La crisi avanza.

Una crisi internazionale con protagonisti banche, il sistema finanziario internazionale e regole che favoriscono la speculazione finanziaria a scapito di investimenti  produttivi.

In questo  contesto, è impensabile che una crisi, in origine emersa negli Stati Uniti, non colpisca anche "i nostri interessi". Le banche e la finanza, dopo essere state salvate dall'intervento pubblico, stanno usando i fondi ottenuti a basso costo per trasferire ingenti capitali in attività speculative. La finanza anglosassone, insieme alle agenzie di rating, punta al ribasso, speculando sull'eventuale default di Paesi sovrani dell'area euro (es. Portogallo,  Spagna, Irlanda, Italia), come già avvenuto a discapito della Grecia.

E' solo questione di tempo, dopodiché, la crisi coinvolgerà più profondamente anche l'Italia, diventando il pretesto per giustificare un ulteriore affondo su diritti  e potere d'acquisto. In Grecia hanno colpito la tredicesima, la quattordicesima, aumentato la flessibilità, allargato le maglie dei licenziamenti. Pensate che i lavoratori italiani ne saranno esentati? Già si parla di blocco degli stipendi pubblici e  di una manovra da 27 miliardi di euro per il  2011 ed il 2012.

Vi chiediamo di reagire, siamo ancora in tempo per far crescere, insieme,  una grande forza sociale e sindacale di base, estranea alle logiche di potere e di scambio che hanno incancrenito e corrotto l'Italia alla radice.

Non è un caso se i soliti sindacati concertativi e firmatari, con la resa  sempre più esplicita di CGIL e sinistra parlamentare, sono in prima fila nel  relegare definitivamente il ruolo del sindacato di lotta in soffitta, per affermare, definitivamente, una politica sindacale incentrata sulla "gestione" dell'esistente e del compromesso a qualunque costo, anche se a scapito dei lavoratori.

Coloro che affermano che un altro futuro non sia possibile hanno tutto l'interesse a non cambiare nulla. Non hanno nessuna intenzione di rinunciare ai "privilegi" acquisiti, non vogliono riaffermare, intenzionalmente,  una politica sindacale tesa alla conquista dei diritti fondamentali.

La logica clientelare e del favore personale fa del sindacato di servizio il lustrascarpe del datore di lavoro,  delle imprese e del Governo di turno. Solo attraverso la partecipazione attiva dei lavoratori sarà possibile la crescita del sindacalismo di base "dei e per i lavoratori".  Anche nel credito le cose stanno peggiorando.

Nel prossimo rinnovo del contratto nazionale di categoria  l'ABI tenterà di abbattere definitivamente quei paletti, ancora esistenti, a difesa dell'area contrattuale. L'obiettivo è quello di permettere alle banche il trasferimento di interi settori/servizi bancari al di fuori dell'area contrattuale, con il forte rischio, per noi lavoratori, di essere privati del CCNL bancari.

In questo modo, di fatto, si precarizza l'intera categoria e si supera, senza ammetterlo esplicitamente, l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (licenziamento con giusta causa).

C'è un limite a questo progressivo abbattimento di diritti, dei salari, al peggioramento della qualità della vita lavorativa, all'aumento della precarietà e dei carichi di lavoro? o continuerai a lasciar scorrere tutto ciò in silenzio?

Si sta avvicinando il momento in cui questa domanda esigerà una risposta, quale sarà la tua? Non permettere che sia troppo tardi. La CUB Sallca è presente nella tua azienda. Partecipa e contribuisci, nel presente, a progettare un futuro migliore.


C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Banca Carige

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