I primi due scioperi, indetti dalla Falcri, hanno visto una grande adesione dei lavoratori, unita ad una massiccia partecipazione alle manifestazioni di Torino e Milano.

Gli scioperi hanno colpito duramente l'azienda: il calcolo del valore delle quote dei fondi d'investimento (NAV), una delle attività più importanti e delicate di Banca Depositaria, è in arretrato di parecchi giorni.

Per questo motivo la banca ha cercato di correre ai ripari anticipando l'avvio della procedura per il passaggio dei lavoratori a ISP Servizi Transazionali.

L'avvio della procedura, in base ad una norma del CCNL, costringe i sindacati che partecipano alla trattativa ad interrompere le agitazioni. Per questo la Falcri ha dovuto bloccare gli ulteriori due giorni di sciopero programmati. Si tratta palesemente di una norma di garanzia…per le aziende, perché così possono bloccare le lotte e, alla fine della procedura, se non viene trovato un accordo… le aziende possono procedere comunque!!!

Intesa Sanpaolo però ha sbagliato i calcoli: i lavoratori sono determinati a proseguire con le lotte ed hanno preparato un nuovo pacchetto di agitazioni. La Cub-Sallca, che l'azienda continua ad escludere dal tavolo di trattativa, si è messa a disposizione dei colleghi ed ha indetto sciopero per tutta la giornata del 15 febbraio e sciopero degli straordinari per i giorni 16-18-19-20-21-23-25-26-27-28 febbraio – 2 e 4 marzo.

Ci giunge voce di qualche maldestro tentativo aziendale di insinuare che lo sciopero possa essere irregolare. Per quanto ovvio, precisiamo subito che lo sciopero è stato indetto nel pieno rispetto delle regole ed è del tutto regolare, com'è facilmente verificabile sul sito della commissione di garanzia (http://www.commissionegaranziasciopero.it/ – elenco scioperi).

Cogliamo l'occasione per avvisare che provvederemo a denunciare chiunque, esponente aziendale o pseudo-sindacalista, venisse colto a diffondere notizie false ed infondate!

I lavoratori e le lavoratrici hanno ripreso il proprio destino nelle loro mani. Le agitazioni proseguiranno ad oltranza fino al raggiungimento dell'obiettivo che è stato fissato dall'inizio: i lavoratori potranno andare in State Street con il distacco, fino al completo passaggio delle consegne ed alla fine dovranno rientrare in Intesa Sanpaolo. Chi vorrà restare in State Street potrà, ovviamente, farlo su base volontaria.

Registriamo il fatto che anche i sindacati del primo tavolo hanno ribadito l'impegno a far rispettare l'accordo sul Consorzio e per far rientrare i lavoratori in Intesa Sanpaolo. Ci aspettiamo che dalle parole passino ai fatti sostenendo con convinzione le lotte che, in questo momento, non sono certo di proprietà delle singole organizzazioni che proclamano gli scioperi, ma appartengono a tutti i lavoratori che non si arrendono alle decisioni unilaterali dell'azienda.

Per il 15 febbraio sono previste manifestazioni che verranno decise dai lavoratori.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Intesa Sanpaolo

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