CCNL CREDITO: SI PARTE TRA CHIACCHIERE, PROCLAMI, CONTRADDIZIONI PREOCCUPANTI
(Comunicato su CCNL n. 1)
Con la presentazione della piattaforma dei sindacati del primo tavolo inizia ufficialmente il percorso di rinnovo del CCNL del credito scaduto a fine 2010.
In realtà le scaramucce proseguono da mesi, tra minacciose richieste dell'Abi su fondo esuberi, assunzioni in deroga, contratti complementari, demansionamenti, ecc. e repliche bellicose dei sindacati firmatari a mezzo stampa.
Fin dall'inizio l'Abi ha chiarito che il rinnovo del contratto doveva prima scontare il passaggio di un accordo su un nuovo fondo esuberi, meno costoso e obbligatorio. Il fronte sindacale ha risposto picche, dichiarando la propria indisponibilità ad introdurre l'indennità di disoccupazione e l'obbligatorietà del fondo. Al momento la commissione congiunta, che doveva discutere l'argomento, ha concluso i suoi lavori con un nulla di fatto, ma questo per l'intransigenza dell'Abi più che dei sindacati trattanti: come dichiarato dal segretario della Uilca Masi (Il Sole 24 Ore del 19 aprile) "in 30 anni di sindacato è la prima volta che mi capita di vedere rifiutata una proposta che permette alle imprese uno scambio vantaggioso"…"abbiamo proposto di ridurre l'assegno netto che spetta al lavoratore del 10%".
Su queste basi è evidente che il nodo resta la volontarietà: nonostante il continuo degrado delle condizioni di lavoro e la voglia di "fuga" dei colleghi più anziani, un esodo a queste condizioni potrebbe trovare insufficienti adesioni volontarie e per questo l'Abi ribadisce le sue proposte "indecenti" (al riguardo potete vedere il volantino di ottobre 2010).
Che la "buona volontà" dei sindacati firmatari sia, comunque, sempre operante è dimostrato dal fatto che gli esuberi, che l'Abi aveva dichiarato per la sua stessa struttura, siano stati gestiti con un brutto accordo (per il quale rimandiamo al nostro volantino del 28 febbraio) che recepisce alcune delle richieste della controparte sul fondo, compresa l'obbligatorietà. I sindacati firmatari si sono affrettati ad affermare che l'accordo non era ripetibile (l'opposto di quanto sostenuto da Micheli, capodelegazione Abi) ed a porsi la domanda retorica, ma ad accordo già firmato, su quali fossero i motivi per cui l'Abi avesse i conti in rosso (surreale affermazione del segretario Fabi Sileoni, su MF del 25 febbraio).
Successivamente la Fabi ha scritto ai ministri Sacconi e Tremonti per contestare, del tutto opportunamente, la richiesta dell'Abi di introdurre nel settore l'indennità di disoccupazione. Molto bene, quindi, ma c'è un punto interessante alla fine della lettera, laddove, riferendosi al fondo esuberi, si dice che il settore si è "dotato di un ammortizzatore sociale autofinanziato che nell'ultimo decennio ha gestito la fuoriuscita di oltre trentamila lavoratori bancari, con un turn over che ha mantenuto pressoché invariati i saldi occupazionali permettendo, così, un riposizionamento politico-economico delle banche italiane rispetto a quelle europee".
Ma come? Ma non ci avevano detto che il contratto del '99 (un'autentica debacle per la categoria) era stato la moneta di scambio per ottenere il fondo esuberi che aveva consentito di gestire drammatiche crisi occupazionali? Ma allora avevamo ragione noi a dire che, in realtà, questo strumento ha consentito alle banche di operare uno svecchiamento dei ranghi a buon mercato, risparmiando un bel po' di oneri fiscali per mandare a casa lavoratori anziani e assumere giovani a buon mercato!!
Sarà il caso di ricordarsene, perché l'intreccio tra fondo esuberi e contratto si sta riproponendo anche oggi come nel '99.
