A pochi mesi dalle recenti elezioni degli organi amministrativi, che hanno visto per la prima volta entrare in CdA consiglieri da noi candidati, è utile fare il punto della situazione ed esprimere alcune valutazioni ragionate sui passaggi che ci attendono. Abbiamo riscontrato novità molto positive ed elementi che sollevano serie preoccupazioni. Intendiamo discuterne, con franchezza e trasparenza.

Il primo dato positivo è che abbiamo ottenuto un obiettivo per cui ci siamo battuti per anni: la possibilità di fare il cambiamento di comparto in 4 diverse finestre trimestrali, nel corso dell'anno. I lavoratori potranno spostare i propri risparmi con più tempismo, fatto utilissimo in un contesto di mercato instabile, turbolento e imprevedibile, un elemento diventato ormai strutturale. E' l'ultima delle nostre conquiste: avevamo chiesto un comparto etico, un comparto monetario, una newsletter informativa, la possibilità di accantonare su due comparti diversi, un rendiconto trasparente e tempestivo. Ci abbiamo impiegato anni, ma abbiamo ottenuto tutto, a dimostrazione che combattere, alla fine, paga.

Il secondo dato positivo è che il Fondo si appresta a varare un Regolamento delle Anticipazioni più snello e veloce, che recepisce a pieno la riforma della legge 252/2005 e ne chiarisce i punti problematici. Sarà più semplice e rapido accedere alle anticipazioni.

Il terzo dato positivo è che le quotazioni dei vari comparti hanno ripreso a salire e questo non può che rallegrare tutti, perché coloro che andranno in esodo a fine anno, o che riscatteranno per comprare casa, o che cambieranno comparto, avranno recuperato un capitale maggiore. Per dirla meglio, avranno recuperato tutto o parte di quello che avevano perso nel 2008.

La qualità di queste prestazioni del Fondo, tuttavia, non è delle migliori, e qui è necessario entrare nel merito: perché i comparti sono saliti in questo modo? Questa crescita è sostenibile? E' bene chiarire che il recupero dei valori dipende in buona misura dalla ripresa delle borse, dal rialzo delle obbligazioni governative a reddito fisso e dal rientro del panico rispetto alle obbligazioni corporate. Tutto questo ha fatto salire i mercati, in un contesto di ribasso dei tassi, del tutto anomalo e straordinario, che presumibilmente pone le premesse per una nuova ondata speculativa e inflattiva. E' prematuro ritenere che la crisi finanziaria sia finita e potremmo presto ritornare sull'ottovolante, ma non è questo il punto.

Il punto è che gran parte delle ottime prestazioni del Fondo sono dovute agli investimenti extra-benchmark ed in particolare agli strani movimenti che sono stati effettuati sul versante degli immobili. Gli investimenti extra-benchmark sono presenti solo nei 4 comparti "originari" che sono proprio quelli che hanno evidenziato performance del 30-40% superiori al benchmark di riferimento! Dovremmo esserne contenti ma occorre anche capire come sia stato possibile raggiungere tali risultati per verificarne la reale consistenza e la loro reale esigibilità anche nel medio periodo! E' difficile comprendere cosa sta succedendo ma è chiaro che una buona parte di tali extrarendimenti derivano da un investimento immobiliare, il fondo Omega di Fimit.

Avevamo già segnalato in precedenza l'anomalia di alcune scelte nella gestione immobiliare che sarà bene riepilogare sinteticamente. Nel 2007, quando non eravamo ancora presenti nel CdA, il Fondo ha venduto 14 immobili in portafoglio per 160 milioni di euro, per destinarli ad acquisti di strumenti finanziari rappresentativi di immobili, quotati, trasparenti e selezionati con un modello di ampia diversificazione, sia geografica che di destinazione d'uso. Invece il reinvestimento è avvenuto con una logica che sembra contrastare con le linee di intervento dichiarate: attraverso la partecipazione nella Sicav Emera, sono stati comprati fondi non quotati, emessi da un'unica società (la Fimit), in palese conflitto d'interesse con Intesa Sanpaolo. Infatti nel portafoglio di Emera, sono presenti sia il Fondo Tau, costituito da immobili ex-Telecom, sia il Fondo Omicron Plus, composto da immobili locati a Unicredit, ambedue gestiti da Fimit SGR SpA.

