CCNL CREDITO: LA CRISI E’ UN’OPPORTUNITA’ PER I BANCHIERI, L’EMERGENZA E’ SOLO NOSTRA!
Votare NO è la sola risposta possibile!
Hanno raccolto il consenso dei lavoratori su una piattaforma ambiziosa, poi hanno detto "scusate c'è la crisi". Anziché tornare dai lavoratori hanno discusso e firmato in tre giorni dopo aver dormito per un anno! Adesso dopo due mesi vengono a chiederci di votare…
Hanno detto che gli aumenti contrattuali tutelano il potere d'acquisto:
si tratta di una menzogna colossale!
Non si recupera l'inflazione del triennio 2008/2010 (0,8%); non si recupera il 2011 (2,8%) né i primi cinque mesi del 2012 (3,3% la variazione dei prezzi su base annua);
l'aumento dichiarato di 170 Euro a regime è fasullo, in realtà sono sempre i 154 Euro proposti da Abi, solo distribuiti diversamente sulla scala parametrale.
Il 6% di aumento è una truffa perché:
non vi è la rivalutazione degli scatti d'anzianità e l'aumento non viene conteggiato per TFR, contributo previdenziale per Inps e previdenza integrativa; il TFR, per 3 anni, non viene più conteggiato su tutte le voci ma solo sulle voci base; per 19 mesi viene congelata l'anzianità utile alla maturazione di scatti d'anzianità e importo ex ristrutturazione tabellare.
Per i più giovani l'effetto di questa misura avrà effetti permanenti.
Per molti lavoratori l'insieme di queste misure non produrrà un aumento, forse addirittura una diminuzione della retribuzione complessiva calcolando anche le perdite su TFR e previdenza.
In pratica con una mano si prende e con l'altra si restituisce quanto ricevuto.
Non finisce qui. Congelare la parte contrattata e certa dello stipendio apre nuovi spazi al salario variabile e discrezionale. Accorpare il premio aziendale (Vap) con il sistema incentivante pensando di contrattare il secondo non può nascondere il fondato rischio che anche il primo finisca nel tritacarne del premio legato a obiettivi e distribuito in maniera iniqua!
Le pressioni commerciali saranno ancora più forti!
Quale rivincita potrà mai arrivare dalla contrattazione integrativa dopo che anche nel nostro settore è stato accettato che possa introdurre deroghe peggiorative al contratto nazionale?
Che dire poi dello sbandierato Fondo per l'occupazione?
Dopo 10 anni di uso massiccio e spregiudicato del Fondo Esuberi che ha mandato via 37.500 bancari, altri 16.500 andranno via entro il 2015! Ci spieghino, una buona volta, se siamo troppi o troppo pochi! Vengono sbandierate cifre immaginarie su 6.000 e più assunzioni all'anno, ma l'accordo non parla di numeri. Le uniche cifre vere, scritte, sono l'accettazione del salario d'ingresso per i lavoratori futuri (meno 18% di stipendio per 4 anni), i 2.500 Euro per tre anni "offerti" dai lavoratori in servizio (1 giorno di banca ore o ex festività) oltre ai benefici previsti per legge (più di 10.000 Euro di sgravio Irap e incentivi per le assunzioni dalle liste di mobilità). Peraltro alcune stabilizzazioni di lavoratori a tempo determinato erano già previste da accordi aziendali sugli esuberi, per cui, in parte, si tratterà solo di un robusto sconto su occupazione già prevista. Sarebbe questa la buona occupazione? Per le banche senz'altro!
In questo scenario i contratti di solidarietà espansivi saranno davvero volontari?
Nessuno ha chiesto ai lavoratori se erano favorevoli all'allungamento dell'orario di sportello. Dov'è scritto che l'allungamento dell'orario di apertura determinerà massicce assunzioni? Le aziende potranno fare ciò che vorranno dalle 8 alle 20 (solo dalle 7 e fino alle 22 serve l'accordo sindacale) e l'unico limite verrà dalla valutazione aziendale sulla reale profittabilità dell'operazione.
