In queste ultime settimane alcuni scandali bancari – come ad esempio MPS e Banco Desio – hanno evidenziato il rapporto malato che esiste in Italia tra la politica, le Istituzioni, gli Organi di Controllo e le banche.

E' necessario bloccare l'arroganza dei banchieri a cominciare da casi emblematici come quello del giovane Enrico Ceci, licenziato per ben due volte prima ancora del regalo fatto ad aziende e banchieri con la riforma Fornero.

A 24 anni, quando ancora era dipendente di Cassa di Risparmio di Cesena presso la Filiale di Parma, Enrico Ceci (già protagonista di una vicenda simile con Banco Desio apparsa anche su Report) ha avuto il coraggio di segnalare e denunciare, prima all'interno della banca e poi alla magistratura e Banca d' Italia, illeciti di rilevanza penale.

Nessuno all'interno della banca apparentemente gli ha dato retta e, dopo una serie di vessazioni, è stato ritorsivamente licenziato una prima volta. Il giovane Ceci ha immediatamente presentato un ricorso cautelare alla Sezione Lavoro del Tribunale di Parma che non ha potuto fare a meno di dichiarare il licenziamento illegittimo e consentirne il rientro in azienda.

Cassa di Risparmio di Cesena, con l'arroganza di chi ritiene di essere spalleggiata da Poteri Forti,  ha deciso – dopo neanche un mese dal suo rientro in Filiale a Parma – di licenziare Enrico per la seconda volta. La motivazione "costruita a tavolino" è stata quella di aver concesso un'intervista quando non era più dipendente della banca ormai da due settimane.

A fronte di tale intervista Enrico è stato denunciato penalmente per aver asseritamente violato il segreto d'ufficio. Il GUP Francesca Zagoreo del Tribunale di Ancona ha emesso – successivamente a tale denuncia – una sentenza di non luogo a procedere in quanto la rivelazione di segreto d'ufficio non sussiste smascherando in questo modo la manovra messa in atto dalla banca solamente allo scopo di poter licenziare una seconda volta un dipendente scomodo.

Addirittura il giorno prima che il giovane Enrico Ceci ricevesse la seconda lettera di licenziamento, Cassa di Risparmio di Cesena è riuscita ad incardinare i procedimenti afferenti il merito del secondo licenziamento e del primo licenziamento al Tribunale di Forlì.

Il Tribunale dove il nostro iscritto deve essere giudicato è evidentemente il Tribunale di Parma cioè il Tribunale della città ove il lavoratore ha prestato la propria opera e dove è stato discusso il procedimento cautelare afferente il primo licenziamento. NON permetteremo che Cassa di Risparmio di Cesena, sfruttando il proprio strapotere, cambi le carte in tavola e costringa il nostro iscritto a subire ulteriori ingiustizie, disagi e perdite economiche.

Il sindacato CUB-SALLCA, a fronte dell'influenza che può esercitare  una banca radicata sul territorio come Cassa di Risparmio di Cesena, intende vigilare e lottare affinché i diritti di Enrico Ceci vengano tutelati nella Sezione Lavoro del Tribunale di Forlì.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Credito e Assicurazioni

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