla ingordigia, dall'avidità e dalla speculazione di aziende che hanno perseguito per anni  profitti insostenibili, impoverendo tutta la società.

Queste sono le nostre specificità che si affiancano e si integrano alle
priorità complessive che stanno al centro dello sciopero generale:

  • blocco dei licenziamenti e riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario;
  • aumenti consistenti di salari e pensioni e introduzione di un reddito minimo garantito per tutti/e;
  • aggancio dei salari e delle pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all'80% del reddito per i lavoratori '' atipici'';
  • mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e, abrogazione della Bossi-Fini e del pacchetto sicurezza;
  • sostegno allo sviluppo delle energie rinnovabili, del risparmio  energetico, del riassetto idrogeologico, contro il nucleare, la privatizzazione dell'acqua, l'incenerimento dei rifiuti, le grandi opere costose e dannose.
  • messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, delle scuole, dei trasporti, inasprimento delle sanzioni per chi provoca morti sul lavoro, gravi infortuni, malattie professionali;
  • difesa di posti, classi e orari nella scuola pubblica e contrasto alle leggi Gelmini e Aprea; assunzione a tempo indeterminato dei precari e ripristino dei servizi con personale scolastico;
  • investimenti pubblici per un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare, blocco degli sfratti e canone sociale per i bassi redditi;
  • diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi;
  • difesa del diritto di sciopero e fine del monopolio oligarchico di Cgil-Cisl-Uil sulla rappresentanza e i diritti sindacali, pari diritti per tutte le organizzazioni dei lavoratori, rappresentanza elettiva democratica sui posti di lavoro e a livello regionale/nazionale.

Per uscire dalla crisi è necessario invertire le politiche economiche degli ultimi due decenni e tornare ad una distribuzione del reddito a favore di stipendi, salari e pensioni anche attraverso:

  • rivendicazione di un'ase e dannose.equa politica fiscale, con restituzione del fiscal drag ai redditi da lavoro, con recupero delle risorse attraverso la lotta all'evasione e all'elusione, non attraverso lo scandaloso scudo fiscale che premia tutte le illegalità, compreso il falso in bilancio;
  • abbassamento delle tasse sui redditi da lavoro, da realizzarsi con una riduzione di aliquote e una manovra equilibrata su detrazioni e deduzioni, anziché sui soli sgravi fiscali riservati agli straordinari o ai premi aziendali;
  • miglioramento dei servizi pubblici da ottenere con estensione degli orari e dei servizi, sia in campo scolastico, che sanitario e assistenziale, in modo da privilegiare scuole e strutture pubbliche, anziché foraggiare le costose strutture private: il reddito dei lavoratori si difende anche così.

Lo sciopero è legale e regolare, sono stati rispettati i termini di preavviso e le procedure di legge e di contratto.

Partecipate numerosi allo sciopero e alle manifestazioni.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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