IL NUOVO FONDO ESUBERI ALLA PROVA DELLE VERTENZE AZIENDALI
DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB-SALLCA
Come abbiamo scritto nel nostro precedente comunicato, il recente accordo sul "nuovo" Fondo Esuberi sarebbe stato messo alla prova nelle varie realtà aziendali. Ciò sta accadendo con esiti divergenti.
Banco Popolare sta affrontando la prova di unificazione in Banca Unica (che segna il passaggio dal modello federale al modello accentrato, da cui resta fuori solo il Credito Bergamasco) con una previsione di riduzione dell'organico da circa 20.000 a 18.000 unità entro la fine del 2015. Un taglio pesante (10% dell'organico) e le cui ricadute sull'operatività e sui ritmi di lavoro saranno tutte da verificare, soprattutto se le uscite degli esodati avverranno prima che le fasi di unificazione siano realmente avvenute.
Valutiamo in modo molto critico questa operazione nel suo insieme, ma l'azienda ha annunciato di voler affrontare la situazione con esodi volontari ed incentivati. Restiamo in attesa di verificare come questi princìpi verranno formalizzati in un accordo.
Sotto questo aspetto, ben diversa è la situazione in Intesa Sanpaolo, dove la trattativa è fallita per la volontà dell'azienda di imporre l'uscita obbligatoria per chi aveva maturato il diritto alla pensione e numerose deroghe contrattuali al personale da "riconvertire", che vanno dal demansionamento al superamento dei limiti sui trasferimenti, dal peggioramento degli accordi di armonizzazione all'obbligo di fruizione di ferie arretrate ed ex festività.
La controparte ha chiuso la procedura sugli esuberi senza accordo e con una lettera all'Abi e alle sigle trattanti con una frase vagamente minacciosa, in cui annuncia di voler avviare "nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e di contratto" – "le procedure necessarie per l'imprescindibile obiettivo di contenimento del costo del lavoro previsto dal Piano di impresa in atto, che il gruppo intende assolutamente e coerentemente perseguire".
Il comunicato del primo tavolo sulla chiusura delle trattative, si conclude con il proposito di valutare "future iniziative da intraprendere anche con il coinvolgimento dei lavoratori di tutto il gruppo".
A noi pare evidente che all'arroganza aziendale si debba rispondere con la mobilitazione ma ora si profila il rischio che la vicenda si impantani in una nuova trattativa con l'intervento dell'Abi e delle segreterie nazionali, che potrebbe produrre qualche pasticcio a scoppio ritardato. Nonostante il periodo di ferie (o proprio per questo) occorre vigilare.
Ricordiamo anche che la Cub-Sallca continua ad essere discriminata ed esclusa dalle trattative (sia aziendali, sia sul rinnovo del CCNL) alla quali ha chiesto di partecipare.
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