Stiamo assistendo, nel mondo del lavoro, ad un drammatico ritorno all'indietro per quel che riguarda le condizioni normative e salariali.

Oggi si assiste anche ad un'escalation dal punto di vista dell'autoritarismo.

Solo per restare alla cronaca più recente, ricordiamo tre operai licenziati alla Fiat di Melfi (di cui due RSU della Fiom), un impiegato della Fiom licenziato a Mirafiori per avere usato la posta elettronica aziendale per inviare un volantino sulla vicenda di  Pomigliano, una rappresentante Cub (la più votata alle elezioni delle RSU) sospesa da Auchan per aver messo su Facebook un manifestino ironico sulla sua azienda.

A tutti questi lavoratori e lavoratrici ed alle rispettive organizzazioni va la nostra piena ed incondizionata solidarietà.

Nei primi due casi è evidente il nervosismo della Fiat per lo scorno di Pomigliano: aveva chiesto un plebiscito per la reintroduzione dello schiavismo (in alternativa alla disoccupazione), ma quasi il 40% ha osato dire di no.

Il terzo episodio è grave e da chiarire perché la lavoratrice non ha usato strumenti aziendali (peraltro è noto che le imprese tollerano che sulla posta elettronica aziendale giri di tutto, dalle barzellette ai filmini porno, ma giammai comunicati di critica alle loro politiche), ma inviato un volantino ironico su Facebook. 

Cè però un elemento che accomuna queste vicende: chi ha provocato la crisi cerca di scaricarla sui lavoratori e se qualcuno si azzarda a protestare deve essere colpito.

Neppure chi lavora in banca e nelle assicurazioni può sentirsi al riparo da questo vento pericoloso. Recentemente "Il Fatto Quotidiano" aveva anche azzardato un parallelo tra la vicenda di Pomigliano e le assunzioni in deroga introdotte in Intesa Sanpaolo.

Il paragone ci pare forzato, ma resta il dato che, anche in settori tradizionalmente "protetti", le controparti stanno cercando di smantellare diritti e ridurre il costo del lavoro (non quello dei manager, però).

Non è un buon viatico per i contratti nazionali che sono in scadenza. E' urgente una forte reazione del mondo del lavoro, anche dei bancari e degli assicurativi.

P.S. Mentre andiamo in stampa leggiamo di una polemica di Fiom e sindacalismo di base che lamentano il fatto che per la Fiat non ci sono i soldi per il premio di produzione, ma distribuisce i dividendi ed aumenta gli stipendi dei dirigenti. Per il Presidente del Gruppo dirigenti (La Stampa del 17 luglio) sono "parole inopportune".

Vedete mica qualche similitudine???? Ed intanto la Fiat ha appena licenziato un rappresentante dello Slai-Cobas di Termoli!

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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