Stress correlato lavoro, un tema su cui insistere.

Nell'ambito del DL 81 del 2008 (che ha ricompreso e ridefinito le norme della 626 sulla salute e sicurezza) sta assumendo rilevanza il tema dello stress correlato lavoro, cioè tutte quelle situazioni che creano stress nel lavoratore.

Nel nostro settore ed in Cariparma non mancano certo casi da segnalare. Da ultimo le disposizioni sulle  aperture a distanza, con telefonata alla centrale di sicurezza, dei mezziforti temporizzati ed i nuovi massimali per le giacenze di contanti nelle filiali, stanno creando numerosi disagi a lavoratori e clientela.

Sono argomenti sui quali abbiamo scritto all'azienda per chiedere chiarimenti e cambiamenti di rotta.

In aggiunta a questo, il 2011 si è aperto con una recrudescenza di pressioni commerciali inaccettabili.

Tutto questo in un contesto dove la cronica mancanza di personale rende sempre più invivibili gli ambienti di lavoro: è davvero paradossale che il gruppo Cariparma continui ad ingrandirsi e ad acquistare sportelli mentre l'attuale rete

di filiali agonizza per la carenza di personale, problema che verrà acutizzato dalle necessità di affiancamento per i nuovi arrivati e che l'azienda ha già annunciato di voler affrontare con l'assunzione di poche decine di lavoratori interinali.

Se lo scenario non è dei più rosei e l'azienda conferma i suoi atteggiamenti arroganti, c'è da chiedersi se non sia incoraggiata in questo da certi comportamenti di alcune sigle sindacali aziendali.

Fiba-Cisl Cariparma: dal Cia al CdA?

Come noto, la telenovela del contratto integrativo Cariparma è ben lungi dall'essere conclusa.

Dopo la "vittoriosa" conclusione della conciliazione presso l'Abi, i sindacati del primo tavolo hanno avuto una serie di incontri con l'azienda del tutto infruttuosi.

Non ci permettiamo di fare troppa ironia su questa vicenda, ben sapendo la concezione che Cariparma ha delle relazioni sindacali, tanto è vero che il contratto integrativo, inteso come corpo organico di norme e non singoli accordi, non viene rinnovato dal 1994!!!!

Ma se questa è un'azienda arcigna e che rifiuta il confronto sindacale, come mai la Fiba-Cisl ha avuto la brillante idea di organizzare con un partner del genere un convegno (Parma, 1 febbraio) dal titolo "la partecipazione dei lavoratori per la crescita delle imprese: dalla crisi a una nuova competitività. Il caso delle banche".

Tra i relatori l'autorevole segretario della Cisl Bonanni, la cui presenza ci ha chiarito ogni dubbio sulla strategia della Fiba-Cisl: visto che l'azienda non ci parla come sindacato, chiediamo di poter entrare nel Consiglio d'Amministrazione come camerieri.

Liti in famiglia.

Un sorprendente volantino del 12 gennaio delle sigle del primo tavolo (esclusa la Uilca)  attaccava la Uilca stessa, rea di atteggiamenti provocatori che "rischiano di compromettere i rapporti unitari".

Un successivo volantino "unitario" ci informava che era ritornata la pace in famiglia.

L'ultimo dei nostri problemi è immischiarci nelle beghe dei sindacati del primo tavolo, ma una frase del prima volantino ci aveva colpito: "è oggettivamente inaccettabile che questa sigla sindacale lasci intendere ai colleghi di essere in grado di poter risolvere i loro problemi

personali e individuali, grazie a presunti rapporti particolari e privilegiati con l'azienda. Sono rappresentazioni fantasiose che possono trovare più spazio nei film che nella vita reale".

Questa frase ci consente di poter confermare ai colleghi che chi  promette favori (magari in cambio della tessera), oltre ad avere una concezione squallida dell'attività sindacale, sta prendendo in giro i lavoratori.

D'altronde, chi si vanta (probabilmente millantando) di rapporti privilegiati con un'azienda che rifiuta il confronto con i sindacati sui diritti generali vuole, evidentemente, "segnalarsi"  come la più sfacciata fra le sigle asservite.

Resta il fatto che solo la ripresa di una forte iniziativa dei lavoratori, con un sindacato fuori da giochi poco edificanti, potrà consentire una vera tutela dei diritti.

A questo proposito vorremmo anche invitare i colleghi a riflettere sul fatto che, in occasione di scioperi indetti dalla Cub-Sallca, ci sono stati segnalati episodi di filiali dove il personale in sciopero è stato sostituito da colleghi di altre filiali. Questa prassi indecente caratterizza solo Cariparma e conferma come questa azienda tema l'estendersi del conflitto. Un esempio che dovrebbe far meditare i lavoratori, anche perché dalle filiali e dagli uffici di Cariparma giungono forti segnali di malessere.

La soluzione dei problemi non può cadere dal cielo, ma richiede la ripresa di una forte iniziativa sindacale, basata sulla partecipazione e sulla mobilitazione dei colleghi e delle colleghe, sull'impegno consapevole di ognuno per migliorare la condizione lavorativa, fatta di quotidiane angherie, organici insufficienti, norme incoerenti, tecnologia arretrata.

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