Sono partiti gli incontri per il rinnovo del CCNL del credito: l'Abi ha presentato una bozza d'accordo quadro sugli assetti contrattuali definito dal Sole 24 Ore un "primo documento frutto di quel clima concertativo sempre molto intenso e produttivo". I sindacati trattanti hanno risposto con un documento che propone di recepire nel settore l'accordo interconfederale del 28 giugno.

Non c'è che dire: siamo molto preoccupati! E lo siamo perché, in parallelo al rinnovo del contratto, sono temporaneamente congelate varie situazioni aziendali che vedono le società consortili sotto tiro ed a rischio esternalizzazione.

Cominciamo col dire che vi è una situazione tutt'altro che congelata, cioè quella del gruppo Intesa Sanpaolo, dove si cominciano a vedere i primi "benèfici" effetti della ristrutturazione in atto e dell'accordo su esodi e "riconversioni". Mentre è durissimo lo scontro in corso per la situazione critica della Banca Monte di Parma (dove l'azienda vuole tagliare 100 posti su 600, compresi 20 licenziamenti, ed azzerare l'integrativo), si presenta complicata la "semplificazione" societaria delle Casse del Centro. Anche nei poli di Cagliari e Napoli stanno nascendo seri problemi: il primo è in fase di smantellamento e trasformazione in contact unit (volgarmente, consulenza telefonica) ed il secondo, dove decine di lavoratori saranno "riconvertiti" nelle filiali, vive una situazione di forte preoccupazione per il suo ridimensionamento.

Sul fronte esternalizzazioni le situazioni più calde sono nei gruppi Unicredit, BPM e Deutsche Bank.

In Unicredit si è arrivati alla revoca dello sciopero del 10 ottobre, dopo la decisione aziendale di rinviare al 1 gennaio 2012 il conferimento del servizio Risorse Umane (HR) ad una newco partecipata con Hewlett Packard e di approfittare della pausa per avviare il confronto sindacale.

Questa "tregua" è stata mal digerita dai lavoratori, che in molte assemblee hanno votato ordini del giorno per riprendere la mobilitazione: il Gruppo sta  pensando ad altre cessioni, oltre a questa.

Stesso clima rovente nell'assemblea milanese del settore IT del gruppo BPM, che l'azienda progetta di cedere ad una newco con Cedacri. Anche qui forte disponibilità alla mobilitazione dei lavoratori, sebbene la confusione regni sovrana per le faide tra le diverse OO.SS., che appoggiano cordate diverse nel rinnovo dei vertici aziendali.

E' sperabile che la volontà di lotta dei colleghi non venga tarpata ed è evidente come questa "tregua" sia funzionale a definire regole sulla materia in sede di contratto nazionale. Al tavolo nazionale si sono appellati anche i sindacati aziendali di Deutsche Bank per la ventilata cessione della attività di GLS Cres.

Questa scelta può rivelarsi positiva solo se verranno acquisite reali tutele generali ed evitate mediazioni al ribasso. In un contesto in cui tutto sembra precipitare, il ritorno del "clima concertativo" ci rende molto preoccupati perché le prime vittime di questo rinnovato spirito collaborativo potrebbero essere i futuri assunti che, come noto, non possono difendersi.

E' chiaro che il rinnovo del contratto avviene in un contesto di crisi economica, la cui responsabilità ricade però, interamente, sulle politiche di stampo liberista imposte nell'ultimo ventennio, che i sindacati concertativi hanno cercato di ammorbidire, ma mai di contrastare.

Ora che la crisi è scoppiata con violenza, e pare destinata a durare a lungo, investendo frontalmente anche le banche,  la via maestra dev'essere quella della riduzione dei profitti e dei bonus dei manager e non quella dei diritti e delle tutele dei lavoratori, a discapito soprattutto del futuro dei giovani.

I colleghi devono vigilare sul comportamento dei sindacati al tavolo, non rilasciare deleghe in bianco e devono tenere presente che il sindacalismo di base è in grado di organizzare lotte e promuovere scioperi. Non siamo costretti a subire tutto quello che cercheranno d'imporci!

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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