Tra gli echi della battaglia riguardo al "contratto della vergogna", le ansie riguardo allo spread e le preoccupazioni concernenti la riforma del lavoro che stanno confezionando alle (o meglio sulle) nostre spalle, ecco un paio di aggiornamenti che riguardano il Gruppo UBI.

Il primo riguarda la "proposta generalizzata di incentivazione all'esodo" fatta dal Gruppo ad un numero non meglio precisato di colleghi che sono esclusi dalla riforma delle pensioni del Governo Monti. Principalmente si tratta di coloro che hanno raggiunto i requisiti (età e contributi) entro il 31/12/2011 e delle donne, che opteranno per il calcolo interamente contributivo anche per l'anzianità maturata prima del 1° gennaio 1996, le quali possono ottenere la pensione di anzianità sulla base di 35 anni di contributi e 57 anni di età. Ricordiamo che questo criterio è però sicuramente meno vantaggioso del sistema "retributivo". Se da una parte constatiamo che l'iniziativa aziendale rimane nel solco dell'incentivazione, dall'altra è da sottolineare che il mancato coinvolgimento delle OO.SS. taglia fuori una possibile parziale tutela data dagli accordi collettivi nel malaugurato, anche se improbabile, caso di ulteriori modifiche alle norme pensionistiche nel periodo che và dal momento delle dimissioni al percepimento della pensione.
Balza all'occhio inoltre che la proposta si colloca in un momento assai particolare. I sindacati firmatari del CCNL si stanno spendendo a più non posso nel raccontare come le banche siano sull'orlo del collasso e la recessione per il 2012 "sarà la peggiore dal momento dello scoppio della crisi". Mentre dovremmo per questi motivi ingoiare un accordo indigeribile, ecco spuntare i fondi per mandare a casa chi tecnicamente ha già un piede fuori dall'azienda.

Registriamo inoltre per completezza di informazione che le prime banche rete di cui si hanno i risultati per il 2011 presentano un aumento considerevole degli utili rispetto al 2010 (BPB +61%, BPCI +100%, BRE +32,5%, BSG +320%), che IW Bank mette a segno un +44,1% di utile normalizzato e che il Gruppo UBI, grazie all'iniezione di liquidità di Super Mario (Draghi), concretizza un differenziale lucrato con l'esercizio del "buy back" del proprio debito, esercizio parecchio sfruttato anche dagli altri gruppi bancari, che ammonta alla considerevole cifra di circa 20 milioni di euro.

Ha inoltre preso il via formalmente il 9/3/2012 l'annunciata fusione di Banca 24-7 in UBI Banca con l'apertura della procedura sindacale che vede lo spostamento delle attività legate alla "cessione del quinto dello stipendio" a Prestitalia insieme a 2 dipendenti (volontari?), il resto delle attività e 150 dipendenti a UBI Banca e, sorpresa, la presenza di 92 dipendenti indicati come esuberi.
La notizia, grave di per sé, lo è ancor più in quanto Banca 24-7 è stata la destinazione indicata nella prima proposta aziendale fatta ad un gran numero di colleghi UBI distaccati in UBISS, che avevano a suo tempo inoltrato domanda di rientro a seguito della cessione di ramo d'azienda del 14 agosto 2007 (vedonsi nostri precedenti volantini in merito). Vero è che veniva proposto il distacco in Banca 24-7 e che quindi, rimanendo dipendenti di UBI Banca, i colleghi non avrebbero ingrossato direttamente le fila di tali esuberi, ma in caso di accettazione della proposta avrebbero comunque contribuito indirettamente ed in modo proporzionale, costringendo ulteriori dipendenti di Banca 24-7 a diventarlo.
La grossa scorrettezza di una proposta aziendale che indica come destinazione una società in via di smantellamento riverbera nell'incertezza di una ulteriore ricollocazione (questa volta forzata) in termini territoriali (possibile mobilità?), di ruolo, mansione: in pratica nella firma di un documento in bianco riguardo al proprio futuro.

Richiamiamo, come già fatto nell'assemblea sull'argomento, le sigle sindacali firmatarie di quel nebuloso accordo e tenute a farlo rispettare, a mettere in pratica le promesse fatte a più riprese riguardo ad un intervento concreto nei confronti dell'azienda a proposito di serietà e correttezza delle proposte in modo che si sostanzino in effettivi e percorribili rientri.
Esortiamo i lavoratori a non farsi imbonire per l'ennesima volta e ad organizzarsi al fine di porre in atto forme di pressione a tutti i livelli per evitare di vedere calpestati i propri diritti e la propria malriposta buona fede.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Ubi Banca

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