E' non senza una vaga spiacevole sensazione che, giusto a un anno di distanza, ci ritroviamo a commentare la firma degli accordi relativi al VAP 2010, ormai giunto a traguardo per la totalità delle principali aziende del gruppo. Spiacevole non tanto per il risultato economico, al quale, seppur non pienamente appagante se rapportato ai principali gruppi bancari, concediamo (e voi concedeteci la battuta) la sufficienza, quanto per modi, tempi e risvolti che anche in questa occasione lasciano aperte obiezioni e interrogativi, ai quali le OO.SS. firmatarie riservano giustificazioni oltremodo capziose a beneficio di una platea purtroppo non immune alle loro, a volte grossolane, mistificazioni.

Cominciamo però col registrare positivamente che i premi relativi alle singole aziende sono alla fine risultati, tranne che per gli istituti più piccoli, non troppo differenti tra loro. Per il resto il teatrino si è perpetuato senza grosse novità. Lo avevamo previsto l'anno scorso, vedasi il nostro volantino "Senza infamia e senza lode" del 2010, e così è stato.

Anche quest'anno la trattativa in odore di dejà vu era partita (con il vergognoso ritardo che abbiamo già avuto modo di commentare abbondantemente) prima dell'estate ed aveva visto il gruppo muoversi su importi che avevano tutto il carattere dell'elemosina: si parlava di 300 euro lordi. Come da copione ad ottobre si è assistito al miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci: è bastato ancora una volta avvicinarsi alla pubblicazione della terza trimestrale perché la banca premiasse anche la pazienza dei dipendenti ed il lavoro svolto dai propri "anestesisti".

Riepilogando algebricamente abbiamo:

  • un premio aziendale per holding, società di servizi e banche rete (ricordiamo però i 1.450 euro per la società prodotto UBI Pramerica) che, sulla figura del 3A3L, va dai 900 euro di BSG, BVC e BPI ai 1.200 di BPB e BBS, passando dai 1.100 di BPCI, BRE, Carime, BPA e dai 1.150 di UBI e UBI.S;
  • I buoni benzina Total-Erg da erogare nel 2012 (per un premio relativo al 2010!) dal quale sono esclusi una consistente seppur minoritaria parte di lavoratori.
  • Una cortina fumogena costituita, per alcune aziende, da una moltitudine di modalità di erogazione, molte delle quali poco convenientemente praticabili, per nascondere la solita discriminazione a danno di quei colleghi che non possono usufruire di tali buoni (perché hanno il plafond dei fringe benefit già parzialmente occupato dagli importi che l'azienda paga relativamente alla polizza vita).
  • Un gruppo bancario che naviga (e perciò guadagna tempo) sulle mappe di un piano industriale che il perdurare della crisi e le manovre della BCE hanno in gran parte sconfessato e che nella già citata trimestrale di settembre prevede delle novità non di poco conto dal punto di vista organizzativo.
  • La ormai cronica assenza di un ACCORDO sul premio aziendale per il quale i nostri troppo indaffarati sindacati-al-tavolo non hanno trovato un minuto di tempo da dedicare; il rischio è che ora passi la linea dell'Abi (vedi accordo sui nuovi assetti contrattuali di ottobre) per cui il premio dovrebbe accentuare il suo carattere di variabilità legato a indici di bilancio che risentono troppo pesantemente della gestione del management e troppo poco dell'effettivo Valore Aggiunto apportato dai lavoratori. Per noi la strada maestra deve essere il progressivo consolidamento del premio.
  • Infine quella "spiacevole sensazione", di cui dicevamo in apertura, di aver partecipato tutti nostro malgrado alla solita pantomima del tira-e-molla da cui non traspare né la correttezza né il rigore intellettuale che dovrebbero permeare i comportamenti di aziende e OO.SS. quando si tratta di "risorse umane".

I prossimi appuntamenti ci vedono tutti coinvolti da una rettifica del tiro sui contratti di solidarietà previsti nell'accordo sul Nuovo Fondo esuberi (espansivi e difensivi vengono cassati) e da una trattativa sul CCNL fortemente influenzata, da una parte, dalla firma dell'Accordo Quadro sugli Assetti Contrattuali e dall'altra dal duro attacco all'area contrattuale di grandi gruppi come Deutsche Bank e Unicredit. Il primo ci propone, oltre all'eliminazione dell'ultimo scampolo di speranza di democrazia e partecipazione, le OO.SS. trattanti in ampia e subordinata veste concertativa, il secondo una parte datoriale con un piglio che di concertativo ha realmente ben poco: due facce della stessa medaglia?

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo UBI Banca

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