Come avevamo previsto già un anno fa, si va verso la replica del pessimo film già visto nel 1999. Si era già capito cosa stava succedendo dalla firma dell'accordo quadro sul nuovo modello contrattuale ad ottobre.

Di fronte all'avanzare della crisi economica è evidente che lo scenario è cambiato, ma appunto per questo sarebbe stato doveroso tornare dai lavoratori per spiegare come si intendeva affrontare il nuovo scenario.

Invece, dopo aver ottenuto un consenso a buon mercato su una piattaforma  tanto "audace" quanto poco credibile (ricordiamo che su molti punti le richieste erano più avanzate di quelle presenti nella piattaforma della Cub-Sallca), i sindacati del primo tavolo hanno preferito farsi dettare tempi ed agenda dall'Abi, guidata dal tristemente noto Francesco Micheli, che ha subito messo a profitto l'esperienza maturata in Intesa Sanpaolo.

L'accordo sulle assunzioni in deroga, firmato in Intesa Sanpaolo nel febbraio 2010, infatti, viene riproposto nelle sue linee guida (stipendio -20%, settimana lavorativa di 40 ore) per le nuove assunzioni e per i nuovi contratti complementari. Quello che per la Fisac-Cgil  era indigeribile in azienda (all'epoca non aveva firmato) diventa accettabile in categoria.

Piena disponibilità dei sindacati del primo tavolo anche per l'introduzione di fasce orarie dalle 8 alle 22 per l'apertura degli sportelli.

Gli aumenti salariali oscillerebbero tra i 50 Euro mensili ogni anno proposti dall'Abi (150 a regime) ed i 174 proposti dal tavolo sindacale (205 la cifra media della piattaforma originaria).

Per coprire la vergogna dei sacrifici a senso unico, ai manager verrebbe chiesto un contributo del 4% sui loro stipendi (che resteranno così scandalosamente ed immeritatamente stellari) per favorire l'occupazione giovanile, con l'aggiunta della devoluzione di un giorno di banca ore o di ex festività dai comuni mortali (impiegati e quadri direttivi).

Respinte, per ora, altre richieste dell'Abi che sembrano copiate dal recente accordo firmato in Banca Monte Parma (gruppo Intesa Sanpaolo, l'avreste mai detto?), dove i sacrifici erano parzialmente giustificati (la crisi, che opportunità!!) dai conti zoppicanti e dalle minacce aziendali di licenziamenti.

A fronte di uno scenario del genere invitiamo i lavoratori a sostenerci nella richiesta di uno stop immediato alle trattative: i sindacati del primo tavolo tornino subito in assemblea a riferire ai lavoratori i termini della trattativa ed a richiedere un nuovo mandato per proseguirla.

 C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni

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