Sono ripartite le trattative tra le OO.SS. e Ubi Banca al tavolo di via Calvi a Bergamo, dopo i "toni franchi", "senza sconti" e "nel rispetto dei ruoli" (ci sarebbe mancato altro…) del primo round con l'A.D. Dott. Massiah.

Da qualche indiscrezione apparsa sui giornali pare che in quell'occasione il Consigliere Delegato abbia cercato di convincere le controparti che una "corazzata" come la Banca Popolare di Bergamo trovi difficoltà nel raccogliere brillanti risultati, come al contrario ha sempre fatto, non a causa della raffica di colpi mortali a cui è stata sottoposta (i tagli al personale, la lentezza delle nuove procedure, le razionalizzazioni, gli switch sportelli e chi più ne ha ne metta) ma per l'elevato costo del personale, tanto da paventare un possibile ulteriore intervento sull'occupazione dopo l'accordo sui 500 di recentissima memoria.

D'altro canto, giungono voci che alcuni dirigenti, evidentemente "insostituibili", usciti dalla porta con un lauto incentivo, stiano rientrando dalla finestra in veste di consulenti (chissà con quali compensi) alla faccia del contenimento dei costi e delle "maestranze" ai piani bassi.

Se così fosse dovremmo concludere che nel top management di Ubi Banca la mano destra non sappia quello che fa la sinistra o che si tratti di un deliberato colpo basso? In questo caso, un modo siffatto di condurre l'azienda e relazionarsi con le proprie "risorse",  ci farebbe temere che in mancanza di una decisa sterzata, Ubi Banca, o almeno una parte di essa, potrebbe dire definitivamente addio alla propria tradizione Popolare nelle relazioni con i dipendenti, la clientela, il territorio e la società civile, entrando a pieno titolo nel novero di quelle aziende già terra di conquista e saccheggio da parte di management con pochi scrupoli, che trovano spalla nell'attuazione dei propri piani in una burocrazia sindacale cristallizzata, incapace di rispondere con forza alle nuove sollecitazioni.    

E' da questo clima di smarrimento e di sconcerto che traggono linfa le preoccupazioni del personale. Un esempio su tutti la lettera aperta ricevuta da un collega, che preferisce l'anonimato, alla quale riteniamo doveroso dare spazio perché esprime sentimenti largamente diffusi e  ben rappresenta una preoccupante realtà:   

"Sono un iscritto ad uno dei maggiori Sindacati bancari da tanti anni, non so ancora per quanto tempo lo sarò.

Da tempo stiamo vivendo in un contesto lavorativo disgregante, senza valori, privo di opportunità ma pieno di opportunismi, dove il lavoratore, la persona è stata svuotata delle sue potenzialità, dove è assurto come valore di distinzione tra le persone solamente il denaro, prestigio e potere.                                            
Il potere che sta nelle mani di pochi, che si circondano di quanti sono disposti a formare un carapace a difesa dei loro interessi.

Ma la roccaforte in cui questi sono protetti, poggia su delle fondamenta che migliaia di lavoratori con il loro impegno e il loro modo " sano " di intendere il lavoro, hanno costruito per una vita migliore, per un futuro condivisibile.

In  UBI  stiamo assistendo a una forsennata corsa dei nostri manager – dirigenti – consiglieri, il top del potere decisionale, verso la salvezza, LA LORO SALVEZZA, perché la barca UBI ha perso la rotta e, mentre cercano di trovare per il personale di bordo una sistemazione quasi da naufraghi, ripuliscono le stive delle scorte accumulate per la sopravvivenza di TUTTI.

Non è sufficiente che qualcuno si dimezzi i propri emolumenti (il Dott. Zanetti n.d.r.),  perché altri pensano ad aumentarsi i  loro.

E non basta aver " regalato " un anno intero di stipendio ai dirigenti per staccarli dal cordone ombelicale con UBI, l'amore verso questa banca è  troppo forte e ritornano come "consulenti". Fin che c'è vita c'è speranza. Fin che la barca va ……………….

Ma UBI nelle parole del suo A.D. Massiah non ha comunicato di non fare più utili e quindi di non avere più fondi da elargire ai marinai per il lavoro svolto? E gli utili prodotti fino a ieri ?  Ah! dimenticavo…… un certo BURANI  ci ha portato via il salvagente………

MA  I  SINDACATI  DOVE  SONO ?

I sindacati si stanno impegnando per farci avere una parte di premio, forse 300 forse 500 forse 800 euro lordi. Ma è tutto qui quello che il lavoratore si aspetta dal sindacato ?

Quante volte abbiamo storto il naso davanti ad accordi presi con la direzione UBI.

Quante volte siamo rimasti dubbiosi di fronte alle strategie scaturite da "secolari" incontri con la direzione UBI.

Quante volte vorremmo dire la nostra e non sentire solo quella dei sindacati.

MA  I  SINDACATI  DA  CHE  PARTE  STANNO ?

Siamo forse solo una forza-lavoro che al  SINDACATO garantisce lo  ZERO VIRGOLA CINQUE PER CENTO  del proprio stipendio, o possiamo " democraticamente " rivendicare i nostri diritti e  difendere la nostra dignità ? E  in che modo ?  In tutti i settori i lavoratori  SCELGONO  con elezioni  i  propri rappresentanti sindacali……... in banca  NO.

In banca Tu scegli un sindacato,  il  sindacato sceglie per  TE  i tuoi  rappresentanti.

IL  SINDACATO  TEME  LE  COSCIENZE ?

O  VUOLE  DIFENDERE  LA  " SUA  ROCCAFORTE "  ISTITUZIONALE  ?

E'  ORA CHE I LAVORATORI COMINCINO A PORSI DELLE DOMANDE  E A NON CREDERE PIU'  NELLE RISPOSTE CONFEZIONATE IN UN SACCO DI IPOCRISIA".

Non possiamo che condividere questa analisi. Molti di noi hanno militato nelle organizzazioni di cui sopra per poi fuoriuscirne delusi ma non rassegnati. Stiamo cercando di creare una alternativa, un sindacato partecipativo, democratico, fatto da lavoratori e non da burocrati. Costruiamolo insieme, non rimanere passivo: contattaci!

Il sindacalismo di base vive dell'impegno e del contributo personale di ciascuno di noi

 

Per contatti: 3388670342

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
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