La vicenda che vogliamo raccontarvi spiega come la crisi possa diventare anche una scusa per le aziende per sfruttare la situazione per trarre nuovi profitti.

Intesa Sanpaolo vuole vendere alla statunitense State Street le attività di Banca Depositaria (che, in sintesi, si occupa dell'amministrazione e del calcolo del valore delle quote dei fondi d'investimento).
Lo vuole fare vendendo anche 395 lavoratori, violando così un accordo sindacale che prevedeva il loro ritorno in azienda. Per questo motivo Intesa Sanpaolo ha subito anche una condanna per attività antisindacale.
State Street, dal canto suo, ha già annunciato che intende aumentare la redditività riducendo i costi: è facile immaginare quali. Intesa Sanpaolo incasserà 1, 7 miliardi di Euro dalla vendita e cercherà di disfarsi di 395 lavoratori che avranno un destino incerto.

Nel frattempo la banca sta peggiorando il livello del suo servizio alla clientela.
Dopo averlo sperimentato nella rete ex Intesa, ora anche nella rete ex Sanpaolo i clienti stanno provando "l'accentramento" delle operazioni.

Stiamo parlando di bonifici, pagamento imposte, mav, riba, bollette, ecc, con addebito sul conto. Prima le operazioni venivano effettuate subito allo sportello, ora vengono ritirate e inviate negli uffici (back office) dove le operazioni sono passate centralmente. Molte sono state le lamentele per errori e ritardi nell'invio delle ricevute. Peraltro non sempre le operazioni si fermano ai back office: spesso finiscono in Romania.

Si tratta di uffici simili a quelli italiani che, secondo l'azienda, dovevano occuparsi di queste operazioni per le banche dell'est europeo. Ma, secondo quanto ammesso dalla banca stessa, quando si verificano "picchi di lavoro" le operazioni vengono "dirottate". E di picchi di lavoro, ultimamente, ce ne sono parecchi, anche perché a fine 2009 sono usciti dalla banca molti lavoratori in "esubero".

Come non bastasse, Intesa Sanpaolo ha proposto di assumere personale in aree "disagiate" con contratti di apprendistato ridotti del 20% nella retribuzione e settimana lavorativa più lunga.

Insomma, la banca riduce gli organici, vende i lavoratori (violando accordi sindacali), peggiora il servizio ai clienti, manda parte delle operazioni all'estero e poi offre posti di lavoro nuovo a prezzi stracciati. Così facendo, magari, ci scappano anche i ricchi premi per i manager.

I lavoratori hanno già avuto incontro con alcuni amministratori della Provincia di Milano, del Comune di Torino, della Regione Piemonte: da loro e dalle fondazioni che sono azioniste della banca ci attendiamo opportuni richiami al management che porta avanti politiche antisociali

Rivendichiamo il rispetto degli accordi ed il rientro dei lavoratori di Banca Depositaria all'interno del gruppo Intesa Sanpaolo.

Rivendichiamo un modo di lavorare rispettoso di lavoratori e clienti.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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