DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA

Grazie alla grande partecipazione dei lavoratori, iscritti a varie sigle o non iscritti, che hanno comunicato al "Comitato No al contratto aiuta-banchieri" una mole sterminata di dati assembleari, il Comitato è stato in grado, ad oggi, di raccogliere la situazione su 66.000 voti espressi, nel momento in cui le segreterie nazionali del primo tavolo affermano aver votato circa 90.000 lavoratori.
In pratica il Comitato è in possesso di tre quarti dei voti complessivi, assemblea per assemblea, come verificabile sul sito http://sites.google.com/site/noalcontrattoaiutabanchieri/dati-scrutini 
Già questo è un risultato straordinario.
In ogni caso il "nostro" dato parziale dice che il NO è al 50,5% contro il 45% del SI'.
Dal primo tavolo, fornendo solo dati complessivi, suddivisi per regione o, al limite, per provincia e aziende, si dichiara che il SI' è al 56% contro il 39% di NO, come riportato in un ignobile articolo del 11 aprile di MF. Sul ruolo di certa stampa torneremo a breve.
Sulla base di questi numeri dobbiamo chiederci: è possibile che nei 24.000 voti mancanti al Comitato rispetto ai dati "autocertificati" ci sia una tale percentuale di SI' da ribaltare il risultato?
Teoricamente è possibile (chi ha mandato i dati al Comitato, in genere, è contro l'accordo) ma certamente pretendiamo una verifica chiara e trasparente sui dati "autocertificati". Vogliamo vedere dati analitici e confrontabili come quelli del Comitato, altrimenti ci riterremo autorizzati a sostenere che il risultato è stato aggiustato. Sono troppe le cose strane che hanno accompagnato questa consultazione.
Ci sono state numerose segnalazioni di vari trucchi in assemblea, dove si è votato per alzata di mano (per questo abbiamo sempre suggerito il voto segreto), per aumentare i SI' ed abbassare i NO, senza poi fornire copia del verbale "certificato". Le segnalazioni sono arrivate da Nord a Sud e alcune sono assurte all'onore di cronaca su giornali locali ("Calabria ora" del 27 marzo e "infoAgrigento" del 30 marzo).
Non bastassero i trucchi tradizionali, in Campania, Lazio ed altre realtà, si è assistito allo scempio delle assemblee separate per i soli iscritti. La democrazia, per lor signori, è bella solo quando vincono, se perdono si fa saltare il tavolo da gioco. Nonostante ciò, anche in queste realtà, sono arrivate dure lezioni per i sindacati truffatori.
Infine i sindacati firmatutto hanno avuto l'appoggio "esterno" di giornalisti pennivendoli (dal Sole 24 Ore a MF al Giornale) che hanno ripreso la bufala per cui o passa questo contratto o si resta senza tutele. Abbiamo già spiegato che la tesi è insostenibile sul piano legale (la parte salariale sarebbe salvaguardata, quella normativa aprirebbe un contenzioso ingestibile) ma ancor più sul piano sindacale, perchè accettarla significherebbe far venire meno la contrattazione stessa.
Vero è che per ottenere buoni contratti bisogna "rischiare" lo scontro attraverso scioperi e mobilitazioni, ma proprio questo è quello che i lavoratori devono poter essere liberi di decidere.
A questo punto vi sono due cose su cui chiediamo ai lavoratori di prestare attenzione.
La prima è che non accetteremo a scatola chiusa i risultati che verranno proclamati dalle segreterie nazionali del primo tavolo. Non accetteremo i dati "autocertificati" ma chiederemo una verifica reale e trasparente che consenta di avere un risultato al di sopra di ogni sospetto.
La seconda cosa è che, qualunque sia l'esito finale della consultazione, nulla sarà più come prima. Un accordo firmato da sindacati che rappresentano il 100% degli iscritti con trattenuta in busta paga è stato duramente contestato e ha visto la categoria spaccarsi a metà: vedremo quale metà ha prevalso, ma la rappresentatività di chi ha firmato l'accordo ne è uscita devastata in ogni caso. Si ripropone l'emergenza democratica in una categoria che non ha mai potuto eleggere i propri rappresentanti.

Da questa vicenda deve uscire una richiesta forte di democrazia: i lavoratori devono poter eleggere i rappresentanti per ricostruire un sindacato degno di questo nome ed una contrattazione che parta dal punto di vista dei colleghi e non da quello delle aziende. Lanciamo fin da ora un appello a chi ha condiviso con noi la battaglia suI contratto per il rafforzamento del sindacato di base, condizione indispensabile per far pesare il dissenso e contrastare futuri contratti a perdere.

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