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Manifestazione Nazionale a Milano – L.go Cairoli – ore 9.30
ORA BASTA !
Paghino i ricchi e gli evasori, via le spese militari, per il diritto al lavoro, al reddito e ai diritti sociali.


La manovra correttiva del Governo per il prossimo triennio scarica sui lavoratori dipendenti il pesante onere di risanare il bilancio dello Stato. La crisi della finanza e la pazzia della speculazione vengono usate come armi di ricatto per imporre politiche di rigore a senso unico, dove a pagare sono sempre i soliti tapini, soggetti a ritenuta alla fonte. La pressione fiscale cresce solo sul lavoro dipendente, mentre dall'altra ci tagliano i servizi o ce li fanno pagare di più. Persino il federalismo verrà usato per incrementare il nostro carico fiscale, alzando le aliquote delle addizionali locali.

Il piano del governo prevede nel pubblico impiego il blocco dei contratti per tre anni, il blocco degli scatti di anzianità nella scuola, il licenziamento di metà dei precari, il pensionamento per le donne a 65 anni già dal 2012, la riduzione degli stipendi oltre una certa soglia e la rateizzazione del TFR in determinati casi. Verranno soppressi posti di lavoro a centinaia di migliaia, rendendo impossibile il tempo pieno a scuola e un servizio di qualità che ci consenta di colmare il grave gap formativo con gli altri paesi civili.

Il blocco dei contratti nel settore pubblico viene giustificato con l'argomento che i loro stipendi sono saliti più che nel settore privato. Questo argomento verrà certamente usato anche a fine anno quando si aprirà la trattativa per il rinnovo del contratto del credito, o di qualunque contratto in cui la forza dei lavoratori o la solidità del settore hanno consentito aumenti economici non solo simbolici. Il blocco dei contratti pubblici non è un semplice risparmio dei costi o un problema specifico di quei lavoratori: è un attacco allo stato sociale e quindi un problema per tutti. Se passa questo, sarà tutto più difficile anche per i lavoratori del settore privato.

La manovra riduce ad una le finestre di uscita pensionistica per il 2011, peggiorando in modo strutturale le condizioni per tutti i lavoratori: 12 mesi in più per i dipendenti e 18 mesi per gli autonomi. Questo vale anche per chi fa 40 anni di anzianità. Ci sono rischi inquietanti, ancora da chiarire a pieno, per quei colleghi bancari (e a breve anche assicurativi) che sono o stanno per andare nel fondo esuberi.

Vengono drasticamente tagliate le risorse destinate agli enti locali, Regioni e Comuni in primo luogo. Questo si tradurrà in taglio dei servizi di sanità, assistenza, formazione professionale, trasporto,           aiuto nella ricerca dell'impiego, integrazione scolastica. Servizi ora gratuiti passeranno a pagamento, altri diverranno più cari, altri ancora verranno soppressi. Molti enti locali, già provati dall'eliminazione dell'ICI, saranno costretti ad alzare le aliquote, aumentando le tasse su stipendi e pensioni. Faranno dei tagli odiosi ai portatori di handicap, al sostegno scolastico, agli assegni di invalidità. Ci faranno pagare pedaggi su strade ed autostrade oggi gratuite. Peggiorerà ancora la situazione del trasporto pubblico locale o ferroviario.

 Le risorse fiscali necessarie per correggere gli squilibri storici del sistema italiano andavano reperite con un attacco serio all'evasione fiscale, stimata in 120 miliardi di euro l'anno. Invece il governo ipotizza recuperi, incerti e aleatori, pari a 22 miliardi in tre anni, vale a dire una percentuale del 6% di quanto si stima come volume di evasione.  Una cifra che la dice lunga sulla credibilità e la determinazione di chi controlla le leve del comando. Per non parlare degli svariati miliardi di euro l'anno imputabili alla corruzione della classe politica e degli affaristi che la foraggiano con i nostri soldi…

Di fronte a questo pacchetto di misure scontate e prevedibili, la Cub ha proposto da tempo una totale inversione di tendenza nella politica economica e nelle strategie di rilancio.

Le risorse finanziarie necessarie per risanare il bilancio pubblico e riprendere un sostenibile percorso di crescita del sistema economico vanno prelevate dalla rendita finanziaria, dalla tassazione dei grandi patrimoni privati, dalle transazioni finanziarie speculative, dalle imposte sugli utili societari e dalla lotta senza quartiere all'evasione fiscale e contributiva.

Lo sviluppo deve essere indirizzato verso modelli produttivi nuovi, ripensati in chiave di rispetto ecologico e ambientale, in funzione dei bisogni sociali fondamentali, rispettosi dei diritti delle persone e dei lavoratori. Qui vanno concentrati gli investimenti. Le politiche economiche devono tornare ad avere una funzione redistributiva, non più da salari e pensioni verso rendite e profitti, ma viceversa.

Per realizzare questo passaggio epocale occorre modificare in senso profondo le sensibilità e i convincimenti di larga parte della società. Rafforzare il sindacato di base, rafforzare la Cub, significa anche costruire le condizioni perché questo avvenga.

Aderisci allo sciopero generale indetto dalla Cub per l'intera giornata del 25 giugno. Lo sciopero è indetto secondo le modalità previste dalle procedure di legge per il nostro settore, la copertura vale su tutto il territorio nazionale.

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO

L.GO CAIROLI ORE 9.30

 

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni

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