Ci scusiamo per il ritardo con cui commentiamo l'esito dello sciopero generale del 23 ottobre, ritardo dovuto anche ai tempi necessari per recuperare dati dalle varie aziende.

Lo sciopero generale del 23 ottobre ha avuto un buon successo ed un discreto ritorno mediatico: tutti i telegiornali hanno riportato le notizie sulle adesioni più consistenti nei settori del trasporto pubblico, delle scuole, degli uffici pubblici. Le immagini sulla manifestazione nazionale di Roma e sulle altre iniziative locali hanno dato conto delle migliaia di lavoratori scesi in piazza. E nei settori del credito e delle assicurazioni?

Non abbiamo difficoltà a riconoscere che le adesioni non sono state elevate. Non che in passato avessero raggiunto punte memorabili, ma nell'occasione è andata anche peggio, salvo rare e lodevoli eccezioni, cui va il nostro apprezzamento e ringraziamento.

Peccato perché questa giornata di lotta poteva essere sfruttata per almeno due motivi.

Il primo è che non c'erano ragioni per bancari ed assicurativi di tenersi fuori dal movimento generale dei lavoratori, nel momento in cui la crisi morde e le controparti cercano di scaricarne su di noi i costi.

Il secondo è ancora più specifico. E' in corso una trattativa in Abi, da parte dei sindacati del primo tavolo, sui temi dell'occupazione, che rischia di introdurre nel settore bancario contratti con forti deroghe normative e salariali. C'è il pericolo che vengano introdotti strumenti che finiranno per destrutturare il contratto nazionale, come abbiamo ampiamente pubblicizzato attraverso i nostri comunicati.

Il problema era noto già prima dello sciopero: abbiamo ribadito l'invito all'adesione facendo circolare l'articolo uscito il 21 ottobre su Libero sulle trattative in Intesa Sanpaolo (ma che, com'era prevedibile, ora coinvolgerà tutta la categoria). Peraltro l'articolo circolava già in molte "catene di Sant'Antonio" di mail lanciate dai colleghi, giustamente indignati.

Ma l'indignazione non basta a fermare le manovre di aziende e sindacati concertativi  e non si dica che lo sciopero generale era indetto su argomenti diversi.

E' evidente che la crisi generale si riversa anche negli accordi categoriali o aziendali e che si deve dare una risposta al tentativo di rilanciare i profitti sulla pelle dei lavoratori: in questo senso il 23 ottobre è stata un'occasione che veniva a proposito e che non è stata sfruttata adeguatamente.

Forte è la preoccupazione che la trattativa possa concludersi secondo i desideri delle aziende: i sindacati che firmano obbediscono ai comandi senza neanche chiedere il parere dei loro iscritti, figuriamoci agli altri lavoratori.

Noi faremo, come sempre, il nostro lavoro di denuncia e di contrasto, ma senza la disponibilità dei lavoratori a reagire, neanche noi siamo in grado di fare miracoli…

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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