Tornando al contratto, rileviamo come tutti i sindacati del primo tavolo abbiano rifiutato di sottoscrivere il protocollo d'intenti predisposto dall'Abi e che tendeva a riproporre i contenuti dell'accordo generale sul nuovo modello contrattuale del gennaio 2009 (quello non firmato dalla Cgil). Tra le brutture di quell'accordo generale vi era la possibilità di derogare in peggio alle norme del contratto nazionale in sede di accordi aziendali.
Molto bene, se non fosse che ciò è già accaduto con due accordi per le assunzioni in deroga di Intesa Sanpaolo, uno di febbraio 2010 e l'altro di novembre 2010 per i lavoratori del gruppo Delta (peraltro quest'ultimo ancora sospeso). Tali accordi non sono stati firmati dalla Fisac-Cgil che ha invece firmato quello su uscite obbligatorie per chi aveva maturato il diritto alla pensione in Unicredito, con annesse assunzioni in deroga ma…solo a norme aziendali e non al contratto nazionale.
Insomma, riscontriamo una continua divaricazione tra dichiarazioni e comportamenti dei sindacati del primo tavolo che ci inquieta molto.
Non ci bastano, insomma, i proclami a mezzo stampa su aumenti salariali del 7% conditi da giuste polemiche sulla ridondanza di costosi consiglieri d'amministrazione e sindaci nelle banche (ancora il "rivoluzionario" Sileoni su Finanza & Mercati del 30 marzo): attendiamo coerenza tra parole e fatti.
Accadono poi altri fenomeni singolari, come l'intesa tra i sindacati del primo tavolo per gestire eventuali firme separate, prevedendo in questo caso la "consultazione certificata" dei lavoratori.
Bene, verrebbe da dire, anzi benissimo, vista la totale assenza di democrazia sindacale nel nostro settore. E' solo che l'iniziativa appare curiosa nei modi e nei tempi: è come se due promessi sposi, per rafforzare il loro legame si mettessero preventivamente d'accordo sulle clausole del divorzio…
Le ultime notizie delle scaramucce precontrattuali rilevano che l'Abi ha "salutato" la presentazione della piattaforma del primo tavolo con la disdetta del verbale di accordo del 2001 sulla volontarietà dell'accesso al fondo esuberi. I "sette" hanno replicato con la sospensione delle relazioni sindacali in tutte le aziende del settore fino al 31 maggio. Nel frattempo verranno convocate le assemblee sul contratto e verrà chiesto il mandato per mobilitare la categoria. Assumiamo, perché ci è parso molto efficace questo commento del Sole 24 Ore del 19 aprile: "l'annuncio colpisce molto se si pensa che la categoria non sciopera dal 2002"
Riteniamo che ci sia un solo modo per uscire da questo rimbalzo tra affermazioni rivoluzionarie e pratiche disdicevoli. Si dovrà seguire l'evolversi della trattativa, passo a passo, incalzando i sindacati del primo tavolo, che, inutile nasconderselo, hanno in mano il pallino della partita. Si dovrà partecipare massicciamente ad annunciate ed auspicabili mobilitazioni perché, non dimentichiamolo, dall'altra parte ci sarà una controparte dura, con la propria contropiattaforma e perché non si dovrà lasciare nessun alibi (che avrebbero a portata di mano se le lotte non avranno un buon seguito) per firme indecenti.
Ricordiamo che, in occasione del convegno promosso dalla Cub-Sallca sul rinnovo del CCNL, era stato proposto di attivare uno spazio on line per seguire tutte le vicende contrattuali. In effetti potrete seguire tutto collegandovi sul link: http://www.sinsardu.org/category/ccnl-del-credito-2011/
I prossimi appuntamenti saranno la presentazione della piattaforma della Cub-Sallca ed il nostro commento a quella dei sindacati del primo tavolo.
Credito e Assicurazioni
questo post è stato letto5249volte
Devi accedere per postare un commento.