IL 28 GENNAIO SCIOPERO GENERALE: FERMIAMO IL RITORNO AL MEDIOEVO
Perché un bancario, un esattoriale o un assicurativo dovrebbe scioperare il 28 gennaio? Per lo stesso motivo per cui dovrebbe farlo un edile, un chimico, uno statale, ecc.: perché bisogna impedire che in questo paese i diritti dei lavoratori tornino indietro fino all'800!! Quello che succede in Fiat oggi toccherà a tutti domani.
Che la ricetta di Marchionne possa diventare generalizzata per tutto il mondo del lavoro ben dovrebbero saperlo proprio i lavoratori bancari. Intesa Sanpaolo ha inaugurato la stagione degli accordi in deroga e dello scambio diritti contro occupazione (in parte precaria e ricattabile) utilizzando il ricatto delle operazioni che finivano in Romania.
Ha proseguito Unicredito con deroga al contratto integrativo per i nuovi assunti e uscita obbligatoria per chi aveva maturato il diritto alla pensione, il tutto motivato con il fatto che "gli utili erano scesi del 75% rispetto al 2007". Tutto questo, naturalmente, con la complicità dei sindacati di comodo aziendali ed anticipando quanto previsto dal nuovo modello contrattuale che prevede di introdurre clausole peggiorative nei contratti.
In aggiunta a ciò, i banchieri che hanno fatto ricorso al fondo esuberi hanno chiesto ed ottenuto dal governo (col pretesto dell'uso del fondo) l'esenzione dalle assunzioni obbligatorie per le categorie protette, come previsto per le aziende in crisi. Un autentico scandalo!!!
Agli operai della Fiat va ancora peggio perché, in realtà, non c'è neppure lo scambio diritti contro occupazione: l'accordo firmato col sangue prevede turni più pesanti, pause ridotte, straordinari obbligatori, mutua non pagata, divieti di sciopero, ecc.. In cambio c'è l'impegno della Fiat, solo verbale, a fare investimenti.
I lavoratori di Mirafiori verranno riassunti nella nuova società ma ciò non è garantito per tutti: avranno solo la priorità nell'assunzione e il loro futuro dipenderà dal fatto che la produzione raddoppi (se ci saranno gli ordinativi…).
Va in onda l'ennesima puntata della politica italiana dei due tempi: prima i sacrifici e poi i benefici. Ma i benefici non si sono mai visti ed i risultati di 30 anni di politiche tese a ridurre i redditi ed i diritti dei lavoratori si conoscono: un sistema produttivo nazionale in drammatico ritardo sull'innovazione, una domanda interna bassa, l'esplosione di precariato e lavoro nero, nessun futuro per i giovani. E continuano a raccontare la storiella del costo del lavoro eccessivo, quando persino Marchionne ha ammesso che esso pesa per non più del 7-8% sul prodotto finito.
Ammesso (ma è lecito dubitarne) che il piano Fiat funzioni, al prossimo giro verranno chieste condizioni ancora più pesanti per lavorare, in un circolo vizioso che non avrà mai fine se non si dice basta!
Oltre a determinare un drammatico aggravio delle condizioni di lavoro, gli accordi di Mirafiori-Pomigliano determinano uno scippo della democrazia: vengono abolite le RSU, elette dai lavoratori, e tutti i diritti sindacali (dai permessi, alle assemblee, alle trattenute delle quote d'iscrizione) vengono garantiti solo ai sindacati firmatari.
La situazione straordinaria e scandalosa di oggi in Fiat è da anni la condizione normale che vivono bancari ed assicurativi: i lavoratori non hanno mai potuto eleggere i propri rappresentanti, i sindacati firmatari ed asserviti hanno tutti i diritti, il sindacalismo di base viene discriminato.
Resta indecente, poi, il fatto che si voti solo quando lo decide la controparte e con un referendum sicuramente truffaldino prima, perché sotto ricatto occupazionale, e forse anche dopo, viste le lungaggini incredibili dello scrutinio ed il sorpasso finale dei si.
E' chiaro che le grandi aziende stanno sfruttando la crisi per dare un nuovo giro di vite su retribuzioni e diritti e le eccezioni non si fanno per nessuno: l'avvio dei rinnovi contrattuali per assicurativi e bancari ha visto Ania ed Abi fare la faccia feroce chiedendo rinunce e deroghe su norme e retribuzioni.
Per questo è necessario che tutte le categorie reagiscano, assicurativi e bancari compresi.
Il sindacalismo di base ha assunto la responsabilità di chiamare tutti i lavoratori alla mobilitazione contro il tentativo di scaricare su di loro i costi della crisi e la Cub-Sallca ha provveduto a
proclamare lo sciopero generale per bancari e assicurativi per l'intera giornata del 28 gennaio.
Nelle realtà dove il nostro sindacato è meno radicato, talvolta, viene tentato il solito giochino, ad opera delle aziende o di qualche sindacalista "giallo", di mettere in discussione la regolarità delle nostre indizioni. Ovviamente è falso e cliccando qui potete trovare la proclamazione. In caso di problemi contattateci.
Credito e Assicurazioni
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