Gennaio 2008: la Cub Sallca esprime preoccupazione per le ripercussioni occupazionali del progetto di grattacielo di Intesa Sanpaolo. Allora si diceva che la costruzione del grattacielo avrebbe comportato la difesa (se non addirittura un incremento) dell'occupazione bancaria nel torinese. Inviammo allora un nostro documento al Consiglio Comunale, non potendo presenziare all'audizione per esplicito veto delle altre sigle sindacali, in cui denunciavamo la tendenza in atto a trasferire risorse da Torino a Milano per effetto della fusione tra Intesa e Sanpaolo.

Luglio 2008: l'azienda dichiara 6.500 esuberi senza nemmeno presentare un  piano industriale ottenendo così un  risparmio di 425 milioni di Euro e l'introduzione dell'obbligatorietà dell'esodo per chi aveva maturato il diritto alla pensione  a riprova delle menzogne sulla tenuta occupazionale.
OGGI COME IERI – PIU' DI IERI
e nel frattempo si sono persi migliaia di posti di lavoro.

Novembre 2010: l'Abi disdetta l'accordo sugli esuberi.

7 aprile 2011: l'azienda presenta il piano industriale:prevista la riduzione degli organici di 3000 unità entro il 2013.

30 maggio 2011: Intesa Sanpaolo apre la procedura esuberi, con numeri a geometria variabile.

Confermate 3.000 fuoriuscite entro il 2013 e 5.000 riconversioni professionali (?) senza le quali gli esuberi diventerebbero 10.000.

8 luglio 2011 le sigle sindacali sottoscrivono con l'Abi un accordo con il quale si introducono i contratti di solidarietà nel nostro settore.

Mentre scriviamo non è stato raggiunto nessun accordo, ma l'azienda è determinata a raggiungere i suoi obiettivi e nessun sindacato trattante mette il discussione la riduzione degli organici ma solo il modo per arrivarci.

Intanto si vendono gli immobili, si smantella Via Lugaro, ma il grattacielo cresce e raggiunge il piano stradale.  

Sono ancora valide le parole scritte  con lungimiranza nel lontano 2008 che qui riportiamo:

"Una cosa è certa. Il mantenimento dei posti di lavoro a Torino, sia da un punto di vista quantitativo, sia da quello qualitativo (fattore assai importante), dipende dagli equilibri di potere politico-manageriali all'interno della banca e non certo dall'edificazione di un grattacielo.  

Se gli equilibri resteranno quelli attuali, la sorte di Torino sarà definitivamente segnata e, a grattacielo costruito, occorrerà prevedere maggiori spazi per ristoranti, esercizi commerciali, società di consulenza ecc.".

Ringraziamo gli ambientalisti di  http://www.nongrattiamoilcielo.org/ che hanno occupato un'intera notte la gru del grattacielo  riportando l'attenzione su questa opera inutile che come il Treno ad alta velocità foraggia le tasche dei soliti noti senza portare occupazione vera, sviluppo, valorizzazione del territorio e delle risorse.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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