Con rara tempestività, subito dopo che l'Abi, con lettera del 22 luglio, aveva comunicato ai sindacati firmatari che non si sarebbe fatta carico dei problemi derivanti dallo slittamento delle finestre pensionistiche e che il Fondo Esuberi andava rinegoziato perché costava troppo, ecco il Gruppo Unicredito uscire con una dichiarazione di esuberi.

Prima considerazione: il Gruppo Unicredito dichiara 4.700 esuberi (di cui 600 del giro precedente, rimasti "intrappolati" dall'incertezza sulle "finestre") e proclama che comincerà le trattative a settembre, quando cioè si dovrebbe iniziare a discutere del rinnovo contrattuale nazionale.

Tutto ciò appare qualcosa di più di una semplice coincidenza.

Già a febbraio Intesa Sanpaolo aveva firmato l'accordo sulle assunzioni in deroga che rischia di fare scuola. Ora c'è il rischio che la trattativa nel Gruppo Unicredito anticipi la discussione sul tema prima del rinnovo contrattuale.

Seconda considerazione: nessuno risponde mai, a livello dirigenziale, per gli errori commessi?

Sono passati circa otto anni da quando Unicredit annunciò, in pompa magna che il futuro era nel progetto divisionale (S3) e spezzettò in tre la banca. Ora arriva il contrordine: rimontare ciò che è stato smontato. Magari il consiglio di unire arriva dalla stessa società di consulenza, lautamente retribuita, che aveva consigliato di dividere.

Quanto costano queste operazioni di ristrutturazione del modello societario? Forse è difficile saperlo, mentre è facile capire a chi vogliono fare pagare il costo delle loro malefatte.

Il fulcro del problema è che lorsignori fanno ciò che vogliono contando sulla passività e rassegnazione dei lavoratori. Non perdiamo neppure tempo a recriminare sull'inadeguatezza dei sindacati concertativi.

Siamo infatti sempre più convinti che, anche nel nostro settore, solo la costruzione di estese e solide forme di autorganizzazione tra le lavoratrici ed i lavoratori possano rappresentare un argine allo strapotere aziendale ed alla remissività (quando non aperta complicità) dei sindacati burocratici e porre le prime basi per un'inversione di tendenza.

Da subito, riteniamo quanto meno necessario rafforzare la nostra rete di collegamento in Unicredit, attraverso la quale mettere a disposizione (di un sempre più ampio numero di lavoratori e quadri sindacali critici) notizie, controinformazione, scambi di esperienze ed opinioni sul da farsi.

Se sei interessato sai dove trovarci.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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