Vale la pena ricordare che Fimit aveva comprato da Intesa Sanpaolo la società veicolo (Immit) il cui collocamento era fallito per mancanza d'interesse da parte del mercato: in questa società sono finiti 284 immobili di Intesa Sanpaolo che sono stati conferiti al fondo Omega, di cui Intesa possiede il 30% e il Fondo Pensioni Sanpaolo Imi il 23%. Se la partecipazione in Emera è inserita nel benchmark dei comparti, il fondo Omega è parte della gestione extra-benchmark.

In conclusione: abbiamo quote di fondi immobiliari italiani non quotati, comprati in conflitto di interesse, mentre si dovevano comprare strumenti quotati, diversificati geograficamente, in capo a controparti terze.

A questo punto una domanda sorge spontanea: cosa importa tutto questo, quando il prezzo d'acquisto è risultato conveniente, le quotazioni salgono e le plusvalenze gonfiano i nostri zainetti?

Sarebbe forse utile chiedersi perché le quotazioni salgono! Fimit è una società con alcuni problemi: il suo amministratore delegato, Massimo Caputi, è sotto inchiesta per riciclaggio, aggiotaggio e ostacolo alle attività di controllo della Banca d'Italia e della Consob (Corriere della Sera 24 luglio 2009). Dalle intercettazioni disposte dal Magistrato, risultano essere in difficoltà alcuni dei Fondi Immobiliari che gestisce (Alpha, Beta, Gamma, Delta). In questo contesto, alla fine del 1^ semestre 2009, chiuso il 30 giugno, Fimit rivaluta il Fondo Omega nella misura del 37,94%! (Sole 24 Ore 1/9/09). Non siamo degli esperti immobiliaristi, ma è ovvio che tale situazione merita un  approfondimento.

I nostri dubbi non sembrano angustiare le principali organizzazioni sindacali della nostra azienda: Fisac e Fabi hanno diramato comunicati entusiasti sulla situazione del Fondo, senza minimamente analizzare nel dettaglio come sono state costruiti quei risultati. Un atteggiamento acritico che fa sorgere, spontanea, un'altra domanda: ma ci sono o ci fanno? Sono in grado di capire e controllare quello che passa loro sotto gli occhi? Mentono sapendo di mentire? Ai posteri l'ardua sentenza…

Quello che ci preme ribadire è questo: non lasceremo cadere la nostra attenzione sulle strane vicende degli immobili del Fondo. Riteniamo che l'unico modo per verificare la consistenza delle valutazioni sia quello di procedere alla liquidazione di tali posizioni ed al consolidamento delle plusvalenze.

Per quanto riguarda l'evoluzione della esperienza del Fondo Pensioni, noi pensiamo che si sia chiuso, positivamente, un ciclo: quello che ha portato alla trasparenza, alla flessibilità, alla diversificazione, alla possibilità di controllo dal basso della propria posizione individuale. Si apre ora una nuova fase, in cui noi poniamo due questioni centrali:

  • la gestione tecnica del Fondo, attualmente delegata in pieno alla GDP SIM, la società di consulenza che ha in mano tutte le leve per fare quello che vuole;
  • la modifica dei regolamenti elettorali degli organi collegiali, in base al principio "una testa, un voto" e l'abolizione del sistema di voto a preferenza multipla.

In particolare, per quanto riguarda il primo punto, occorre introdurre un meccanismo di bilanciamento, di contraddittorio e di separazione di ruoli: la società di consulenza si deve occupare solo di asset allocation, ad altri deve essere assegnata la funzione di rendicontazione e controllo. Controllato e controllore devono essere diversi e distinti.

Al più presto va aperta la discussione su questi temi e su questo misureremo la capacità delle altre organizzazioni sindacali di aprirsi al cambiamento e alle necessità nuove.

E' chiaro che i nostri rappresentanti, i consiglieri, i delegati, eletti dai lavoratori sulla base delle nostre indicazioni e candidature, continueranno a battersi per garantire chiarezza e trasparenza, per migliorare quello che è perfettibile e cambiare quello che non funziona. Fateci avere suggerimenti, proposte, contributi. Noi daremo voce e rappresentanza alle esigenze comuni.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Intesa Sanpaolo

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