Siamo così sicuri che l'orario individuale dei quadri non subirà aumenti di fatto?
L'avvio dei contratti complementari per i nuovi assunti per specifiche attività, a costi e condizioni stracciate, rappresenta un'ulteriore occasione di risparmio per le aziende. L'accordo in deroga firmato due anni fa in Intesa Sanpaolo non ha prodotto alcun rientro. Forse perché la riduzione di stipendio era "solo" per 4 anni e non definitiva come ora? Chissà perché quell'accordo era indigeribile per la Fisac, mentre ora ne ha firmato uno peggiore?
Quale emergenza giustifica il regalo alle aziende della fungibilità dei quadri direttivi? Così potranno risparmiare sugli inquadramenti e demansionare legalmente. Meno male che è stato firmato questo contratto che ci tutela!!
Indecente la dichiarazione comune sulla totale fruizione delle ferie ed ex festività (anche illegittima, le seconde possono essere monetizzate), ancorché priva di efficacia giuridica, ma indicativa del totale asservimento dei sindacati-stuoino.
Un'autentica presa in giro è l'invito di Mussari, presidente Abi, nonché di MPS, fatto ai suoi pari di non aumentarsi lo stipendio (prima) e di devolvere (poi) il 4% al fondo per l'occupazione. Qui non possiamo che citare l'ex segretario della Fisac, Moccia, con cui abbiamo avuto molte divergenze, ma con il quale, nell'occasione, concordiamo pienamente: "peccato, però, che quelle retribuzioni avessero già toccato vertici intollerabili, che avessero profondamente leso principi di razionalità e di equità, che avessero modificato in modo improprio il rapporto tra gli stipendi dei lavoratori e quelli dell'alta dirigenza".
I sindacati asserviti hanno "apprezzato" l'invito di Mussari…
Non sapendo più come giustificare l'ingiustificabile, i sindacati firmatari si appellano ad un presunto fantastico bilancio del loro operato nell'ultimo ventennio, in termini di difesa dell'occupazione e di paragone con le altre categorie e con i bancari europei.
Il contratto del '99 ha segnato una svolta negativa per la categoria e il fondo esuberi è stato utilizzato come strumento per accelerare il turn over, con l'uscita di lavoratori con elevata anzianità e retribuzione, per l'ingresso di giovani a condizioni sempre più stracciate. Quando la crisi ha colpito duro, come nel 2008-2009, centinaia di bancari sono stati licenziati con buona pace del fondo esuberi.
Anziché divagare sui confronti europei, basta leggere le statistiche che parlano dell'Italia. Negli ultimi venti anni le politiche concertative di Cgil-Cisl-Uil, di tutti i settori, hanno prodotto una massiccia e drammatica redistribuzione del reddito a favore di rendite e profitti ed a danno degli stipendi. Anche i bancari, nel loro comparto, hanno vissuto un processo analogo, anzi persino peggiore: confrontate le condizioni normative e salariali di chi è entrato 20-30 anni fa e quelle attuali! I redditi da lavoro dipendente nel credito, a prezzi costanti 2010, sono saliti in 10 anni del solo 3,4%, contro il 7,7% dell'intera economia, il 10% dell'industria ed il 21% delle assicurazioni…
La conclusione di tutto questo è che le assemblee devono vedere una forte affermazione del no: c'è la possibilità di costruire un rifiuto di massa di questo contratto e dobbiamo usarla bene.
La costituzione del COMITATO per IL NO al contratto aiuta-banchieri ha raccolto l'adesione di migliaia di delegati, iscritti, semplici lavoratori, un modo trasversale rispetto alle sigle e agli schieramenti. Si tratta in un importante punto di partenza.
Da qui si deve poi ripartire per i due problemi di fondo: la democrazia sindacale da riconquistare e l'autonomia negoziale dei lavoratori da ricostruire.
La costruzione di una forte e partecipata alternativa sindacale resta all'ordine del giorno.
Credito e Assicurazioni
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