Il referendum su Mirafiori, illegittimo perché effettuato sotto ricatto, si è chiuso anche con un giallo: alle 22,50 del 14 gennaio l'Ansa forniva il dato del primo di nove seggi (no al 54%) e bisognava attendere le 6,45 del 15 gennaio per avere il dato definitivo, con il risicato sorpasso del sì, ad opera soprattutto del voto favorevole  degli impiegati. Tutto corretto e regolare? Non lo sapremo mai!

Al di là del clamore mediatico, comunque, questo referendum non è la fine, ma l'inizio della storia.

Bisognerà verificare gli investimenti della Fiat e la gestione di una fabbrica (come prima a Pomigliano) dove il plebiscito a favore dell'accordo non c'è stato e si è evidenziata la forte resistenza al ricatto.

Il vero problema è che il "modello Fiat" diventerà un esempio da emulare per tutte le imprese e per tutti i settori, in Italia e non solo. E' qui che avviene il vero salto epocale.

Ma in pratica  cosa prevede realmente l'accordo di Mirafiori?

Per favorirne la comprensione diffondiamo una piccola guida all'accordo preparata dalla Fiom ed un approfondimento a cura di un giurista del Forum Diritti/Lavoro (più lungo ma di più facile lettura). Per chi fosse interessato è disponibile l'accordo integrale al link http://www.rassegna.it/userdata/articoli/allegati/2010/12/101223-mirafiori_179809.pdf,  ma la documentazione che inviamo è difficilmente contestabile.

La Stampa di Torino riportava, giovedì 13 gennaio, una scheda riassuntiva apparentemente "neutra". Ad esempio, veniva magnificata l'opportunità di un aumento di stipendio annuo fino a 3.700 Euro l'anno (lordi, aggiungeremmo noi). Questa "regalia" altro non è che il pagamento dello straordinario e della rinuncia a pause, che ancora è previsto nel modello "umanitario" di Marchionne.

Ma come funziona il nuovo schema dei turni?

Potranno essere il classico 3 turni su 5 giorni, oppure 3 su 6 giorni con alternanza di settimane di 32 e 48 ore.

Le pause da 40 minuti scendono a 30, a meno che non venga introdotta la sperimentazione dei turni di 10 ore distribuiti su 6 giorni.

La pausa pranzo, nelle prime due ipotesi, potrebbe essere spostata a fine turno.

L'aspetto più pesante è l'aumento dello straordinario obbligatorio a 120 ore. Su questo bisogna essere chiari: non si tratta di fermarsi una mezz'oretta a fine turno, ma di aggiungere 15 giornate di lavoro aggiuntivo obbligatorio, che verranno effettuate nelle giornate di riposo, magari in aggiunta ad un periodo di turni massacranti.

Nel caso di turni su sei giorni potrebbe accadere di dover lavorare nel giorno di riposo e quindi 7 giorni su 7.

La filosofia dell'accordo è la pressoché totale disponibilità del lavoratore di fronte alle esigenze produttive aziendali.

Si dirà: il lavoro bisogna prenderlo quando c'è e non si può sottilizzare troppo. In realtà non è così, non è neppure vero che vengono scambiati diritti contro lavoro.

Da nessuna parte è scritto che Fiat farà gli investimenti annunciati e neppure esiste un piano industriale.

Da nessuna parte è scritto che tutti i lavoratori di Mirafiori verranno riassunti. Si parte con un anno di cassa integrazione, poi nascerà la nuova società nella quale i vecchi dipendenti "avranno la priorità" nella riassunzione.

Perché tutto funzioni, la produzione a Mirafiori deve raddoppiare ma, come noto, questo dipende dagli ordinativi del mercato, da tempo saturo ed in condizioni di sovrapproduzione.

Insomma, a fronte di impegni verbali ed ipotetici dell'azienda, gli operai devono consegnarsi in ostaggio legati ed imbavagliati.

Infatti, al momento della riassunzione, dovranno firmare un contratto individuale che conterrà i termini dell'accordo sindacale: ogni violazione determinerà una sanzione disciplinare fino al licenziamento. Decade il diritto di sciopero: è una deroga accettabile?

Un'aberrazione cui non era giunta nemmeno la famigerata legge sugli scioperi nei servizi essenziali (sotto la quale ricadono anche i bancari) che, in caso di violazioni, prevede le sanzioni ma non il licenziamento.

I sindacati firmatari diverranno i cani da guardia dell'azienda: se qualche "testa calda" decidesse di scioperare, sfidando questa normativa assurda, le organizzazioni perderebbero i diritti sindacali che detengono in esclusiva, per omesso controllo.

Addirittura la mancata retribuzione per i primi giorni di malattia verrà applicata sotto la supervisione di una commissione paritetica che valuterà caso per caso.

Non ci soffermiamo sul fatto che i diritti sindacali spetteranno solo ai sindacati di comodo firmatari dell'accordo: è esattamente la situazione presente tra bancari ed assicurativi, che vede discriminato il sindacato di base. Noi della Cub-Sallca smetteremo di dire che siamo l'unico settore a non eleggere le RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie): ora anche i lavoratori della Fiat hanno raggiunto questa felice condizione di assenza di democrazia sindacale…

Il sindacalismo di base ha proclamato lo sciopero generale per il 28 gennaio: quel giorno anche bancari ed assicurativi saranno chiamati a scioperare, non genericamente per solidarietà con gli operai della Fiat, ma per se stessi, perché i contratti sono scaduti e la "dottrina Marchionne" arriverà ovunque se non la fermiamo.

Come ulteriore fonte di approfondimento segnaliamo un'ampia rassegna stampa disponibile su  http://www.alpcub.com/mirafiori.htm

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