Quando Bruno Martino cantava questa canzone, che ebbe poco successo al tempo ma finì per diventare un classico, probabilmente aveva in mente una donna; moglie, fidanzata o amante, d'amore qui si parla.

Per noi il "senza te" potrebbe essere riferito a scelta al VAP, alla tutela del lavoro o alla sua dignità. La questione evidente su cui molti si concentrano è la prima, ma le altre due non sono certo meno importanti: fra le "meraviglie" dell'ultimo contratto e l'assalto finale all'articolo 18 non si capisce più se le aziende vogliano considerare i lavoratori vacche da mungere o costi da tagliare. Nel dubbio perché scegliere? E così, con le nuove armi fornite generosamente dal governo, si passa direttamente alle minacce e ai ricatti.
Le pressioni commerciali non sono una novità. Non è nemmeno una novità il fatto che in modo più o meno esplicito si minacci il ricorso a sanzioni di vario tipo: in ogni tempo e luogo ci sono stati dirigenti particolarmente zelanti o a rischio, che hanno cominciato a sventolare per aria i bastoni. La novità è che, ora, le modifiche all'art.18 rendono più agevole per le imprese il licenziamento disciplinare e qualcuno si è affrettato a far presente che "i tempi sono cambiati".

Visto sotto questa luce il potenziamento mostruoso dei controlli e dei regolamenti assume una connotazione nuova. Se è pienamente ragionevole che un'azienda voglia evitare costi in passato onerosissimi per risarcire clienti che hanno presentato reclami sulla base di procedure irregolari o incomplete, non è legittimo che questo trasformi la vita dei lavoratori in una giungla di regole kafkiane di fatto ingestibili,accompagnando la crescente rigidità della normativa con richieste altrettanto incrementali dal punto di vista commerciale. Il binomio osservato in più contesti è infatti questo: rilievi pesanti sulla qualità del lavoro dal punto di vista normativo e commerciale, con minaccia di ritorsioni disciplinari se le due cose non vengono rapidamente allineatealle richieste.

A questo punto bisogna avere le idee chiare su due passaggi fondamentali. Innanzitutto l'azienda PUO' intraprendere azioni disciplinari per questioni di natura regolamentare, arrivando anche al licenziamento. Quindi il lavoratore dovrebbe cercare il più possibile di tutelarsi, segnalando qualsiasi problema circa l'applicazione della normativa e documentando in modo accurato il suo impegno per essere in regola. Alle mail, richieste o intimazioni di natura normativa bisogna rispondere in modorapido e chiaro lasciando perdere tutto il resto, anche perchè (punto due) l'azienda NON PUO' comminare sanzioni di qualsiasi tipo per questioni di carattere commerciale (perchè "non si è venduto"). Può trasferire il lavoratore ad altra sede o incarico  espesso troverà anche controproducente farlo: i clienti di solito non amano troppo le sostituzioni di referente… e oltre un certo limite si incorre nel "mobbing", per il quale diverse aziende sono state condannate a risarcimenti anche piuttosto consistenti.

Ricapitolando: possono sanzionarvi per il mancato rispetto della normativa, ma non per il mancato raggiungimento del budget,per cui massima attenzione al rispetto delle regole e se i vostri responsabili mancano gli obiettivi, pazienza.

In caso di indebite pressioni commercialinon fatevi mettere nell'angolo: cercate di documentarle e avvisateci. Senza far correre rischi a nessuno, se e quando ci saranno le condizioni denunceremo pubblicamente le malefatte aziendali.

Ricordiamo a tutti che, in caso di avvio di procedimenti disciplinari dovete contattarci subito, rispondere entro 5 giorni alle contestazioni (vi diamo noi le indicazioni necessarie) e che anche la Cub-Sallca può essere presente al colloquio dove esporrete le vostre ragioni. Non agite mai da soli, non scrivete e non firmate mai nulla!!

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Unicredit

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