ABI: UN ACCORDO CHE CI RIGUARDA, ECCOME!
In questo periodo di ristagno delle trattative per il rinnovo del CCNL del credito, un fatto importante è venuto ad increspare le sonnecchianti acque sindacali.
La gestione degli annunciati 80 esuberi tra il personale dell'ABI (ricordiamo, l'associazione di categoria dei banchieri) ha portato ad un accordo che i sindacati firmatari hanno definito "soddisfacente" e che è bene esaminare nel dettaglio, anche perché il Messaggero del 19 febbraio, dopo aver riportato il commento del dottor Micheli (capo-delegazione dell'Abi per il rinnovo del contratto bancario), aggiungeva che questo piano di ristrutturazione "potrebbe essere preso a modello per altri casi del genere nel settore bancario".
La prima cosa che salta all'occhio in questo accordo (caratteristica presente anche in altri accordi su esuberi nel settore) è la premessa: qui non ci sono lavoratori che passano il tempo a guardare per aria, ma l'Abi ha i conti in rosso. Questo è un elemento sorprendente perché noi, poveri sprovveduti, avevamo sempre pensato che fosse normale che un'associazione di servizio mettesse in conto di essere in perdita. Invece, no, i banchieri possono permettersi di pagare 40 milioni di Euro di buonuscita a Profumo, ma non possono accettare di dover sovvenzionare la loro struttura di rappresentanza.
Chiarito questo punto, entriamo nel merito dell'accordo.
I conti sono in rosso e quindi l'Abi dichiara di avere 80 dipendenti da tagliare per riportare i conti in ordine. Però solo 36 hanno i requisiti per entrare nel fondo esuberi (ma non avevano appena detto che volevano disdettarlo?) e quindi la soluzione prospettata è quella di dare una bella sforbiciata agli stipendi di chi resta in servizio.
Riepiloghiamo: non viene detto che manchi il lavoro, ma i conti sono in rosso; la soluzione ideale sarebbe allineare gli stipendi alla media retributiva del Turkmenistan (con tutto il rispetto…) ma, per ora, non si può (viene ripetuto tre volte, bontà loro, che si devono limitare "le ricadute sociali"), quindi…
- Nel 2011 il Vap non verrà erogato, per gli anni successivi viene predefinito il costo totale per l'Abi: nel 2012 sarà di 450.000 Euro lordi, nel 2013 di 590.000, nel 2014 di 800.000.
- Viene sancita la soppressione delle ex festività (tradotto: né fruite come i permessi, né pagate) fino al 2015 compreso. Dal 2016 torneranno ma se non vengono fruite…tanti saluti e nessun rimborso.
- Viene introdotta la piena fungibilità tra i quadri direttivi.
- Ai quadri direttivi, fino al 2015, non verrà pagata l'erogazione per la prestazione aggiuntiva prevista dal CCNL.
- Per tutti, fino al 2014, non verrà erogata la parte extrastandard dell'ex premio di rendimento.
- Per le missioni in nessun caso verrà pagata la diaria ma solo il rimborso spese a piè di lista.
- Il buono pasto viene ridotto da 7,50 a 5,29 (giusto, bisogna tirare un po' la cinghia per aiutare i poveri banchieri in difficoltà).
- Viene introdotta la riduzione forzata dell'orario, con conseguente riduzione della retribuzione (si chiamerebbe "solidarietà"), per tutti: 10 giornate nel 2011, 12 nel 2012, 6 nel 2013.
- Ogni prestazione aggiuntiva confluirà obbligatoriamente nella banca ore.
Noi siamo molto ingenui (cercate di comprenderci, non siamo abituati a sedere al tavolo di trattativa…) e continuiamo a non capire: viene aperta una procedura per esuberi, una parte di lavoratori viene mandata a casa, quella che resta subisce vari tagli, tra cui la riduzione d'orario e poi se fa prestazioni aggiuntive deve per forza metterle in banca ore? Prestazioni aggiuntive??? Ma non erano in esubero tant'è che gli riducono anche l'orario???
Ah scusate, leggendo meglio riusciamo a capire anche noi storditi: "non saranno autorizzate prestazioni aggiuntive di durata inferiore a un'ora, nonché di almeno 30 minuti per i periodi successivi alla prima ora". Adesso è tutto chiaro: fino a 59 minuti oltre l'orario si lavora gratis.
E per finire l'opera, le parti si incontreranno a novembre 2011 per valutare possibili politiche per l'occupazione "alle condizioni che le parti avranno cura di condividere". Adesso è davvero chiaro: si tagliano gli organici, si peggiorano le condizioni di chi resta, si mandano a casa i precari, poi magari si riprendono a condizioni stracciate.
A noi sembra una solenne porcheria (con sospetti di illegittimità di alcuni punti), dove gli strapagati banchieri cercano ogni occasione per risparmiare grattando pezzi di retribuzione ai normali lavoratori, ma sicuramente sbagliamo: siamo noi che non capiamo, noi siamo fuori dal "tavolo", mentre chi vi siede e capisce si dichiara "soddisfatto".
Un po' meno soddisfatti sembrano i lavoratori coinvolti visto che, secondo il resoconto del Sole 24 Ore del 24 febbraio, l'accordo "passa, ma con l'amaro in bocca dei lavoratori".
Abbiamo scoperto però, ad accordo firmato, che non siamo stati i soli a non capire. Su MF del 25 febbraio, Sileoni della Fabi afferma sorprendentemente: "piuttosto vorrei sapere quali sono i motivi che hanno causato i cinque anni di perdite che denuncia l'associazione". Vacilliamo: e chiederglielo prima di firmare questo obbrobrio? E cosa vuol dire "perdite che denuncia l'associazione"? Che i sindacati firmatari non hanno verificato se era vero? Si sono accontentati di un'autocertificazione sui conti in rosso?
E corrisponde al vero quanto affermato da Finanza e Mercati del 22 febbraio che i conti dell'Abi sono migliorati e che i risparmi previsti in 4 milioni di Euro, grazie all'accordo, aumenteranno a 10 milioni riportando in pareggio il bilancio?
Il dottor Micheli è soddisfatto, i sindacati genuflessi sono soddisfatti ed anche noi ci sentiamo più sollevati: pensavamo, all'inizio, di dover organizzare una colletta…
Se qualcuno, invece, comincerà a preoccuparsi per queste notizie, anche in vista del rinnovo del contratto, provi a contattarci. Questo accordo ha recepito molti punti delle richieste che l'Abi ha avanzato: forse è meglio cercare di organizzarsi perché con questi sindacati "soddisfatti" si preannunciano tempi sempre più bui.
C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni
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