Un nostro collega licenziato nel 2010 da Intesa Sanpaolo, ha vinto il ricorso ed il Tribunale di Napoli ha deliberato il reintegro nel posto di lavoro. Questi i fatti.
Verso la fine del 2009, a seguito di una ispezione presso la filiale in cui il collega prestava servizio, veniva accertato che lo stesso provvedeva a richiamare effetti a carico del medesimo cliente presso il notaio, anche senza la necessaria provvista di fondi. Dopo un po' di tempo, acquisita la disponibilità, il cliente provvedeva a pagare il dovuto. Sul finire del 2009, il cliente in parola non riuscì a pagare gli effetti richiamati e venne fuori la grave anomalia procedurale. Da precisare che gli effetti erano senza obbligo di regresso, per cui la banca li ha restituiti insoluti "senza subire danni economici"… Il punto è che il collega in questione operava così in seguito ad autorizzazione "verbale" dei vari direttori che si sono succeduti (tre per la precisione) nel tempo, che erano a conoscenza (e non poteva essere altrimenti) assieme ai servizi centrali ed a filiali capogruppo di questo modo errato di operare.
In seguito a ciò il collega venne sospeso sin da gennaio del 2010. Solo a fine giugno del 2010 (dopo oltre sei mesi) venne formulata contestazione scritta e, a fine luglio 2010, l'azienda provvide a comunicare il licenziamento. Da allora cominciò il percorso vertenziale che è sfociato nella citata sentenza, che riconosce valide le ragioni del collega e condanna la banca alla riassunzione.
Questo il breve resoconto, ma noi teniamo ad evidenziare alcune cosette. Il collega era iscritto alla FISAC-CGIL e, da subito, si rivolse al rappresentante sindacale di turno. Non sappiamo quali iniziative la Fisac abbia assunto, ma di fatto il collega è stato tenuto "sospeso per oltre sette mesi" senza conoscere il suo destino, subendo i prevedibili contraccolpi psicologici, evitando di dire la verità in famiglia, per non turbarne la serenità, fingendo di uscire per andare al lavoro e tornare nel pomeriggio a casa come se nulla fosse. Nel frattempo il suo rappresentante sindacale, anziché assisterlo correttamente, anziché farlo difendere da subito da un legale, anziché informare tutti i lavoratori di quanto accaduto e dei rischi che si corrono quando uno vuole fare il "bravo", tendeva a prendere tempo facendo credere che la "trattativa" in corso era difficile e che l'azienda era intenzionata a licenziarlo, quasi come se si trattasse di un fatto ineluttabile.
A metà luglio lo accompagna all'audizione richiesta dal collega, ma l'assistenza fornita non dovette essere particolarmente efficace, visto che nella lettera di licenziamento non venne fatta alcuna menzione dell'audizione stessa e delle ragioni ivi rappresentate. Insomma la FISAC aveva accompagnato il collega giusto per tenergli compagnia.
Nel pieno della disperazione, il collega incontrò il CUB-SALLCA e, immediatamente, nel giro di poche ore, il legale della nostra organizzazione, "un vero principe del foro" in materia di diritto del lavoro, preparò il ricorso, oggi vinto. Allora esistiamo!!!
La nostra felicità è pari alla nostra indignazione, generata da due
considerazioni:

  1. questo è il ringraziamento della banca nei confronti di un lavoratore ritenuto "ottimo" sino ad allora dall'azienda, meritevole di premi e promozioni ma che "per non esprimere eccezioni o dubbi in merito a pratiche poco chiare", per non dire di no e per eseguire docilmente le direttive del capo, ha messo da parte finanche la prudenza, violando la normativa ed il buon senso, sicuro del fatto che era la "banca" che glielo chiedeva. Che questo sia di insegnamento a tutti!
  2. Questa è la grande competenza ed efficienza di una delle sigle sindacali maggiormente rappresentative: ma cosa pensavano di fare, o meglio, cosa hanno fatto per difendere il collega? Hanno dimenticato le parole di Sofocle "l'opera umana più bella è di essere utile al prossimo".

La paura, i disagi di questi due interminabili anni che hanno messo a durissima prova l'animo e la mente del collega sono terminati. Per tutto questo oggi è il giorno più bello, e non solo per lui.
Chiudiamo citando Ernesto Che Guevara: siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.

C.U.B-S.A.L.L.C.A.
Federazione di Napoli

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